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Giorgio Del Vecchiocirca 1900 - 1970

Giorgio Del Vecchio nasce a Bologna il 26 agosto 1878 e rimarrà sempre legato alla sua città natale, sino alla morte, avvenuta a Genova il 28 novembre 1970, occupandosi da ultimo anche della storia locale. Il successivo trasferimento a Genova del padre - docente di statistica - lo porta a laurearsi e a vivere in questa città, dove nel 1902 pubblica su Il Convito e sulla Rivista ligure di scienze lettere ed arti. Nello stesso periodo si dedica a due saggi scientifici, uno L'evoluzione della ospitalità, apparso sulla Rivista italiana di sociologia, e l'altro, Il sentimento giuridico, sulla Rivista italiana per le scienze giuridiche. Insegna Filosofia del diritto nel 1903 presso l'università di Ferrara e pubblica Le dichiarazioni dei diritti dell'uomo e del cittadino nella rivoluzione francese. Nel frattempo avvia alcune delle relazioni internazionali che caratterizzeranno la sua attività scientifica, frequentando l'Università di Berlino, dove conosce Lasson, Kohler e Paulsen.
Nel 1906 viene chiamato presso l'Università di Sassari e successivamente, nel 1909, in quella di Messina; diventato ordinario, si trasferisce dall'università di Messina a quella di Bologna e nel 1920 a quella di Roma.
Nel 1905 scrive I presupposti filosofici della nozione del diritto, nel 1906 Il concetto del diritto e nel 1908 Il concetto della natura e il principio del diritto, raccolte successivamente nell'opera Presupposti, concetto e principio del diritto denominata anche Trilogia nel 1959, apparsa in America già nel 1914 con il titolo unitario The formal bases of law, presso la Boston Book Company e inserita nel 1921 nella The modern legal philosophy series.
Il suo lavoro, in realtà, si muove tra idealità e prassi del diritto, nella ricerca costante di un'armonia che chiarifichi le distonie; l'ispirazione a Kant lo fa certo assimilare alla Scuola di Marburgo, mentre l'attenzione all'idealismo tedesco, lo porta a criticare, in modo metodico, sia il positivismo filosofico che quello giuridico. Per queste sue convinzioni viene invitato a scrivere nel 1911, su La Critica diretto da Benedetto Croce, - che disapproverà in seguito alcune posizioni di Del Vecchio - il lavoro La comunicabilità del diritto e le idee del Vico.
Accanto all'attività di studioso di filosofia del diritto emerge quella di studioso di filosofia politica e di osservatore della realtà del tempo come pubblicista.
Nel 1925 viene nominato rettore dell'Università di Roma e al termine del biennio cura il volume L'università di Roma. Sotto il profilo speculativo, la discussione sui temi della giustizia si approfondisce, sino a concretizzarsi in un lavoro dal titolo La giustizia, nato originariamente come testo per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Roma, ma successivamente presentato in una progressiva riflessione dapprima nell'Annuario dell'università (anno accademico 1922-23) e poi, arricchito di ulteriori e più significative questioni, sulla Rivista internazionale di filosofia del diritto e, nel 1924, come lavoro autonomo, ristampato nel 1946 e nel 1959 e tradotto in diverse lingue.
Per Del Vecchio alla base della giustizia vi è «il riconoscimento eguale e perfetto, secondo la pura ragione, della qualità di persona, in sé come in tutti gli altri, e per tutte le possibili interferenze tra più soggetti», coadiuvato da «un originario diritto alla solitudine», che sottolinea, proprio a partire da quegli anni, la discussione sul diritto alla riservatezza trattato anche in Diritto, società e solitudine, nel 1957, sulla rivista Filosofia.
Nel 1920-21, anno di inizio del suo insegnamento a Roma, pubblica le Lezioni di filosofia del diritto, dapprima come dispense, poi in una stampa (1930) ampliata con i successivi ripensamenti e tradotta in varie lingue, compreso il giapponese.
Sempre del 1921 è la direzione dell'Archivio giuridico che restaura completamente dopo dieci anni di interruzione; fonda la Rivista internazionale di filosofia del diritto, diffusa in Italia e all'estero, con una profonda e significativa apertura a tutte le posizioni. Tra i suoi allievi e collaboratori di questi anni Guido Gonella e Giuseppe Capograssi.
Tra le opere di G. Del Vecchio, si ricordano Le dichiarazioni dei diritti dell'uomo e del cittadino nella rivoluzione francese, Genova, 1903. Tra le sue opere: Il sentimento giuridico, 1902; L'etica evoluzionista, 1902; La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, 1903; Diritto e personalità umana, 1904; I presupposti filosofici della nozione del diritto, 1905; Sulla teoria del Contratto sociale, 1906; Il concetto del diritto, 1906; Il concetto della natura e i principio del diritto, 1908; Sull'idea di una scienza del diritto, 1908; Sull'idea di una scienza del diritto universale comparato, 1908; Il fenomeno della guerra e l'idea della pace, 1909; Positività come carattere del diritto, 1911; Principi generali del diritto, 1921; Sulla statualità del diritto, 1928; Stato e società degli Stati, 1922; La crisi della scienza del diritto, 1933; La crisi dello Stato, 1933; Il problema delle fonti del diritto positivo, 1934; Individuo, Stato e Corporazione, 1934; Etica, Diritto e Stato, 1934; Diritto ed Economia, 1935; L'homo juridicus e l'insufficienza del diritto come regola della vita, 1936; Sull'involuzione del diritto, 1938; Sul fondamento della giustizia penale, 1945; Verità e inganno nella morale e nel diritto, 1945; Dispute e conclusioni sul diritto naturale, 1948; Storia della filosofia del diritto (1950); Mutabilità ed eternità del diritto (1954); Studi sul diritto (1958); Parerga (1961-1967).

L'Archivio fa parte della generosa donazione che Del Vecchio fece all'Istituto di Filosofia del diritto dell'Università di Roma "La Sapienza", comprendente anche la sua ricchissima biblioteca personale, racchiude tutti i carteggi che ha intrattenuto tra il 1900 e la seconda metà degli anni '60 con i maggiori giuristi e filosofi del diritto italiani e stranieri e con le principali personalità italiane del mondo culturale, politico, religioso, istituzionale dell'epoca.

Giorgio Del Vecchio

circa 1900 - 1970

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