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Costituente socialista1959 - 1999

Costituente aperta per la ricostruzione di un partito socialista (brevemente denominata anche Costituente aperta per il socialismo), è un'iniziativa avviata il 4 maggio 1995 da ottantasette ex parlamentari socialisti e socialdemocratici i quali, nel tentativo di non disperdere i cento anni di storia socialista italiana, elaborano una proposta politica finalizzata alla ricomposizione della "diaspora" delle forze socialiste successiva alla "tempesta politica" del 1993 e alla scioglimento del Partito socialista di Bettino Craxi (vedi fascc. 2, 5). Nelle intenzioni dei promotori Costituente aperta, "ponendosi il compito di riunificare vari spezzoni del socialismo italiano", vuole costituire un organismo permanente di censimento di tutte le forze che si ispirano agli ideali e ai valori del socialismo e, soprattutto, vuole caratterizzarsi come un centro di confronto e dibattito culturale e politico, che consenta di raccogliere tutte le forze e i suggerimenti provenienti dalle forze eredi del Partito socialista (Socialisti italiani, Federazione laburista, Alleanza democratica), dalle associazioni, dalle fondazioni, dalla stampa di ispirazione socialista e dagli ex dirigenti che hanno operato nelle istituzioni repubblicane. Costituente aperta - si legge nel documento - non intende proporsi come un nuovo partito politico, ma si articolerà "esclusivamente in un Coordinamento nazionale e in venti coordinamenti regionali che si andranno costituendo spontaneamente, per iniziativa di tutti quei compagni socialisti che a pieno titolo hanno fatto parte - o facciano parte - del Parlamento italiano, dei consigli regionali, provinciali e comunali, nonché dei dirigenti e quadri di partito già collocati negli organismi regionali, provinciali e comunali o che tuttora ne facciano parte".
Il nuovo organismo ha sede in Roma, in Via Nazionale, presso il Centro europeo di studi politici economici e sociali (Cespes).
I contatti tra gli esponenti socialisti, per un'iniziativa comune che consentisse il superamento della crisi politica determinata dalle indagini della magistratura dei primi anni Novanta (inchiesta di "Mani pulite") e la individuazione di un esteso sistema di corruzione in atto nella Pubblica amministrazione con il fine ultimo del finanziamento illecito ai partiti (fenomeno genericamente denominato "Tangentopoli"), erano iniziativa già nei primi mesi del 1995 (vedi fasc. 2), quando le personalità e le forze politiche di matrice socialista ricostituitesi all'indomani dello scioglimento del Psi, si erano pronunciate, in vista delle elezioni, per il sostegno al centro-sinistra e alla candidatura di Romano Prodi alla presidenza del Consiglio.
Nei mesi immediatamente successivi all'avvio formale dell'iniziativa, Costituente aperta promuove numerose iniziative per l'apertura di un dialogo con le forze di ispirazione socialista, finalizzato all'individuazione di un terreno comune di lavoro e all'elaborazione di un'ipotesi politica capace di rappresentare in modo unitario gli eredi del socialismo italiano. Nel giugno del 1995 viene costituito il Comitato di coordinamento nazionale, del quale fanno parte i senatori Giuseppe Averardi e Paolo Vittorelli, unitamente ad Alessandro Menchinelli e Filippo Caria e viene avviata la costituzione dei coordinamenti regionali. Sul fronte esterno la prima iniziativa riguarda l'appello per l'adesione a Costituente aperta, al quale rispondono positivamente circa cento parlamentari socialisti e socialdemocratici. Vengono inoltre avviati una serie di incontri esplorativi con esponenti di area socialista, tra i quali Gino Giugni per i Socialisti italiani, Giorgio Benevenuto per Alleanza democratica, Valdo Spini per la Federazione laburista e Gian Franco Schietroma per i socialdemocratici, nei quali il confronto riguarda la costituzione di una organizzazione a struttura federale, autonoma anche se collocata nel centro-sinistra, che rappresenti politicamente in modo unitario l'area socialista (vedi fasc. 11 "L'appello dei 100 per la ricostituzione di un unico partito socialista"). Sempre nello stesso periodo prende corpo l'idea di un meeting di tutte le forze socialiste, da tenersi nel mese di ottobre, sul tema "Dalla diaspora all'unità", che sarà preparato da una serie di incontri e convegni di studio previsti per il 28 settembre ("Informazione disinformazione e democrazia"), il 5 ottobre ("Sistemi elettorali e riforme istituzionali") e il 12 ottobre ("Il problema della forma-partito nel sistema dell'alternanza"). Per la preparazione del meeting vengono inoltre costituite delle commissioni di studio preposte all'elaborazione dei documenti da presentare alla discussione dei partecipanti (per le bozze dei documenti stessi vedi fasc. 14).
