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Antonio Cefaly1852 - 1928

Antonio Cefaly nacque il 10 novembre 1850 a Cortale (Catanzaro) da una famiglia di possidenti terrieri. Fu un'eminente personalità politica, legato agli uomini politici più insigni del suo tempo, come Giuseppe Zanardelli e Giovanni Giolitti. Deputato dalla XV alla XVIII legislatura (1882-1894), fu nominato senatore il 17 novembre 1898 per la terza categoria (i deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio) e ricoprì per tre volte, tra il 1913 e il 1923, la carica di vicepresidente della Camera alta.
Fu consigliere comunale e sindaco di Cortale (1873-1883) già a ventitré anni, poi consigliere provinciale di Catanzaro (dal 1875) e per breve tempo presidente di quel Consiglio (1903).
Parente di Andrea Cefaly, garibaldino dei Mille, nutrì come quest'ultimo sentimenti liberali progressisti. Alla Camera sedette a sinistra, votò generalmente con la maggioranza e sostenne la Pentarchia, ossia l'opposizione moderata di sinistra, contro il trasformismo di Depretis, guidata da Francesco Crispi, Giuseppe Zanardelli, Alfredo Baccarini, Benedetto Cairoli e Giovanni Nicotera.
Nonostante il suo incondizionato appoggio e le affinità ideologiche, rifiutò l'invito ad entrare nella formazione dei governi liberal-giolittiani, dapprima come ministro dei Lavori pubblici nel Governo Zanardelli, poi come ministro delle Finanze o dei Lavori pubblici di Giolitti.
Nei suoi interventi parlamentari si occupò prevalentemente di questioni agrarie, partecipò, tra l'altro, alla Commissione d'inchiesta sulle condizioni dei contadini del Mezzogiorno, ma svolse anche un ruolo importante nella discussione sulla riforma del Senato e fu a lungo membro della Commissione per il regolamento.
I circa 3.000 documenti di cui si compone il Fondo Cefaly ripercorrono la lunga carriera dell'uomo politico calabrese, dagli esordi nelle amministrazioni locali della sua regione fino al Parlamento nazionale. Con Giovanni Giolitti Cefaly ebbe un fitto scambio di lettere, che sono raccolte nella sezione epistolare del Fondo.
Morì a Roma il 24 aprile 1928.
Benedetto Croce, legato a Cefaly da lunga amicizia, volle dettare l'epitaffio sulla sua tomba a Cortale: «Nell'amministrazione del Comune e della Provincia / Nella Camera e nel Senato / Cinquant'anni operoso / Devoto costantemente / Al culto della libertà e alla grandezza della Patria / Lascia nobile retaggio ai suoi / La reverenza / Che alla sua anima leale e alla sua ferma fede / Tributano concordi amici e avversari / MDCCL - MCMXXVIII / Benedetto Croce».

Da un parziale ordinamento del fondo effettuato dal sen. Cefaly risultava evidente la volontà del senatore di organizzare il proprio archivio in fascicoli nominativi, che raccoglievano la corrispondenza, e in fascicoli per argomento per le rimanenti carte. È stata pertanto rispettata questa indicazione.
La maggior parte delle carte erano sciolte e, con alcune eccezioni, in buono stato di conservazione.

Antonio Cefaly

1852 - 1928

14 buste, 512 fascicoli

Disponibile per la consultazione online.

La digitalizzazione della documentazione è stata effettuata a cura dei militari del Nucleo speciale commissioni parlamentari d'inchiesta della Guardia di finanza e dell'Arma dei carabinieri assegnati all'Archivio storico del Senato.

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