Società geografica italiana. Fondo amministrativo1867 - 1921
La Società geografica italiana si costituisce a Firenze, allora capitale del Regno d'Italia, il 12 maggio 1867 con 163 soci fondatori per iniziativa di Cristoforo Negri che fu anche il suo primo presidente.
La Società il 21 marzo 1869 fu eretta in ente morale con R. D. n. 2119. Il numero dei soci aumentò esponenzialmente e i duecento iniziali divennero il doppio nell'anno successivo e quasi milleduecento a soli quattro anni dalla sua istituzione. L'articolo 2 dello statuto della Società approvato nell'assemblea generale del 26 gennaio 1868, recita: "Scopo della Società è il progresso della scienza geografica in qualunque suo ramo, e ad ottenere un tale intento:
a) si faranno pubbliche letture, e si pubblicheranno gli Atti della Società,
b) si manterranno continue relazioni colle altre Società Geografiche,
c) si promuoverà ogni studio specialmente diretto alla esatta conoscenza del suolo italiano
d) si daranno istruzioni e possibili appoggi ai viaggiatori,
e) Si promuoveranno gli interessi economici d'Italia, e segnatamente quelli relativi alla navigazione, ed al commercio, nei limiti però essenzialmente scientifici".
L'articolo 3 stabiliva che: "La Società è composta da un numero indefinito di Soci italiani, in qualunque luogo essi risiedano: anche gli stranieri sono accettati al pari dei nazionali".
Il consiglio della Società era composto da un presidente, quattro vice presidenti, quattro segretari e venti consiglieri. Il consiglio poteva, quando ritenuto opportuno, conferire premi per viaggi e esplorazioni e studi di grande rilievo scientifico e proporre all'assemblea i soci d'onore.
Gli Atti della Società, raccolti inizialmente in fascicoli mensili, venivano poi pubblicati in volumi al termine di ogni anno; nel 1868 iniziò la pubblicazione del Bollettino, mai sospeso, veicolo di comunicazione con i soci e gli studiosi della geografia e che valorizzava anche eventi e inziative esterni alla SGI. Tutti i soci potevano partecipare alle adunanze generali che si tenevano mensilmente e che rappresentavano un momento di confronto, riflessione e approfondimento di temi geografici e scientifico culturali considerati rilevanti.
Nel corso degli anni la Società ha organizzato o patrocinato spedizioni geografiche in vari paesi del mondo, soprattutto in Africa, Sudamerica e Asia centrale, realizzate da uomini quali Giulio Adamoli, Orazio Antinori, Carlo Piaggia, Pellegrino Matteuccci, Giovanni Miani, Pietro Antonelli, Vittorio Bottego, Carlo Porro, Luigi Robecchi Bricchetti, Amedeo d'Aosta, Giacomo Bove, Umberto Nobile e altri ancora. Di rilevanza, il compito istituzionale svolto attraverso la collaborazione con analoghe società estere, soprattutto con l'organizzazione di congressi geografici internazionali e con associazioni nazionali affini per la realizzazione dei congressi italiani. Anche in ambito cartografico, la Società ha svolto un ruolo di primaria importanza nella cura di atlanti come l'" Atlante di geografia moderna" che segnò il nascere di una nuova scuola italiana di cartografia.
Pur salvaguardando i principi fondamentali che lo animavano agli inizi, lo statuto societario ha subito diverse modifiche, l'ultima delle quali, assunta con delibera dell'Adunanza generale Straordinaria dei Soci in data 22 novembre 1991 e 26 marzo 1992 con decreto del Ministro dei Beni Culturali e Ambientali del 28 luglio 1992.
La Società è divenuta associazione ambientalista ai sensi della legge 8 luglio 1986 n. 349 e istituzione culturale con la legge 17 ottobre 1996 n. 534.
