Bettino Craxi1959 - 2000
Benedetto (Bettino) Craxi nasce a Milano il 24 febbraio 1934, primo dei tre figli di Vittorio Craxi, avvocato siciliano trasferitosi nel capoluogo lombardo, e di Maria Ferrari, originaria di S. Angelo Lodigiano.
Nel 1940 viene mandato a studiare a Cantù nel collegio arcivescovile "De Amicis". Tornato in famiglia respira il clima di opposizione al regime fascista. Dopo l'8 settembre 1943 la casa dei Craxi a Casasco diventa un punto di riferimento per famiglie ebree e per amici militari che fuggono in Svizzera.
Dopo la Liberazione, il padre è nominato viceprefetto a Milano, ed alla fine del 1945 diventa prefetto di Como e la famiglia si trasferisce nella città lariana.
Pochi mesi dopo, Bettino Craxi ritorna in collegio. Prima al "Gallia" di Como, poi nuovamente al "De Amicis" di Cantù. In questo periodo sembra rafforzarsi nel giovane una dimensione religiosa che lo porterà ad un passo dall'entrare in seminario.
Nel 1948 Vittorio Craxi si presenta alle elezioni politiche, candidato per il Fronte Popolare nel collegio di Como-Varese-Sondrio e il figlio partecipa attivamente alla campagna elettorale. La passione politica ha la meglio su quella mistica.
Si iscrive al Liceo Carducci di Milano e a 17 anni entra nel Partito socialista italiano, prendendo la prima tessera nella sezione di Lambrate.
Ottenuto il diploma, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Statale di Milano. Successivamente si trasferirà nella facoltà di Scienze politiche ad Urbino. L'impegno politico, però, lo assorbirà totalmente e deciderà di non completare gli studi.
Fonda il Nucleo universitario socialista ed entra nel gruppo Università Nuova, aderente al Cudi (Centro universitario democratico italiano), il raggruppamento studentesco che nei primi anni dell'Unuri (Unione nazionale universitaria rappresentativa italiana) unisce le forze della sinistra frontista. Tiene i primi discorsi in pubblico, organizza conferenze, dibattiti, proiezioni cinematografiche, ed entra a far parte del Comitato provinciale del Psi milanese.
Nel 1956 diventa vicepresidente nazionale dell'Unuri e dirigente della Federazione giovanile socialista. Nello stesso anno si reca a Pechino e poi a Praga, in qualità di delegato del Cudi. Nella città ceca conosce Jiri Pelikan, presidente dell'Uie (Unione internazionale degli studenti). A seguito dei fatti di ottobre in Polonia presenta al Direttivo provinciale del Psi, insieme ad altri giovani militanti, una mozione in cui viene espressa solidarietà nei confronti dei giornalisti di «Po Prostu», quotidiano colpito dalla censura e poi soppresso. L'invasione sovietica dell'Ungheria (1956) spinge Nenni ad un definitivo ripudio della fallimentare esperienza frontista, ed è per Craxi il momento dell' irrevocabile distacco dalla politica filocomunista in favore di una svolta del tutto autonoma del Psi nei confronti del Pci. Bettino Craxi e il gruppo milanese chiedono l'uscita del Movimento giovanile socialista dall'Organizzazione internazionale della gioventù democratica, finendo però in minoranza. Da Milano ha inizio la battaglia di un gruppetto di giovani che si definiscono "autonomisti": Durante, Cocucci, Turri e lo stesso Antonio Natali, braccio destro di Mazzali. Al nucleo originario se ne unisce un altro, composto tra gli altri da Carlo Tognoli, Giorgio Gangi, Luigi Vertemati, i fratelli Baccalini. Ad essi, nei primi anni '60, si aggiungeranno Paolo Pillitteri, Giovanni Manzi, Ugo Finetti, Claudio Martelli e altri. Il gruppo insiste nel chiedere un cambio della guardia alla Federazione di Milano. Al Congresso di fine anno, gli "autonomisti" conquistano la maggioranza: Guido Mazzali e Giovanni Mosca diventano rispettivamente segretario e vicesegretario.
