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Arialdo Banfi1913 - 1997

Arialdo Banfi nacque a Milano il 7 marzo 1913 da Angelo Banfi, ricco commerciante di origine bergamasca, e Alice Gandini. Laureatosi in Giurisprudenza, iniziò l'attività antifascista insieme al fratello Gian Luigi Banfi, affermato architetto milanese, poi morto nel 1945 nel campo di Gusen presso Mauthausen, e alla moglie Elena Moncalvi, figlia del chirurgo antifascista Ludovico Moncalvi). Dal 1941 al 1943 fu tenente addetto ad un reparto che operava in zona di "guerra non guerreggiata", prima in Sicilia poi nelle zone di occupazione italiana in Francia. Nel 1943 aderì, attraverso la conoscenza di Riccardo Lombardi, al Partito d'Azione (P d'A), e al Movimento federalista europeo, del quale fu tra i fondatori, e si impegnò nella divulgazione del manifesto federalista europeo scritto da Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Dall'ottobre 1943 operò in Val Pellice (Torino), organizzando le prime formazioni partigiane. Successivamente fu chiamato a far parte del Comitato di liberazione nazionale (Cln) piemontese, e poi nel direttivo del Partito d'Azione. Nel maggio del 1944 venne arrestato, torturato per due giorni e poi trasferito a Milano nel carcere di San Vittore, dal quale riuscì a fuggire con l'aiuto di Sergio Kusman, e del Cln, giunto ad Alessandria dove assunse il comando delle formazioni "Giustizia e Libertà" con il nome di battaglia di 'Ambrogio'. Arrestato nuovamente a Biella nel novembre 1944, non riconosciuto venne presto rilasciato. Tornato a Torino, partecipa all'insurrezione della città. Nell'immediato dopoguerra fu segretario del P d'A a Milano e poi membro della segreteria organizzativa nazionale, incarico che manterrà fino allo scioglimento del partito. Nel 1947 entrò nel Psi, divenendo ben presto membro del Comitato Centrale. Partecipò alle elezioni del 1953 per il Senato, ma venne eletto per la prima volta nel 1958, rimanendovi poi per tre legislature (nel collegio di Rho nel 1958 e nel 1963 e nel collegio di Milano nel 1968). Fece parte di Commissione lavoro e previdenza sociale, finanze e tesoro, assunse la presidenza della Commissione industria, Commissione commercio e commercio estero. Fece parte del primo governo Moro come sottosegretario agli Affari esteri. Si dimise dal governo durante la crisi del 1964. Non rieletto nel 1972, tornò ad esercitare la professione di avvocato, e a svolgere un'intensa attività nelle organizzazioni partigiane: è stato vicepresidente dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia e presidente della Federazione internazionale della resistenza, carica che mantenne fino al 1991, dedicandosi soprattutto alla battaglia per il disarmo. Tra gli altri incarichi: consigliere dell'Ente triennale e della Società Umanitaria. È morto a Milano il 7 giugno 1997.

La documentazione attualmente acquisita consta di 11 buste, fascc. 95 contenenti in grande prevalenza scritti, materiali di lavoro e rassegna stampa soprattutto di argomento resistenziale. E ' stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica per la Toscana, in data 11 novembre 2002, con provvedimento n.783.

Arialdo Banfi

1913 - 1997

buste 11, fascicoli 95, audiocassetta 1, fotografie 58.

Inventario a cura di Laura Rossi e Alessandra Frontani.

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