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Palmiro Togliatti1899 - 1964

Nacque a Genova il 26 marzo 1893 da famiglia piemontese. Il padre Antonio era impiegato statale, la madre Teresa Viale maestra. Nel 1911 vinse presso l'Università torinese una borsa di studio del collegio Carlo Alberto per gli studenti delle province del vecchio Regno di Sardegna e si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza. In questo periodo ebbe inizio l'amicizia con Antonio Gramsci. Nel 1914 entrò nel Partito socialista italiano e nel 1915 cominciò la partecipazione alla politica attiva. Nello stesso anno si laureò con Luigi Einaudi, discutendo una tesi di economia politica sul regime doganale delle colonie. Nel 1918 cominciò le collaborazioni al «Grido del popolo» e nel 1919 divenne redattore dell'edizione torinese dell'«Avanti!». Nel mese di aprile, con Gramsci, Angelo Tasca e Umberto Terracini, fondò «L'Ordine nuovo», settimanale di cui curò la rubrica La battaglia delle idee. Nel 1921, al momento della fondazione del Partito comunista d'Italia, era caporedattore de «L'Ordine nuovo» divenuto quotidiano.
Dall'ottobre si trasferì a Roma per dirigere «Il Comunista». Nel 1922 venne eletto nel Comitato centrale dal II Congresso del Pcd'I. Per contrasti con Amadeo Bordiga fu escluso dalla delegazione che partecipò al IV congresso dell'Internazionale comunista. Il 28 ottobre sfuggì fortunosamente agli squadristi che devastarono la redazione de «Il Comunista» e in novembre si trasferì a Torino. Nell'aprile del 1923 fu nominato membro nella direzione del partito in Italia. Il 21 settembre fu arrestato per la prima volta e rinchiuso a San Vittore dove rimase fino alla fine dell'anno.
Nel 1924 svolse la relazione politica di maggioranza alla I conferenza nazionale del Pcd'I. Durante l'estate dello stesso anno partecipò al V congresso dell'Ic e venne chiamato a fare parte dell'esecutivo. Nominato nel Cc del Pcd'I eletto d'autorità dall'Ic, fu nuovamente membro dell'esecutivo. Il 2 aprile 1925 venne arrestato per la seconda volta e rilasciato per amnistia il 29 luglio. Al congresso di Lione fu confermato nell'esecutivo e nominato rappresentante del Pcd'I presso l'Ic. Giunto a Mosca il 14 febbraio, vi restò fino al gennaio dell'anno successivo quando assunse la direzione del centro estero del partito, costituitosi a Parigi. Qui cominciò a dirigere «Lo Stato operaio», rivista teorica del Pcd'I. In maggio partecipò all'VIII esecutivo allargato dell'Ic. Nel luglio il centro estero del partito fu spostato a Lugano e nel 1928 venne trasferito a Basilea, dove in gennaio si svolse la II conferenza nazionale del Pcd'I. Nel luglio Togliatti si trasferì a Mosca dove partecipò al VI congresso dell'Ic.
Nel gennaio 1929 fu arrestato ed espulso dalla Svizzera. In luglio, prese parte al X esecutivo allargato dell'Ic. Nel 1931 partecipò al IV congresso del Pcd'I. Nel settembre 1934 fu eletto nel segretariato dell'Ic e preparò con Dimitrov il VII congresso.
