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Società Geografica Italiana (1867)

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Storia

La Società geografica italiana fu fondata a Firenze il 12 maggio 1867 da quasi duecento studiosi e geografi per iniziativa di Cristoforo Negri, che ne fu il primo presidente, e di Orazio Antinori; fondamentale fu l'incoraggiamento dell'allora Ministro dell'istruzione pubblica, Cesare Correnti.
Eretta in in ente morale con R.D. del 21 marzo 1869, n.2119; istituzione culturale ai sensi della legge 17 ottobre 1996, n.534 ed associazione ambientalista ai sensi della legge 8 luglio 1986, n. 349.
Si erano già avuti tentativi di costitutire un'associazione di questo tipo (a Torino, Napoli, Firenze, Bologna), ma soprattutto le condizioni politiche del periodo avevano gravamente frenato le iniziative in materia. Nel1867, invece, completata la prima fase dell'unificazione nazionale, ottenuta una posizione nel "concerto delle potenze", iniziata l'espansione dell'economia, avviate le riforme dell'insegnamento pubblico, il momento era divenuto favorevole anche per la Geografia, soprattutto come studio e conoscenza di terre lontane, e come premessa all'espansione economica e politica nazionale.
Funzionari, imprenditori, persone di cultura, seguivano con grande attenzione le iniziative e le pubblicazioni a carattere geografico ele notizie chel, grazie al telegrafo, arrivavano da ogni parte del mondo.
Anche in Italia si diffuse il nuovo atteggiamento: la Società geografica, dopo solo otto mesi dalla sua fondazione contava quattrocento soci, e circa milleduecento dopo quattro anni di vita.
Nei primi tempi della sua attività la Società non s'impegnò dirittamenta in vere esplorazioni; si ebbe, però, un'attenta cura per il "Bollettino della Società geografica italiana", uscito a partire dal 1868; si promosse, oltre il forte incremento numerico dei soci, l'istituzione di tre diversi premi per studi e iniziative in campo geografico; si ottenne l'appoggio di enti governativi e il riconoscimento di "ente morale" (1869).
Nel 1872 la Società geografica si trasferiva a Roma, nuova capitale, come richiedeva lo statuto, e avviava un deciso programma di azione voluto dal suo secondo presidente, Cesare Correnti. Già nel 1869-1870 la Società aveva organizzato una piccola spedizione in Eritrea, nel 1875 un'altra escursione si rivolse alla Tunisia, nel 1876 partiva la "Grande spedizione ai laghi equatoriali, diretta verso l'Etiopia orientale e meridionale. Tutte le tre furono condotte da Orazio Antinori, che proprio in Etiopia morì.
Non è difficile notare che si trattava di regioni che attiravano l'interesse politico ed economico dell'Italia; l'organizzazione e le disavventure della "Grande spedizione" coinvolsero massicciamente l'opinione pubblica, richiamando siìulla Società e sulla geografia un'attenzione inedita.
Da allora, si susseguirono decine di iniziative: in Marocco (G. Adamoli, 1878); al Lago Vittoria (C. Piaggia e R. Gessi, 1878); alla scoperta del Passaggio di Nord-Est (G. Bove, aggregato ad una spedizione svedese, 1878-1880); in Harara e Dancalia (G. Giulietti, 1879-1881); dal Mar Rosso al Golfo di Guinea (P. Matteucci e A. M. Massari, 1880-1881); alla Terra del Fuoco (G. Bove, 1881-1882); in Dancalia (P. Antonelli); in Sudan (E. Dabbene); in Paraguay (G. Boggiani, 1882); nel bacino del Congo (G. Savorgnan di Brazzà e A. Pecile, 1883-1886); in Birmania (L. Fea, 1885-1888); ancora in Harar (G. P. Porro e G. Licata, 1886); in Somalia (L. Robecchi Bricchetti, 1890-1891); in Somalia ed Harar (E. Baudi di Vesme e G. Candeo, 1890-1891); in Somalia ed Etiopia meridionale (V. Bottego, 1892-1893 e 1895-1896).
