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SERRA Francesco

13 aprile 1801 - 21 novembre 1877 Nominato il 20 gennaio 1861 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Liguria

Commemorazione

 

Sebastiano Tecchio, Presidente
Signori Senatori,
Il Conte Francesco Serra è nato in Genova il 13 aprile 1801.
Volontario di marina, circa un anno, dal 15 settembre 1815. Allievo di prima categoria nella R. Scuola di marina il 14 settembre 1816. Nominato Guardia-marina di prima classe il 20 gennaio 1819.
Nel lungo giro di quarant'anni saliva, un per uno, nello Stato maggiore della Regia marina tutti i gradi, sino a quello di Vice-ammiraglio, al quale venne innalzato l'undici giugno 1859.
Giovane ancora, avea comandato una Lancia armata in guerra, nel fatto d'armi contro i pirati, la notte dal 28 al 29 luglio 1826, tra Ondro e Capo d'Oro nell'Arcipelago. La condotta sua in quello scontro gli è stata inscritta ad Azione di merito.E dianzi, nel 1825, aveva fatta la campagna di Tripoli; e poi, nelle stesse acque, faceva l'altra del 1835.
Parecchie le navi sulle quali, di tempo in tempo, ebbe a correre i mari. Accenno la regia mezza-galera «Liguria»; le fregate «Commercio, Maria Teresa, Cristina, Tritone»; il brik «Zeffiro»; le altre fregate «Euridice, e Des Geneys».
Del resto: nel decennio anteriore alla nomina di Vice-ammiraglio, gli furono affidati speciali incarichi. Intendente generale di marina per decreto reale 29 maggio 1849. Segretario generale del Ministero di Marina per decreto reale 1° dicembre 1853. Per altri reali decreti, Ispettore della marina mercantile e dei porti; Presidente dei Consigli consultivi per la marina mercantile, e di ammiragliato mercantile; membro del Consiglio permanente della marina militare; Presidente della cassa di risparmio e beneficenza per la marina mercantile.
Dopo la nomina a Vice-ammiraglio, il reale decreto 7 ottobre 1859 lo fece Comandante generale della Regia marina; il reale decreto 7 aprile 1861 Vice-presidente del Consiglio d'ammiragliato; e il reale decreto 28 marzo 1867 Presidente del Consiglio superiore di marina.
In questo mezzo, il 19 aprile 1861, gli fu conferita la Medaglia Mauriziana pel merito militare di dieci lustri. Nel 12 giugno 1856 aveva ottenuto la Croce di commendatore dell'Ordine Militare di Savoia. Nel 29 dicembre 1861, decorato del Gran Cordone dell'Ordine Mauriziano; e, nel 25 ottobre 1871, del Gran Cordone della Corona d'Italia. L'Imperatore delle Russie gli aveva dato la Croce di S. Stanislao: l'Imperatore dei Francesi le insegne di Grand'Ufficiale della Legione d'Onore.
Fra i servigi, da lui renduti all'Italia, vuol essere specialmente ricordato con che zelo e con che senno agevolasse la fusione delle tre marine, sarda, napoletana e siciliana: gelosissima contingenza, nella quale, per ischermire ogni pericolo di ruggini e mali umori, quest'era indispensabile sopra ogni cosa, che la Commissione esaminatrice dei titoli di ciascheduno degli ufficiali provegnenti [sic] dalle tre diverse marine informasse i suoi voti allo spirito della imparzialità la più ferma, la più scrupolosa. Aveva la Commissione nel suo Presidente (il conte Serra) l'ottimo degli esempi; e alla guida dei responsi di quella, la fusione è tornata fausta invero e felice.
Il 25 ottobre 1871 fu collocato a riposo, per anzianità di servizio, col titolo di Ammiraglio.
Sino dal 20 gennaio 1861 il suo nome ammiravasi nell'albo dei Senatori.
Or fa poco più di un mese, il 20 [sic] novembre, nella età di sessantasei anni e mezzo, morì di rapida malattia.
La città di Firenze, che ha raccolto l'ultimo sospiro di questo Nestore dei nostri ufficiali di mare, accorreva pietosamente a onorarne le pompe esequiali; degnissima interprete del dolore di quanti Italiani hanno in pregio la onestà intemerata, e la immota costanza nelle virtù del soldato e del cittadino.
[…] E qui suggellasi il necrologio dei Senatori per l'anno che fugge.
A cui nella nuova Sessione prenderà questo seggio, auguro di gran cuore che non gli tocchi mai, o rarissimamente, il mesto ufficio ch'è a me toccato le troppe volte; l'ufficio del doversi aggirare tra le tombe recenti de' suoi Colleghi.

Senato del Regno, Atti parlamentari, Discussioni, 29 dicembre 1877.