Da ottobre a dicembre fu in Francia e in Belgio per organizzare gli aiuti alle vittime della reazione in Spagna e per seguire da vicino gli sviluppi della politica di fronte unico e fronte popolare in Spagna. Dal gennaio all'aprile del 1935 tenne a Mosca le Lezioni sul fascismo. Nel luglio al VII congresso dell'Ic svolse una delle due relazioni generali, sul II punto all'ordine del giorno. La permanenza a Mosca fu interrotta da due viaggi in Spagna come inviato dell'Ic nel luglio del 1937 e dal settembre 1937 al 1939. In seguito alla sconfitta della Spagna repubblicana, riparò avventurosamente prima in Algeria e quindi in Francia, dove pose a capo del centro estero del partito Agostino Novella, Umberto Massola, Antonio Roasio ai quali si aggiunse in seguito Celeste Negarville.
Il 1° settembre venne arrestato a Parigi e rimase in carcere, sotto falso nome, per sei mesi. Scarcerato, raggiunse alcune settimane dopo l'Unione Sovietica. ll 29 giugno 1941, con il nome di Mario Correnti, cominciò da Mosca le trasmissioni radiofoniche destinate all'Italia. Il 27 marzo 1944 sbarcò a Napoli, tornando in Italia dopo 18 anni di esilio, e promosse la svolta di Salerno. Il 22 aprile divenne ministro senza portafoglio del nuovo governo Badoglio. In giugno uscì il primo numero di «Rinascita» rivista di cui fu direttore fino alla morte.
Dopo la liberazione di Roma, il 18 giugno 1944 fu confermato ministro senza portafoglio nel primo governo Bonomi; fu poi vicepresidente del consiglio nel secondo governo Bonomi. Dalla metà di giugno ai primi di dicembre del 1945 fu ministro di grazia e giustizia nel governo Parri. Dal dicembre al 1° luglio del 1946 ricoprì lo stesso incarico nel primo gabinetto De Gasperi.
L'8 agosto fu nominato segretario generale del Pci, carica formalmente vacante dall'arresto di Gramsci. Il V congresso nazionale del Pci lo confermò segretario generale del partito. Nelle elezioni del 2 giugno 1946 fu eletto all'Assemblea costituente. Alle elezioni politiche del 18 aprile 1948, che segnarono la sconfitta del Fronte popolare, fu eletto alla Camera nella circoscrizione di Roma. Venne confermato in tutte le successive legislature, ricoprendo sempre la carica di presidente del gruppo parlamentare comunista.
Il 14 luglio 1948 fu gravemente ferito all'uscita della Camera dei deputati, dallo studente siciliano Antonio Pallante. In questo anno sotto la sua supervisione cominciò la pubblicazione dei quaderni del carcere di Gramsci.
Il 17 dicembre 1950 si recò a Mosca dove rifiutò la richiesta di Stalin di trasferirsi a Praga per divenire segretario del Kominform. Nella seduta del Cc del 14 marzo 1956 riprese i temi della destalinizzazione, già trattati da Krusciov durante il XX congresso del Pcus tenutosi a Mosca nello stesso anno, ma tacque sul «rapporto segreto». Sulla genesi e le degenerazioni dello stalinismo tornò a giugno nell'intervista concessa a «Nuovi argomenti».
In dicembre con la relazione all'VIII congresso nazionale rilanciò la via italiana al socialismo.
Nel 1960 pubblicò negli Annali Feltrinelli La formazione del gruppo dirigente del Pci nel 1923-1924. Nel 1962 trasformò «Rinascita» in settimanale. Il 13 agosto 1964, mentre visitava il campo dei pionieri di Artak nei pressi di Yalta fu colpito da emorragia cerebrale.
Morì il 21 agosto e i funerali si svolsero a Roma il 25 agosto.