Sempre nel 1956, alle elezioni amministrative di novembre, Craxi si presenta nella lista del Psi e viene eletto consigliere comunale a S. Angelo Lodigiano, paese natale della madre.
Al Congresso di Venezia, 6-10 febbraio 1957, viene eletto nel Comitato centrale del Psi dagli autonomisti di Nenni.
Craxi, insieme ai giovani universitari socialisti, entra nell'Unione goliardica italiana (Ugi). È il filone associativo animato all'origine da Pannella, Stanzani, Roccella, Ungari, Chiarugi, Jannuzzi e altri. Al congresso dell'Ugi a Perugia, entra tra i sette "principi della goliardia" nel Consiglio nazionale.
Craxi svolge, in questo periodo, una intensa attività interna e internazionale. Partecipa in Cina, in Perù, nel Nord Africa, a Londra, a Parigi a meeting e congressi studenteschi, sviluppando una rete di relazioni internazionali che proseguirà anni dopo anche nel partito.
Una coalizione composta da radicali, comunisti e sinistra socialista lo mette in minoranza, dapprima nell'Unuri, poi nell'Ugi. Siamo nel 1958 e Craxi ritorna a dedicarsi prevalentemente alla vita del partito.
Mazzali, nel frattempo, lo invia a Sesto San Giovanni in qualità di responsabile del partito. Sarà un'esperienza preziosa per il giovane Craxi, "costretto" a farsi le ossa in una "zona rossa", cuore di una classe operaia impegnata, in quel periodo, in dure lotte politiche e sindacali.
Nel novembre del 1960 Bettino Craxi viene eletto consigliere comunale a Milano. Ha 26 anni e poco dopo viene nominato assessore all'Economato. Sarà riconfermato consigliere nel novembre 1964 e proseguirà il suo impegno pubblico come assessore alla Beneficenza e Assistenza.
Nel 1963 assume la guida della segreteria provinciale del Psi milanese. Nel 1965 entra nella Direzione nazionale del Psi. L'anno seguente, con l'unificazione Psi-Psdi, diventa segretario provinciale del Psu milanese, coadiuvato dal socialdemocratico Renzo Peruzzotti.
Nel 1966 viene nominato presidente dell'Istituto di scienze per l'amministrazione pubblica (Isap), carica che manterrà fino al 1972.
Il 19 maggio 1968 si tengono le elezioni politiche e Bettino Craxi viene eletto deputato nel collegio Milano-Pavia con 23.788 preferenze. Sederà tra i banchi di Montecitorio fino al 1994.
Poco dopo il fallimento dell'unificazione socialista (1969), agli inizi del 1970 Giacomo Mancini diventa segretario nazionale del Psi e viene affiancato da tre vicesegretari: Codignola, Mosca e Craxi.
Nel Congresso di Genova del 1972 la convergenza tra la corrente demartiniana e quella autonomista, porta ad un cambiamento degli equilibri interni. Francesco De Martino è il nuovo segretario nazionale, Pietro Nenni il presidente. Bettino Craxi, confermato insieme a Giovanni Mosca nel ruolo di vicesegretario, riceve l'incarico di curare i rapporti internazionali del partito. Da rappresentante del Psi nell'Internazionale Socialista, stringe legami con alcuni dei principali protagonisti della politica estera del tempo, da Willy Brandt a Felipe Gonzales, da François Mitterrand a Mario Soares, da François Rocard a Andreas Papandreou. Craxi svilupperà in particolare una politica di sostegno ai partiti socialisti dei paesi sottoposti a regimi dittatoriali (sarà il caso, ad esempio, della Spagna, della Grecia, del Portogallo,e del Cile, dopo il golpe di Pinochet contro il presidente socialista Salvador Allende.
Il 20 giugno 1976 si svolgono le elezioni politiche anticipate, fortemente volute dal Psi che spera in un buon risultato. Il Psi ottiene invece solo il 9,6% dei consensi, il suo minimo storico, collocandosi dietro alla Dc (38,9%) e al Pci (34,4%). La sconfitta acuisce i malumori e le divisioni all'interno del partito. Nel corso del Comitato centrale, svoltosi all'Hotel Midas di Roma dal 12 al 16 luglio, De Martino viene sfiduciato e costretto alle dimissioni. Il quarantaduenne Bettino Craxi diventa segretario nazionale del Psi. L'elezione è resa possibile dalla convergenza tra la piccola corrente autonomista (di cui Craxi è il leader), quella degli ex-demartiniani, quella guidata da Giacomo Mancini e la sinistra lombardiana. Al nuovo segretario viene affiancata una vicesegreteria rappresentativa delle diverse correnti interne.