I risultati della discussione scaturiti dal meeting del 22 ottobre, che si apre con un messaggio al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (vedi fasc. 19), sono esposti nello "Appello dei 1500 dell'Eur" (vedi fasc. 20), e ripercorrono il progetto di Costituente aperta, auspicando la creazione di un partito, che dovrebbe rinascere dalla confluenza di Socialisti italiani, laburisti, socialdemocratici, con l'adesione della Uil, da collocare nell'area del centro-sinistra, anche se in forma autonoma rispetto al Pds e al Ppi. A tal fine, a partire dal mese di novembre, vengono avviati una serie di incontri ("Tavolo dei socialisti", vedi fascc. 21, 23, 28, 31), con il preciso intento di tradurre in proposte operative il programma delineato nel corso del meeting nazionale e procedere all'elaborazione di un programma politico comune degli aderenti all'iniziativa.
Dopo i primi incontri, che sembrano precludere alla possibilità di una conclusione positiva per il processo di riavvicinamento tra le varie anime del socialismo italiano, il panorama del confronto muta radicalmente, alla fine del 1995, in seguito alla caduta del governo. Nei primi mesi del 1996 gli incontri degli esponenti socialisti risultano infatti espressamente finalizzati alla presentazione di una lista socialista comune, unitamente alle altre forze laiche e democratiche, da collocare nell'Ulivo nel sistema maggioritario e come lista autonoma, seppure nell'ambito del centro-sinistra, nel sistema proporzionale (il doppio sistema maggioritario e proporzionale era previsto per l'elezione dei deputati). Le resistenze provenienti da più parti, in particolare dai Socialisti italiani, portano al fallimento del progetto, provocando grande delusione nei rappresentanti di Costituente aperta che debbono constatare l'assenza di un simbolo elettorale socialista unitario alle elezioni della primavera del 1996 (vedi fasc. 38).
All'indomani delle elezioni del 21 aprile, che vedono la vittoria del centro-sinistra e l'insediamento del governo presieduto da Romano Prodi, Costituente aperta lancia una nuova proposta politica, emersa dalla riunione del Coordinamento nazionale del 3 maggio 1996, nel corso del quale è anche nominata la Commissione delle risoluzioni, composta di ventuno membri, cui spetta il compito di individuare le tappe operative per la realizzazione della proposta. Il nuovo progetto è esposto nel "Manifesto di Costituente aperta", che propone di passare alla realizzazione di una Costituente socialista, che dovrà caratterizzarsi come compagine unitaria, articolata in autonomie territoriali e di comparto. La risoluzione del Coordinamento, "Proposta d'impianto per rinnovata presenza socialista", espone inoltre i principi fondanti del nuovo soggetto politico, descrivendo dettagliatamente la nuova concezione della politica, la nuova strategia e il nuovo modello di partito cui dovrà ispirarsi la Costituente socialista (vedi fascc. 39, 40). La proposta sarà sottoposta ai rappresentanti e ai militanti socialisti attraverso un sondaggio.
La nascita del nuovo soggetto politico è formalizzata nel convegno del 6 luglio 1996, svoltisi a Roma, ed è accompagnata da un ampio dibattito interno riguardante il progetto politico, facente capo a Giuliano Amato e Massimo D'Alema (segretario del Pds) per la creazione di un partito unico del socialismo europeo. Nel corso dei lavori si sottolinea come le prospettive della sinistra e dell'Ulivo siano strettamene intrecciate alla "questione socialista" e come nel nuovo contesto, che vede l'adesione di Costituente socialista, il confronto con le altre forze politiche renda fondamentale la realizzazione di un soggetto politico unitario che possa farsi portatore delle istanze provenienti dall'area socialista aderente al futuro partito.
