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PIGORINI Luigi

10 gennaio 1842 - 01 aprile 1925 Nominato il 17 marzo 1912 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Una triste notizia giunge da Padova, dove si è ieri spento il nostro amato collega professore Luigi Pigorini, onore e vanto della scienza italiana. Nato il 10 gennaio 1842 a Fontanellato, nutrì fin da giovinetto vivissimo amore agli studi archeologici e paleoetnologici; a 16 anni, nel 1858, iniziò la sua luminosa carriera, entrando quale alunno nel Regio Museo di Antichità di Parma, e divenendone direttore nel 1867.
Affermatosi valentissimo archeologo, nel 1870 fu chiamato a Roma a reggere una sezione alla direzione generale dei Musei e Scavi dell'Antichità. Nel 1875 Ruggero Bonghi gli affidò la direzione delle allora scarse per quanto pregevoli collezioni archeologiche del Museo Kircheriano. Luigi Pigorini concepì una nobile e genialissima idea: di raccogliere in Roma le testimonianze delle popolazioni italiche della preistoria, e di riunire attorno a queste le collezioni etnografiche dei popoli non civili dell'epoca moderna, perché potessero dar luce, per virtù di raffronto, sulla vita di quegli antichissimi nostri progenitori. Con tale intendimento venne nel 1876 fondato il Museo preistorico etnografico nazionale, che, quasi privo dapprima di suppellettili, per merito quasi esclusivo di lui che ne fu fino a poco tempo fa il direttore, si arricchì ed accrebbe fino a diventare uno dei primi in Europa. Ben giustamente poteva il compianto nostro collega, professore Barzellotti, nel discorso pronunziato l'11 gennaio 1914 allorché con solenne cerimonia si onorò l'illustre scienziato col dono di un busto in bronzo, dire che quel Museo "può e deve dirsi opera sua, come opera sua sono in Italia gli studi onorati dal suo nome".
Dire dell'opera scientifica di Luigi Pigorini non è possibile in brevi parole: basti a me, che l'ebbi collega all'Accademia dei Lincei, rammentare che per la sua opera costante, fruttuosa, molteplice, egli può essere considerato fondatore e maestro degli studi paleoetnologici in Italia, sovratutto per le sue indagini e scavi metodici nelle sedi degli antichi popoli italici e nelle terremare e per gli scritti numerosissimi sparsi negli atti accademici e nel Bollettino italiano di paleoetnologia. E tutto il meraviglioso lavoro compiuto sia in patria che fuori, dalla nuova scuola archeologica italiana, di cui egli fu fondatore e animatore, è stato ispirato ai validi insegnamenti ed al sempre giovanile entusiasmo dell'insigne maestro, che nei lunghi anni d'insegnamento della cattedra universitaria seppe crearsi numerosissimi discepoli valorosi che hanno mantenuto e mantengono alto, anche in questo campo, il nome della scienza italiana.
Le sue grandi benemerenze, come gli valsero la nomina a membro di numerosissime accademie italiane e straniere e la croce di cavaliere al Merito Civile di Savoia, gli procacciarono la nomina a senatore il 17 marzo 1912. Fu da noi tutti amato per la sua straordinaria bontà e gentilezza d'animo pari alla sua grande modestia: in varie occasioni, sopratutto discutendosi il bilancio dell'istruzione pubblica, la sua parola calma, sobria e precisa fu attentamente ascoltata.
La sua morte è lutto gravissimo per la scienza, per il Senato, per la patria. Inchiniamoci reverenti sulla bara dell'insigne scienziato ed inviamo alla famiglia l'espressione del nostro profondo dolore. (Benissimo).
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Mi associo in nome del Governo all'alta e degna commemorazione che il Presidente del Senato ha fatto di Luigi Pigorini. Con lui si spegne un alto intelletto, un animo nobilissimo. Egli era il fondatore ed era anche il maestro insigne e venerato della scienza paleoetnologica italiana. Al Museo che egli ha fondato sarà legato il suo nome. Alla sua memoria in nome del Governo m'inchino con l'animo profondamente commosso e riverente.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 2 aprile 1925.