Allo stato attuale, l'archivio della Società geografica italiana consta di tre distinte sezioni, per un totale di circa 150 buste solo per il periodo 1867-1945: l'archivio "amministrativo", quello "storico" e infine una "appendice dell'archivio storico". Questa suddivisione, tutt'altro che efficace ai fini della ricerca dei documenti, è stata ereditata dalla tradizionale organizzazione del materiale archivistico, senza che fosse possibile procedere ad un tentativo di riaccorpamento fisico del materiale, per ottenere un migliore ordinamento.
La preoccupazione di organizzare un archivio della Società fu precoce: abbiamo riferimenti, già un anno dopo la fondazione della Società, all'esistenza di un registro copialettere (perduto come i successivi e come i registri di protocollo) e, poco più tardi, all'esigenza di un migliore ordinamento della documentazione - e in specie della corrispondenza. Inizialmente alimentato solo dalla corrispondenza con i soci e con studiosi di varia provenienza (molti gli stranieri), ben presto l'archivio cominciò ad arricchirsi di relazioni e materiali vari (taccuini, disegni dal vero, fotografie, schizzi cartografici ecc.) prodotti da viaggiatori, cosicché accanto a documenti comuni si cominciò a raccoglierne di più interessanti e produttivi sotto il profilo scientifico. Questa parte dell'archivio crebbe specialmente intorno al 1870, quando la Società prese a organizzare viaggi propri, così che, insieme con i materiali prodotti dai viaggiatori nel corso delle esplorazioni e con le relative risultanze (relazioni finali, bozze di stampa, elenchi delle raccolte e simili), nell'archivio vennero raccolti anche tutti i documenti riguardanti la preparazione dei viaggi, le lunghissime corrispondenze preliminari, i finanziamenti e i costi: inutile forse aggiungere che questo secondo aspetto della documentazione appare, ai nostri occhi, quasi più interessante di quello riguardante l'esecuzione vera e propria dei viaggi, sulla quale generalmente si hanno già notizie più o meno ampie e precise, mentre quasi tutto si ignora dei "retroscena". Con la parte più "nobile" di questi materiali, riguardante l'esecuzione e i risultati delle esplorazioni, e poi con carte relative a singole figure di studiosi e viaggiatori o a specifiche iniziative (ricerche, convegni, pubblicazioni e simili), sulla fine degli anni 1880 si diede vita al cosiddetto "archivio storico" scorporando dall'archivio complessivo numerosi documenti.
A questa sezione si aggiunse più recentemente una "appendice", composta da materiale rinvenuto fisicamente al di fuori degli archivi (esposto nel museo della Società o depositato in biblioteca) e privo di indicazioni archivistiche, ma di natura sostanzialmente affine ai documenti dell'archivio "storico"; più recentemente ancora sono stati versati presso la SGI alcuni archivi privati di grandi studiosi e viaggiatori italiani che con la Società avevano avuto stretti rapporti. Benché l'organizzazione fisica del materiale corrisponda ad una logica che nel documento vedeva non tanto la puntuale e complessiva registrazione degli eventi, quanto la dimostrazione dei presunti meriti dell'associazione - attraverso l'esaltazione dell'archivio "storico" a detrimento di quello "amministrativo" - e, ovviamente, la speculare sottovalutazione delle difficoltà e dei problemi così ben documentati, invece, proprio dall'archivio "amministrativo" - la ricchezza del materiale è tuttavia notevole, nonostante qualche probabile perdita subita nel corso del tempo: oltre le esplorazioni geografiche che ricevono l'attenzione maggiore da parte degli studiosi, vanno citate almeno le iniziative che la SGI assunse in campo migratorio; proposte, richieste e "consulenze" su indirizzi e fasi dell'espansione coloniale e, più tardi, sull'assetto e l'utilizzazione delle colonie; proposte ed interventi sull'istruzione scolastica e universitaria in Italia, sullo sviluppo delle discipline geografiche e sulla cartografia; attività di ricerca e di studio avviate e svolte in Italia e fuori.
Società geografica italiana. Fondo amministrativo
1867 - 1921