Giovanni Malagodi1860 - 1993
Giovanni Francesco Malagodi nasce a Londra il 12 ottobre 1904 da Gabriella Levi e Olindo Malagodi. La famiglia è originaria di Cento, in provincia di Ferrara, ma risiede a Londra per seguire l'incarico di corrispondente per La Tribuna di Olindo.
Nel 1926 Giovanni Malagodi si laurea in giurisprudenza a Napoli discutendo una tesi di filosofia del diritto sulle 'Ideologie politiche' che Benedetto Croce, suo relatore, farà pubblicare due anni dopo da Laterza nella Biblioteca di Cultura Moderna.
Poco prima della laurea inizia a lavorare - grazie all'interessamento di Raffaele Mattioli, in quel momento capo della segreteria di Giuseppe Toeplitz - presso la Banca commerciale italiana come allievo funzionario. Nel 1927 viene assunto alla Comit prestando servizio, in qualità di procuratore addetto, prima a Venezia poi a Berlino, Londra, Grecia e New York. Il 1930 lo vede vice-capo della segreteria di Giuseppe Toeplitz, nel 1932 è vice-direttore e nel 1933 condirettore.
Nel 1937 passa - come direttore generale prima e amministratore delegato poi - alla Sudameris (Banca franco-italiana per l'America del Sud), partecipata da Comit e da Paribas. Nel 1940, per neutralizzare la banca nell'imminenza della guerra, si decide di trasferirne la direzione generale a Buenos Aires, dove Malagodi rimane fino al 1947, anno in cui rientra in Italia con il ruolo di direttore centrale della Comit.
Tra il marzo 1947 e il 1953 viene distaccato presso il Ministero degli affari esteri come esperto di affari economici nella Delegazione italiana per il Trattato di Pace a Parigi. Fa parte, come ministro plenipotenziario, di varie istituzioni internazionali, in particolare il Bureau international du travail (BIT) e l'Organizzazione economica per la cooperazione europea, nella quale viene nominato presidente del Comitato per la mano d'opera. Partecipa alla fondazione del Comitato interministeriale per le migrazioni europee.
Nel 1953 prepara, su incarico del Governo italiano, un rapporto economico-sociale per lo sviluppo della Somalia, da sottoporre alle Nazioni Unite.
Nel giugno dello stesso anno, dopo aver redatto il programma economico approvato a Firenze dal Congresso del partito, viene eletto deputato liberale per la circoscrizione di Milano-Pavia. Verrà rieletto nello stesso collegio nel 1958, 1963, 1968, 1972 e 1976.
Dal 1954 al 1972 ricopre, all'interno del Partito liberale, la carica di segretario generale. Nel luglio 1972 viene eletto presidente nazionale; dal febbraio 1976 è presidente d'onore.
Dal 1961 al 1971 è presidente del Gruppo parlamentare liberale alla Camera; in questo periodo è membro della Commissione Esteri e presiede il Comitato permanente per gli affari della Comunità Europea.
Nel 1972, nel II governo Andreotti, è designato al Ministero del tesoro, carica che ricoprirà per soli tredici mesi, ma durante la quale predispone un Libro Bianco sulla spesa pubblica.
Nel 1979 viene eletto Senatore nel collegio di Milano I, l'incarico gli viene rinnovato nelle tornate elettorali del 1983 e del 1987. Al Senato è membro della Commissione Esteri, della Commissione Difesa, della Giunta per il regolamento e dall'agosto 1987 è presidente della Giunta Affari comunitari. Nel 1987 viene eletto Presidente del Senato e resterà in carica dal 22 aprile al 1 luglio, nell'ultimo scorcio della IX legislatura.
Ricopre cariche di rilievo, alternando la vice-presidenza, la presidenza e la presidenza d'onore, presso l'Internazionale liberale. Partecipa alla fondazione dell'Esecutivo della Federazione liberale, democratica e riformatrice della Comunità Europea; è membro del nuovo Comitato Monnet; membro della Mount Pélerin Society; presiede il Comitato editoriale della rivista «Libro Aperto»; è Consigliere fondatore della Fondazione Luigi Einaudi di Roma; è Presidente d'onore dell'Istituto per la storia del Movimento liberale. Nel 1990 riceve, primo italiano, il "Premio atlantico" istituito dalla Nato.
Dal febbraio 1989 al maggio 1990 è professore contrattista di Problematiche inerenti al processo di unificazione europea presso la facoltà di scienze Politiche dell'Università di Siena.
Muore a Roma il 17 aprile 1991.
Donato dagli eredi nel 1997, è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio con lettera del 27 gennaio 1998.
Giovanni Malagodi
1860 - 1993
7435 fascc. (488 bb., 66 ml)