Nella nuova veste, Craxi inizia lo svecchiamento del partito rinnovandone, al contempo, l'ideologia, cercando di motivare nuovamente i militanti, smarriti dopo le sconfitte e delusioni degli ultimi anni.
Nell'aprile del 1978 il segretario consolida il suo potere all'interno del Psi: al 41° Congresso, svoltosi a Torino, l'alleanza tra gli autonomisti e la sinistra lombardiana conta sul 63% dei consensi congressuali. Craxi viene riconfermato segretario, Claudio Signorile è vicesegretario unico. A Torino viene lanciata la "strategia dell'alternativa", in risposta al disegno berlingueriano del "compromesso storico".
Il Congresso dei socialisti ha luogo mentre l'Italia è scossa dal rapimento del presidente democristiano Aldo Moro per mano delle Brigate rosse. Al "fronte della fermezza" Craxi oppone quello della trattativa per salvare la vita del Presidente della Dc, parla di "azione umanitaria, nel rispetto delle leggi repubblicane", sulla falsariga dell'impostazione giuridica curata da Giuliano Vassalli, futuro presidente della Corte Costituzionale, e con la convinta adesione dell'ex presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat.
Nel 1978 matura un altro avvenimento che risulta fondamentale per la carriera politica del leader socialista: lo scandalo Lockeed, che, sull'onda di una violenta campagna mediatico-politica delegittimante, costringe l'allora presidente della Repubblica Giovanni Leone a dimettersi dal suo ufficio nonostante che, negli anni successivi, fosse provata la sua estraneità all'affaire. Dopo un'estenuante battaglia parlamentare, Craxi riesce a far convergere un gran numero di voti sul nome di Sandro Pertini, primo socialista a salire al Quirinale.
Lo scontro con i comunisti, nel frattempo, arriva a un punto di non ritorno. Così, mentre Berlinguer opera lo strappo da Mosca e dalla tradizione comunista ortodossa lanciando la "terza via" o del "compromesso storico", Bettino Craxi ha una dura polemica ideologica con Botteghe Oscure. Il 27 agosto 1978, infatti, compare sulle pagine del settimanale «L'Espresso» il suo articolo Il Vangelo Socialista. Craxi abiura Marx e Lenin ed esalta la figura ed il pensiero di Proudhon, sottolineando tutte le ragioni che conducono ad una sostanziale differenza tra comunismo burocratico e totalitario e socialismo democratico e liberale. Anche il vecchio simbolo del partito viene cambiato: non più la falce e martello (di matrice sovietica) su libro e sole nascente, ma un garofano rosso, fiore che faceva parte della tradizione socialista italiana già prima del 1917.
Il 3 giugno 1979 si svolgono nuove elezioni anticipate dopo il fallimento della politica di "solidarietà nazionale". La Dc è stabile, il Pci perde il 4%, il Psi aumenta di poco i suoi consensi (9,8%). Una settimana dopo si svolgono le prime elezioni per il Parlamento europeo e Craxi viene eletto eurodeputato; verrà riconfermato nel 1984 e nel 1989. Nell'ambito delle trattative per la formazione del nuovo governo Craxi riceve da Pertini, un mandato esplorativo ma viene ostacolato nel suo tentativo sia dai comunisti che dalla Dc. Il 12 agosto 1979 nasce il primo Governo Cossiga, i socialisti si astengono. All'interno del suo stesso partito, Craxi viene incalzato dagli oppositori, delusi dal modesto incremento elettorale. In una convulsa riunione del Comitato centrale, salva la segreteria per un pugno di voti.