Accanto a queste spedizioni, le più note, molte altre vennero organizzate, o patrocinate, dalla Società geografica, il più delle volte in Africa, ma anche in Sudamerica, in Asia centrale, in Papuasia e spesso con buoni risultati scientifici.
Con l'inizio del Novecento si concludeva la fase "eroica" delle esplorazioni geografiche, e ancora più nettamente che in precedenza l'attività esplorativa si svolse nell'ambito delle regioni politicamente interessanti per l'Italia: Albania (A. Baldacci, 1892-1902), Anatolia (L. Vannutelli, 1904-1906), Egeo (A. Martelli, 1912), e poi, naturalmente e soprattutto, Libia e Africa orientale, con una dozzina di importanti spedizioni tra le due guerre. Ma non mancarono, ancora, iniziative di altro tenore, come il volo polare di Umberto Nobile (1927-1928), o la spedizione al Karakorum di Aimone di Savoia (1929).
Solo nell'ultimo dopoguerra, quando cambiarono nettamente le condizioni internazionali e gli indirizzi della politica estera italiana, la Società geografica non ebbe più l'opportunità di impegnarsi direttamente in attività esplorative, mentre entrava in un periodo di innegabile crisi di trasformazione. Fin dalla fondazione, però, la Società aveva avuto fra i suoi scopi anche quello di promuovere la geografia "scientifica", e non solo quella esplorativa. Dal 1872 aveva avviato ufficialmente e concretamente la collaborazione con le analoghe società estere, attraverso i congressi geografici internazionali (due dei quali organizzò, nel 1881 e nel 1913). La Società prenderà pure l'iniziativa di organizzare i congressi geografici italiani, il primo dei quali si svolse nel 1892 a Genova, in occasione delle celebrazioni colombiane.
Ma è alle ricerche e agli studi, e alle relative pubblicazioni, che la Società dedicherà le cure più costanti, spaziando in tutti i campi di studio della geografia. Nel 1875 pubblicava gli Studi bibliografici e biografici sulla storia della geografia in Italia (molto ampliati nel 1881), che sono ancora un'opera di riferimento; nel 1888-1889 eseguiva un'inchiesta sull'emigrazione italiana all'estero i cui risultati formarono la base per il servizio statale di tutela degli emigranti; per il IV Centenario colombiano curava una mastodontica Raccolta di studi e documenti sulla scoperta dell'America; avviava la pubblicazione di un Atlante di geografia moderna che segnava la rinascita di una scuola italiana di cartografia; metteva a punto studi attenti e fondamentali sui terremoti di Calabria (1907), di Messina (1908) e della Marsica (1915) e uno sulle frane in Italia ((1907-1910), tuttora necessario alle ricerche; nei decenni seguenti, mentre proseguiva la pubblicazione dei risultati delle varie spedizioni, la Società avrebbe pubblicato centinaia di altri saggi e monografie, in gran parte relativi all'Italia, a cominciare dai territori annessi dopo la prima guerra mondiale. Lo scopo centrale della sua attività diverrà così il progresso delle conoscenze geografiche: sia come approfondimento, aggiornamento, innovazione delle conoscenze, sia anche come diffusione di una cultura geografica e di una consapevolezza ambientale.

Archivi

Società geografica italiana. Fondo amministrativo 1867 - 1921

Società geografica italiana. Fondo amministrativo

1867 - 1921

Inventario sommario a cura di Simonetta Cervelli e Miriana Di Angelo Antonio, con il coordinamento archivistico di Michele Franceschini e scientifico di Claudio Cerreti, 1992. Immissione dati in GEA eseguita da Sandra Dolci e Gabriella Restaino. Dal 2005 è in corso la normalizzazione con la collaborazione di Aurora Di Stasio.

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