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Confederazione italiana sindacati lavoratori - Archivio storico nazionale1948 - 2012

La Cisl (Confederazione italiana sindacati lavoratori) è un sindacato nazionale che, nell'attuale forma giuridica e politica, è attivo nel nostro paese dal 1950, ma le sue origini risalgono alle Leghe bianche di fine Ottocento e alla loro strutturazione in sindacato nazionale avvenuta con la costituzione della Cil (Confederazione italiana dei lavoratori), fondata nel 1918 da Achille Grandi e Giovanbattista Valente. Con il Patto di Unità sindacale del giugno 1944 (Patto di Roma) i sindacalisti cristiani (Achille Grandi, Domenico Colasanto, Giulio Pastore ed altri) sono tra i fondatori della Cgil (Confederazione generale italiana del lavoro).
Nel luglio 1948 dopo l'attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Pci, la corrente sindacale cristiana, guidata da Giulio Pastore, si dissocia dallo sciopero generale indetto dalla componente social-comunista e considera concluso l'esperimento dell'unità sindacale del 1944, dando vita il 17 ottobre 1948, durante un congresso straordinario delle Acli, alla Lcgil (Libera confederazione generale dei lavoratori) . Nel 1949 escono dalla Cgil unitaria anche i repubblicani e i socialdemocratici che danno vita alla Fil (Federazione italiana del lavoro). Nel marzo del 1950, nel corso del processo di unificazione dei sindacati democratici usciti dalla Cgil, una parte dei sindacalisti della Fil, guidati da Italo Viglianesi, fonda la Uil (Unione italiana del lavoro). Altri sindacalisti della Fil, guidati da Giovanni Canini ed Enrico Parri, proseguono la trattativa con la Lcgil di Pastore e danno vita alla Cisl.
La Cisl nasce quindi il 30 aprile 1950 con l'approvazione del "Patto di unificazione delle forze sindacali democratiche" votato dai delegati della Lcgil, di parte della Fil e di alcuni sindacati autonomi del settore dei servizi pubblici e privati, riuniti in una Assemblea generale costituente al Teatro Adriano di Roma. Primo segretario è Giulio Pastore che guiderà la Cisl fino al 1958. Dal 1958 al 2006 si sono succeduti nella carica di segretario generale: Bruno Storti, Luigi Macario, Pierre Carniti, Franco Marini, Sergio D'Antoni, Savino Pezzotta. Dall'aprile 2006 ricopre la carica di segretario generale, Raffaele Bonanni.
Nel 1953 la Cisl caratterizza la sua azione sindacale proponendo di articolare la contrattazione, cioè di arrivare a contrattare il salario, o alcune sue parti, azienda per azienda o per settori produttivi. Cosa, questa, che diviene, da allora, una bandiera dell'attività sindacale della Cisl per tutto il decennio e che oggi si è affermata come prassi corrente delle relazioni sindacali italiane. Nel 1954 vengono proposte le Sezioni aziendali sindacali (Sas), cioè nuclei della Cisl nei luoghi di lavoro con lo scopo di guidare la contrattazione aziendale. Nei suoi primi anni di vita la Cisl entra spesso in conflitto con la Cgil, così come avverrà anche negli anni Ottanta del Novecento e nel primo decennio dell'attuale secolo. Negli anni Cinquanta del Novecento si hanno i primi accordi separati, firmati cioè solo da Cisl e Uil, come nel caso della grande vertenza in merito al Conglobamento dell'indennità di carovita nella paga base: un accordo interconfederale del 1954 firmato da Cisl e Uil, mentre la Cgil, che si era ritirata dalle trattative, accetta l'accordo solo in seguito. Agli inizi degli anni Sessanta del Novecento cominciano però a verificarsi momenti di unità d'azione in qualche categoria e in alcune località. Fatto ancor più importante è che iniziano ad attuarsi i primi rilevanti accordi aziendali (Spagnoli, Perugina, Italsider, Bassetti, Franchi). E' nei primi anni Sessanta del Novecento che si svolgono le prime grandi lotte unitarie, quelle dei siderurgici, quelle degli elettromeccanici e le vertenze aziendali a Milano. Il contratto dei metalmeccanici del 1969 è il punto di arrivo della mobilitazione sindacale unitaria di questo periodo.