Il 27 settembre sull'«Avanti!» il segretario del Psi agita il tema della revisione costituzionale, parlando per la prima volta di grande riforma dello Stato, che deve essere in grado di "cogliere e interpretare in anticipo le esigenze che maturano nella società". A surriscaldare il clima politico contribuisce anche l'annuncio del voto favorevole del Partito socialista all'installazione dei missili della Nato (Pershing e Cruise) in Italia. L'ancoraggio del "nuovo" socialismo all'Occidente, all'Alleanza Atlantica, alla Nato colloca definitivamente il Psi craxiano nel solco della socialdemocrazia europea.
Nel gennaio del 1980, dal Congresso nazionale della Democrazia cristiana esce vittoriosa la linea del "preambolo" che, di fatto, chiude le porte a qualsiasi accordo o collaborazione con il Pci. Il 4 aprile 1980 nasce il secondo Governo Cossiga: dopo sei anni i socialisti tornano ad assumere incarichi governativi.
Dal 22 al 26 aprile del 1981 si svolge a Palermo il 42° Congresso del Psi. Nel suo discorso, Bettino Craxi rilancia l'idea di una grande riforma delle istituzioni, dell'economia e delle relazioni sociali,della governabilità e della stabilità. A Palermo viene approvata la proposta di modifica allo statuto del partito e il segretario, per la prima volta nella storia socialista, è eletto direttamente dai delegati. Craxi viene riconfermato alla guida del partito con 239.536 voti su 332.778. Claudio Martelli e Valdo Spini sono i nuovi vicesegretari.
L'anno dopo, a Rimini (31 marzo-4 aprile 1982) si svolge la Conferenza programmatica del Psi. Craxi lancia la parola d'ordine "cambiamento" insistendo sulla necessità di rimettere in moto la produzione, combattere l'inflazione,interpretare il nuovo nella società italiana in profonda mutazione socioculturale, trovando un nesso inscindibile fra meriti e bisogni. E' una delle fondamentali svolte revisioniste e progettuali del socialismo italiano che anticiperà temi e soluzioni cari alla politica rinnovatrice del laburista Tony Blair.
Il 26 e 27 giugno 1983 si svolgono nuove elezioni politiche anticipate. La Dc perde il 5,4%, attestandosi al 32,9% dei consensi, rimane stabile il Pci, cresce il Psi (dal 9,8% all'11,4%).
Pur non essendo soddisfatto del risultato elettorale, Craxi è ormai riuscito ad accreditarsi come l'ago della bilancia della politica italiana. Il 21 luglio 1983 il presidente Pertini gli affida l'incarico per la formazione del nuovo esecutivo. Il 4 agosto Craxi forma il suo primo Governo, un pentapartito Dc-Psi-Psdi-Pli-Pri. Il primo presidente del Consiglio socialista resterà a Palazzo Chigi fino al 17 aprile 1987.
Il nuovo governo eredita una situazione difficile: l'inflazione supera il 15%, il debito pubblico è vicino al prodotto interno lordo, crescono insieme la spesa sociale e la disoccupazione, l'industria è in piena fase di recessione. Craxi ha una parola d'ordine: modernizzare. Il suo programma mira a ridurre le cause inflazionistiche, restituire competitività alle imprese, riequilibrare lo stato sociale, promuovere la ricerca e la cultura; considera l'Italia un grande paese malato che ha bisogno di medicine appropriate. Altro elemento caratterizzante dell'esperienza governativa sarà l'attenzione ai temi della pace e della cooperazione tra i popoli. Un elemento concreto saranno la riduzione o la cancellazione del debito che avevano verso l'Italia alcuni Paesi in via di sviluppo e gli aiuti generosi agli stati dell'altra sponda del Mediterraneo per sottrarre il bacino al rischio di essere un focolaio permanente di tensioni e di conflitti.
Il 16 novembre 1983 la Camera approva la mozione, presentata dal Governo, sull'installazione dei missili americani a Comiso come risposta occidentale agli SS20 sovietici. Il Pci protesta contro il governo Craxi che defnisce "servo degli americani".
Nel 1984 Craxi affronta il problema del costo del lavoro. Il 14 febbraio, dopo una serie di infruttuosi incontri con i sindacati, il Governo vara un decreto che prevede il taglio di quattro punti di scala mobile. Pci e sindacati reagiscono duramente e accusano l'esecutivo di aver agito senza consultare le parti sociali. Dopo l'ostruzionismo parlamentare del Pci e l'approvazione di un decreto bis vengono raccolte le firme per un referendum abrogativo che si svolgerà il 9 e 10 giugno 1985: il 54,3% dei votanti si dichiarerà contrario all'abrogazione della legge.