Nella riunione del 28 agosto 1964 la segreteria del Partito comunista italiano stabilì che si procedesse alla raccolta, all'ordinamento e alla conservazione delle carte e degli scritti di Togliatti, incaricando di questo lavoro Franco Ferri, allora direttore dell'Istituto Gramsci, e Luigi Amadesi, segretario di Togliatti. Il 9 settembre Ferri e Amadesi presentavano alla segreteria un piano di lavoro che prevedeva la ricognizione delle carte private presenti nell'ufficio della direzione e nell'abitazione del dirigente. Ferri e Amadesi indicavano l'opportunità di raccogliere in un'unica sede, l'Istituto Gramsci, il materiale reperito per procedere ad un lavoro preliminare di riproduzione xerografica, ad un successivo ordinamento cronologico in serie tematiche e alla schedatura dei documenti da effettuarsi sulle copie xerografate, in vista anche del lavoro di redazione per la pubblicazione della bibliografia degli scritti e dell'edizione di questi predisposta da una apposita commissione formata da Gian Carlo Pajetta, Rossana Rossanda e dallo stesso Ferri.
Il piano di lavoro così articolato venne approvato dalla segreteria nella riunione dell'll settembre 1964. Con una lettera del 22 gennaio 1965 Ferri comunicava la fine del lavoro di ricognizione e inventariazione delle carte private conservate da Nilde Jotti e di inventariazione e riproduzione dei documenti esistenti nell'archivio del partito conservati presso la direzione. Di questi ultimi erano state fatte due copie, una delle quali era stata collocata al posto del documento originale che, con la seconda copia, era stato trasferito all'Istituto Gramsci.
Il fondo Palmiro Togliatti al momento dell'inizio dei lavori di riordinamento e schedatura, che si sono conclusi con il presente inventario, era diviso in tre blocchi di documenti: le cosiddette «carte Ferri Amadesi», le «carte della scrivania» e gli «originali».
L'ordinamento attuale, come risulta dall'inventario, ha comportato una nuova organizzazione delle carte. Dall'analisi dell'ordine delle carte e dai riferimenti archivistici è emerso che le cosiddette «carte della scrivania» provenivano sia dalla scrivania di casa che dall'ufficio di Togliatti presso la direzione del Pci in via delle Botteghe Oscure. La diversa provenienza ha determinato la creazione di due serie distinte: la serie 1: Carte Botteghe Oscure, e la serie 2: Scrivania di casa.
Per la serie 1 Carte Botteghe Oscure sono state create le sottoserie al fine di rendere più agevole la consultazione mentre le carte della serie Scrivania di casa sono state inventariate mantenendo la suddivisione già esistente data loro da Franco Ferri e Luigi Amadesi.
Ferri e Amadesi, infatti, avevano diviso in sette classi (pur lasciandole fisicamente separate) le carte provenienti dalla scrivania di casa e le carte provenienti dall'archivio del Pci, dagli archivi redazionali dell' «Unità» e di «Rinascita» e dagli archivi delle Federazioni (ora «Carte Ferri-Amadesi») secondo il seguente schema:
classe 1: Scritti [Carte Ferri-Amadesi]
classe 2: Discorsi [Carte Ferri-Amadesi]
settore 3: Attività istituzionale e di partito [Scrivania di casa]
classe 4: Telegrammi [Carte Ferri-Amadesi]
classe 5: Corrispondenza [Carte Ferri-Amadesi]
settore 6: Corrispondenza, carte personali e appunti [Scrivania di casa]
classe 7: Su Togliatti [Carte Ferri-Amadesi]
Le carte appartenenti al terzo blocco di documentazione (gli «originali»), originariamente compresi tra le carte Ferri-Amadesi ma separate dal resto in quanto autografe, contenevano carte personali ma sopratutto corrispondenza di natura politica ordinata per anno. Gran parte di questa documentazione era già presente in fotocopia nelle altre serie: il documento originale è stato quindi sostituito alla fotocopia e la parte restante della documentazione è andata a costituire la serie 5. Corrispondenza politica .
Le Carte Marisa Malagoli, infine, sono le carte versate alla Fondazione Istituto Gramsci nel 2001 dalla figlia di Togliatti, Marisa Malagoli, di cui portano il nome. I lavori di inventariazione sono intervenuti nell'ordinamento cronologico dei fascicoli.

Palmiro Togliatti

1899 - 1964 Con documenti di data anteriore e successiva.

74 buste (9 ml)

Inventario elettronico consultabile on line.

ricerca libera