La seconda metà del 1996 vede Costituente socialista, che dopo il Coordinamento nazionale del 23 luglio ha lanciato un manifesto programmatico per la costituzione in Italia di un grande partito del socialismo europeo, impegnata su un duplice fronte: da un lato il confronto con il Pds relativo alla forma che dovrà assumere il nuovo partito e ai rapporti interni tra le forze politiche che in esso confluiranno, dall'altro il confronto interno al mondo socialista, finalizzato alla ricerca della adesione più ampia possibile al nuovo partito e alla mobilitazione del mondo socialista. Costituente socialista propone inoltre al Pds la realizzazione di un grande forum nazionale della sinistra, all'interno del quale sia possibile approfondire la discussione intorno al nuovo soggetto unitario.
Il processo politico per l'unificazione storica delle forze della sinistra italiana, denominato Cosa 2, viene avviato con gli Stati generali della sinistra, fissati per il febbraio 1997 a Firenze. Le forze di area socialista aderenti al progetto, in vista della scadenza, lavorano per la costituzione di un vasto movimento nazionale in grado di rappresentare unitariamente i valori, gli ideali e la tradizione politica delle forze laiche, democratiche e socialiste, e che consenta di presentarsi, come un interlocutore unico, al confronto con le altre forze politiche. Il progetto è concretizzato nel corso di un incontro svoltosi al Teatro Flaiano di Roma, del settembre 1996, nel quale viene inoltre costituito il Movimento dei democratici e dei socialisti per l'unità della sinistra riformista (Mds) associazione politico-culturale con lo scopo di fornire un coordinamento tra i vari gruppi e personalità di ispirazione socialista e democratica, che partecipano all'iniziativa per la realizzazione in Italia di un grande partito riformista, collegato all'Internazionale socialista e al Partito socialista europeo (vedi fasc. 48). Nel mese di dicembre l'organismo assumerà la denominazione di Movimento dei democratici socialisti laburisti per l'unità della sinistra riformista (Mdsl).
Nel 1997 l'azione politica di Costituente socialista risulta finalizzata a un confronto interno con le componenti socialiste, che consenta il decollo del Mdsl e l'elaborazione di un contributo unitario che possa connotare in modo forte l'identità socialista all'interno della Cosa 2. Gli ostacoli provenienti da più parti, in particolare lo strappo dei socialisti riuniti nell'aprile a Roma, in via Palestro, che rinnegano le decisioni scaturite dall'incontro del Teatro Flaiano proponendo la costituzione di un nuovo partito socialista (vedi fasc. 57), sembrano portare al fallimento del progetto, confermato anche, come sottolinea Giuseppe Averadi in una lettera del giugno 1997, dalla "linea ondivaga" del Pds, che minimizza la partecipazioni socialista alla Cosa 2. Nel luglio 1997 il Forum della sinistra approva la bozza del documento che contiene i criteri ispiratori e le regole della nuova formazione politica della sinistra riformista, che nascerà nel febbraio 1998 e assumerà la denominazione di partito dei Democratici di sinistra (Ds), alla quale partecipano anche i socialisti organizzati nel Mdsl.
Non sono presenti in archivio documenti relativi alla nascita del nuovo soggetto politico. Il percorso dell'area socialista confluita nel partito è desumibile da due note del gruppo direttivo del Mdsl, rispettivamente del dicembre 1997 e del luglio 1999 ("Charta 99" per il Partito del socialismo europeo) (vedi fascc. 57 e 66), nelle quali sono evidenziate le difficoltà di rapporto tra il gruppo dirigente proveniente dal Pds e le componenti minoritarie, tra le quali quella socialista, soprattutto in rapporto all'organizzazione interna, alla direzione politica e alla definizione delle linee programmatiche. Le perplessità espresse nei documenti, come evidenziato dalla corrispondenza del 1998 con i militanti socialisti (vedi fasc. 65), rispecchiano in molti casi i sentimenti dell'elettorato socialista e risultano significative per la comprensione del delicato percorso politico che coinvolge gli eredi del socialismo italiano all'indomani della dissoluzione del Partito socialista.

L'archivio, sicuramente riferito all'attività di Costituente aperta per la ricostruzione di un partito socialista prima e, poi, a quella di Costituente socialista, conserva anche alcune carte personali di Giuseppe Averardi, che con ogni probabilità ha provveduto alla conservazione dei documenti dopo lo scioglimento della formazione.
Nel momento di passaggio tra le due formazioni politiche, luglio 1996, il numero di protocollo dei documenti prosegue con continuità.

Costituente socialista

1959 - 1999 con docc. in copia del 1947 e del 1954

fascc. 67

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