Il 18 febbraio 1984 il presidente del Consiglio e il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Agostino Casaroli, firmano a Palazzo Madama il nuovo Concordato tra l'Italia e il Vaticano. Viene regolata la questione dei beni e degli enti ecclesiastici; un nuovo sistema di aiuto economico (l'otto per mille nella dichiarazione dei redditi) sostituisce la vecchia congrua. Viene confermato l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole, ma l'assistervi è libero e facoltativo.
Dall'11 al 14 maggio 1984 si tiene a Verona il 43° Congresso nazionale del Psi e Craxi viene riconfermato segretario per acclamazione dai delegati.
Nell'ottobre del 1985 un clamoroso episodio di politica internazionale porta il nome di Craxi sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Il 7 ottobre 1985 un commando palestinese sequestra, nelle acque antistanti l'Egitto, la nave italiana da crociera Achille Lauro con 545 persone a bordo. Un cittadino statunitense di origine ebrea, Leon Klinghoffer, viene assassinato dai terroristi e il suo corpo gettato in mare. Il 9 ottobre, con la mediazione dell'OLP, la nave rientra a Porto Said, in Egitto, e gli ostaggi sono liberati. Il giorno seguente, i quattro dirottatori e un esponente dell'Olp, Abu Abbas, vengono intercettati su un aereo che sta sorvolando il territorio italiano dai caccia americani che lo costringono ad atterrare nella base Nato di Sigonella, in provincia di Siracusa. Gli americani chiedono la consegna dei terroristi, ma il Governo italiano si oppone alla richiesta: la competenza è dell'Italia, in quanto il reato è stato commesso su una nave italiana, Sigonella si trova in territorio italiano e quindi spetta all'Italia perseguire i reati. I carabinieri, opponendosi con le armi alle truppe speciali statunitensi, prendono in custodia i terroristi. Il 12 ottobre Abu Abbas lascia l'Italia per Belgrado, il Governo americano invia una dura nota di protesta.
L'episodio di Sigonella causa una crisi di governo: il Partito repubblicano, con Spadolini in disaccordo sulla linea di autonomia seguita nella vicenda, esce dalla maggioranza e Craxi si dimette. Il 24 ottobre egli partecipa a New York al vertice dei sette Paesi più industrializzati del mondo e chiarisce con il presidente americano Reagan le divergenze maturate a seguito del dirottamento dell'Achille Lauro. La crisi politica rientra.
Il 26 giugno 1986 il Governo chiede la fiducia per un decreto sulla finanza locale ma non la ottiene. Craxi forma un nuovo governo, una riedizione del pentapartito, che però resta debole per la conflittualità tra Dc e Psi. Il 17 aprile 1987 nuove e definitive dimissioni preludono alle elezioni politiche anticipate. Il 14 giugno 1987, il risultato elettorale premia l'operato craxiano: il Psi sale, infatti, al 14,3% dei consensi. La legislatura sarà caratterizzata dai governi Goria, De Mita e Andreotti.
Craxi torna a tempo pieno al partito e prosegue nella sua strategia politica: contendere alla Dc la centralità nel panorama politico italiano e rilanciare l'offensiva contro il Pci nell'intento di formare una sola grande forza socialdemocratica.
In questo periodo scrive molto per l'«Avanti!», firmando i suoi taglienti corsivi con lo pseudonimo "Ghino di Tacco" (attribuitogli da Eugenio Scalfari), il signore di Radicofani, che imponeva taglie per il passaggio sul suo territorio.
Dal 13 al 19 maggio 1989 si tiene a Milano il 45° Congresso del Psi. Craxi è rieletto segretario nazionale con il 92,3% dei suffragi, maggioranza che egli stesso definisce "bulgara".
L'8 dicembre 1989 il segretario generale dell'Onu, Perez De Cuellar, lo nomina suo rappresentante personale per i problemi dell'indebitamento dei Paesi in via di sviluppo. Il leader socialista presenterà alcuni mesi dopo il suo rapporto, che costituirà la base della relazione che il segretario generale leggerà all'Assemblea delle Nazioni Unite nel settembre 1990.
In Italia, Craxi impegna il suo partito su alcuni precisi obiettivi: rilancia il tema della Grande Riforma, già ventilata un decennio prima, puntando all'elezione diretta del presidente della Repubblica; auspica la riforma dei regolamenti parlamentari in modo da rendere più agevole l'azione dei governi. Il 2 marzo del 1990, a Pontida, il segretario socialista lancia il nuovo decalogo per l'autonomia delle Regioni che reclama una struttura statuale ai "limiti del federalismo".
Nel corso dello stesso mese si tiene a Bologna il XIX Congresso del Pci in cui, per la prima volta, vengono discusse tre diverse mozioni. Prevale quella del segretario Achille Occhetto, che propone l'avvio di una fase costituente finalizzata alla formazione di un nuovo partito progressista e riformatore. È in questo contesto che Craxi lancia la parola d'ordine dell'"unità socialista". Alla fine del 1991 Craxi appoggerà la richiesta del Pds di entrare a far parte dell'Internazionale Socialista.
Il 28 febbraio 1991 Bettino Craxi viene nominato, dal segretario generale dell'Onu, consigliere speciale per i problemi dello sviluppo, della pace e della sicurezza.
Dal 27 al 30 giugno si tiene a Bari il Congresso straordinario del Psi. Craxi opta per il proseguimento della collaborazione governativa con la Dc, dando così vita al cosiddetto CAF (l'alleanza tra lui, Andreotti e Forlani).
Il 17 febbraio 1992 Mario Chiesa, presidente (socialista) del milanese Pio Albergo Trivulzio, una casa di riposo per anziani, viene fermato mentre incassa una tangente. Da quell'episodio parte l'inchiesta cosiddetta "Mani Pulite" (che i giornalisti definiscono "Tangentopoli").
Alcune settimane dopo (il 5 aprile 1992) le elezioni politiche segnano una pesante sconfitta per i partiti storici. La Dc registra un calo di 5 punti, i due partiti Pds e Rifondazione comunista, emersi dalla crisi del Pci, raggiungono insieme il 21,7% (dal 26,6% di cinque anni prima). Il Psi subisce una flessione, peraltro assai contenuta rispetto alla debacle generale, ottenendo il 13,6%. Riportano successi due nuove formazioni politiche: la Lega Nord e la Rete. Alta è la percentuale degli astenuti. Il socialista Giuliano Amato forma il governo.
L'inchiesta Mani Pulite, intanto, assume un ruolo e una dimensione che vanno al di là del perseguimento di singoli comportamenti delittuosi e investe le responsabilità della classe politica a tutti i livelli, locale e nazionale, colpendo in diversa misura tutti i partiti dell'arco costituzionale e, in particolare, Dc e Psi. Un ruolo importantissimo viene svolto dai mass media che interpretano e indirizzano il sentimento popolare prevalente che è di forte avversione per il ceto politico tradizionale. Il cosiddetto "circo mediatico giudiziario" giocherà un ruolo di fondo nella delegittimazione e criminalizzazione della politica, dando luogo a vere e proprie "gogne mediatiche" anticipatrici di condanne, ben prima di qualsiasi processo.
Il 3 luglio 1992 Bettino Craxi prende la parola alla Camera. Nel suo discorso chiede a tutto il Parlamento, governo e opposizione, di assumersi la responsabilità di dare una soluzione politica alla crisi della Prima Repubblica innescata dalla diffusa illegalità del finanziamento dei partiti. Il 15 dicembre il leader socialista viene raggiunto da un avviso di garanzia (il primo di una lunga serie, a causa anche della improvvisa morte del segretario amministrativo del Psi, Vincenzo Balzamo) in cui, tra l'altro, si citano proprio le sue dichiarazioni in Parlamento come "prove" della corruzione relativa ai costi della politica.
Il 25 gennaio il segretario socialista propone al Parlamento l'istituzione di una Commissione di inchiesta su Tangentopoli. L'11 febbraio si tiene a Roma l'Assemblea nazionale del Psi. Craxi lascia dopo 16 anni la carica di segretario del partito. Il suo posto sarà occupato da Giorgio Benvenuto prima, e da Ottaviano Del Turco dopo. Inizia la fase finale della vita del Partito socialista che si scioglierà ufficialmente con il congresso del novembre 1994.
Il 29 aprile 1993 la Camera è chiamata a votare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Craxi, richiesta dalla Procura di Milano. Nel suo intervento parlamentare il leader socialista denuncia il carattere sistemico del finanziamento illegale della politica negando che questa materia potesse essere considerata "puramente criminale". La Camera nega l'autorizzazione a procedere. I giornali italiani gridano allo scandalo, i ministri pidiessini del neocostituito Governo Ciampi si dimettono per protesta. Nel pomeriggio di quella stessa giornata, Craxi è fatto oggetto di cori, insulti e lancio di monetine all'uscita dell'Hotel Raphael, l'albergo nel centro di Roma che da anni è il suo quartier generale.
Il 4 agosto 1993, a Montecitorio, Bettino Craxi pronuncia il suo ultimo discorso da parlamentare: "Per quanto riguarda il mio ruolo di segretario politico - dichiara - io mi sono già assunto tutte le responsabilità politiche e morali che avevo il dovere di assumere, invitando senza successo altri responsabili politici a fare altrettanto con il medesimo linguaggio della verità (...). Per parte mia continuerò a difendermi nel modo in cui mi sarà consentito di farlo, cercando le vie di difesa più utili e più efficaci, e senza venire mai meno ai miei doveri verso la mia persona, la mia famiglia e tutte le persone che stimo e rispetto, siano esse amici o avversari".
Nel maggio del 1994 si trasferisce nella sua casa di Hammamet, in Tunisia, dove rimarrà ininterrottamente fino alla morte. La Procura della Repubblica di Roma, intanto, ne chiede l'arresto. Da questo momento Bettino Craxi viene considerato un latitante. Lui continuerà a definirsi un esule. Il Pool di Milano lo accusa di arricchimento personale, perseguito attraverso tangenti raccolte per finanziare illecitamente il suo partito. Più tardi lo stesso procuratore generale Gerardo D'Ambrosio dichiarerà che Bettino Craxi non si è arricchito personalmente.
In Tunisia l'ex leader socialista viene protetto dal presidente Ben Alì, che si oppone alla richiesta di estradizione avanzata dalla Procura milanese.
Da Hammamet Craxi continua la sua battaglia sia sul fronte della propria difesa personale nei molti processi cui è sottoposto sia su quello della polemica politica denunciando l'uso violento e strumentale della leva giudiziaria nella transizione del sistema politico italiano da una Repubblica dei partiti a una delle oligarchie e dei potentati economici. Ritiene l'accanimento giudiziario nei suoi confronti l'espressione massima di questa strategia. Nei sei anni di permanenza in Tunisia pubblica su questo centinaia di articoli, note, comunicati e alcuni volumi (tra cui Il caso C.); comunica ordinariamente via fax. Dedica il suo tempo anche agli amati studi garibaldini, alla composizione di litografie e alla pittura di anfore con la vernice tricolore che cola dall'alto verso il basso (che sintetizzerà con il motto "L'Italia che piange").
Le sue condizioni di salute, critiche già dal 1996, si aggravano ulteriormente. Viene operato per un tumore al rene da chirurghi dell'Ospedale San Raffaele di Milano di concerto con i colleghi tunisini. L'intervento riesce, il suo rene viene espiantato, ma non ci sarà invece il tempo per un'ulteriore operazione resa necessaria dai problemi al cuore e dal diabete cronico. L'unica speranza sarebbe stato un complesso intervento cardiochirurgico in Italia, ma fu posto il veto della magistratura.
Bettino Craxi muore ad Hammamet il 19 gennaio 2000 per un arresto cardiaco. Per suo desiderio viene sepolto nel piccolo cimitero cristiano della cittadina tunisina. Sulla sua tomba ha voluto la scritta "La mia libertà equivale alla mia vita".
(profilo biografico a cura della Fondazione Bettino Craxi)
I documenti confluiti nell'archivio provengono dai tre luoghi in cui si è svolta la vicenda umana e politica di Bettino Craxi: Milano, Roma, Hammamet. In ciascuno di questi luoghi sono esistiti, in tempi diversi e a tratti coincidenti, uno o più uffici e abitazioni nei quali Craxi ha scritto, accumulato materiale cartaceo, ricevuto lettere e documenti.
Alla molteplicità di luoghi geografici va aggiunta quella dei luoghi di lavoro nell'ambito di Milano, dove all'ufficio di piazza Duomo si aggiunge l'abitazione privata, e di Roma, dove Craxi è stato per lunghi anni deputato con un suo ufficio a Montecitorio e dal 1983 al 1987 presidente del Consiglio dei ministri con sede a palazzo Chigi; sempre a Roma ha avuto, negli anni della sua segreteria, un ufficio all'ultimo piano della sede centrale del Psi in via del Corso e contemporaneamente un altro luogo di lavoro presso la sua abitazione, all'hotel Raphael; e infine da ex segretario, prima della partenza per Hammamet, si è trasferito due volte, la prima per un breve periodo in un appartamento nei pressi della sede nazionale del Psi e poi in un ufficio sito in via Boezio che era la sede dell'associazione Giovine Italia. Alcune testimonianze parlano di un primo trasferimento dei documenti dalla sede nazionale del Psi avvenuto in modo fortunoso e non del tutto pacifico, il che potrebbe in parte spiegare sia le lacune già riscontrate in sede di prima ricognizione che la presenza di documenti la cui appartenenza alle carte di Craxi non è altrimenti facilmente spiegabile.
Infine è importante ricordare che nel momento in cui si trasferisce ad Hammamet Craxi porta con sé un certo numero di documenti e negli anni seguenti ne chiede via via altri, fornendo indicazioni che si immaginano il più possibile precise ma che vengono seguite solo in parte: più di una testimonianza rileva che questi trasferimenti comprendevano spesso, con le carte richieste specificamente da Craxi, anche altri documenti che erano conservati insieme o vicini a quelli richiesti.
Negli anni passati ad Hammamet Craxi non ha più una segreteria strutturata, sebbene sia coadiuvato da alcuni collaboratori locali, e si appoggia alla sua segretaria di Roma, Serenella Carloni. Fu in sostanza archivista di se stesso, con i pregi e i difetti che questo comporta (soprattutto una modalità di accesso ai documenti a esclusivo uso personale). Purtroppo dopo la sua morte sono avvenuti già ad Hammamet interventi sulle sue carte che ne hanno alterato lo stato originario.
La compresenza di così tanti luoghi di lavoro ha sicuramente comportato una complessa gestione documentaria, anche dal punto di vista dei necessari spostamenti di carte per la continuità dell'attività di documentazione politica; questa caratteristica e, soprattutto, le vicende subite dai documenti sia nei concitati anni finali della vita di Bettino Craxi che nel momento del loro recupero da parte della Fondazione spiegano il notevole disordine con cui l'archivio si presentava all'inizio della fase di ordinamento. Quando, nel 2004, ha avuto inizio l'intervento archivistico, il Fondo si presentava suddiviso in due complessi documentari, provenienti uno dall'Italia e l'altro dalla Tunisia. Questa suddivisione, conseguenza delle vicende che hanno interessato gli ultimi anni della vita dello statista, non è stata mantenuta; si è però fornita in nota l'indicazione relativa alla eventuale provenienza del documento da Hammamet.
Bettino Craxi
1959 - 2000
275 scatole.
L'ordinamento e la schedatura analitica (2004-2007) sono opera di un gruppo di archivisti della società Memoria srl: Sabrina Auricchio, Pierpaolo Caputo, Emanuela Fiorletta, Leonardo Musci (coordinatore), Lucia Petese, Noemi Procaccia, Roberta Rampa, Cristina Saggioro e Arianna Terzi. L'inventario analitico (2007-2008) è stato curato da Leonardo Musci, Cristina Saggioro ed Emanuela Fiorletta. E' stato pubblicato nel volume Inventario del'Archivio Craxi, pubblicato dalla Fondazione Bettino Craxi (2008).