Verso la metà degli anni Sessanta del Novecento la crisi economica blocca lo sviluppo dell'economia italiana: i licenziamenti nelle fabbriche e un elevato tasso di disoccupazione rendono difficile applicare le conquiste del periodo precedente ed anche i contratti di lavoro firmati sono molto deludenti per i lavoratori. Nella Cisl si apre un intenso confronto interno poiché alcune federazioni di categorie dell'industria, alcune realtà provinciali e qualche settore del pubblico impiego chiedono con decisione l'incompatibilità tra cariche politiche e cariche sindacali, attuando altresì iniziative e processi di unità sindacale con Cgil e Uil.
Nel 1969, il VI Congresso Cisl sancisce l'incompatibilità tra cariche politiche e cariche sindacali e, da questo momento, la Cisl non avrà più rappresentanti parlamentari.
Le lotte sindacali degli anni Sessanta del secolo scorso non pagano solo sul piano dei contratti aziendali e di categoria, ma conducono all'abolizione delle gabbie salariali, ad un primo accordo che prevede il collegamento tra pensioni e salario e a quell'importante riforma dei diritti dei lavoratori che è lo Statuto dei lavoratori del 1970. Una legge accettata però dalla Cisl, in un primo momento, solo in quanto "legislazione di supporto alla contrattazione".
Dal 1969 ha inizio quella nuova fase sindacale che viene denominata dell'unità sindacale organica tra Cgil, Cisl e Uil. Per tre volte i consigli generali di Cisl, Cgil e Uil si riuniscono per fissare le date dei congressi di scioglimento delle organizzazioni (che alcune strutture realizzano) in vista del Congresso unitario del 1972, che però poi non si terrà e verrà sostituito da un'Assemblea unitaria dei Consigli generali che, nel luglio del 1972, dopo tre anni di contrattazioni, porta alla fondazione della Federazione unitaria Cgil, Cisl e Uil.
Il 1973 è l'anno della crisi petrolifera e l'inizio di una profonda crisi economica per tutto il mondo industrializzato ma il sindacato confederale, forte dei precedenti successi, riesce a raggiungere comunque significativi risultati. Nel 1975 Cgil, Cisl e Uil siglano un accordo interconfederale in cui è previsto il miglioramento del rapporto tra salario e pensioni, l'unificazione del punto di contingenza per tutti i lavoratori (in precedenza erano previste scale mobili differenziate tra le varie categorie di lavoratori) e la riforma della cassa integrazione guadagni. Nel 1977 Cgil, Cisl e Uil stipulano un accordo che prevede il blocco del calcolo della contingenza sulle liquidazioni e la soppressione di alcune festività. Nei primi anni Ottanta del Novecento la Cisl si fa promotrice della concertazione triangolare e della riforma della Scala mobile, elaborata a livello teorico dall'economista Ezio Tarantelli, che sarà presidente dell'Isel-Cisl e che verrà ucciso dalle Brigate rosse il 27 marzo 1985. Gli accordi concertativi che portano in primo piano nella vita italiana l'azione sindacale della Cisl sono quelli del 22 gennaio 1983 e del 14 febbraio 1984 (passato alla storia come l'Accordo di San Valentino e firmato solo da Cisl e Uil).
Con quello del 22 gennaio 1983 viene diminuito il costo del lavoro attraverso un intervento di alleggerimento della scala mobile, che da sola copre una parte cospicua delle retribuzioni, in cambio di provvedimenti di politica economica e fiscale (alleggerimento del carico fiscale sulla busta paga dei lavoratori, adeguamento degli assegni familiari per favorire le famiglie più numerose e con meno reddito disponibile, provvedimenti governativi sull'occupazione e per la "fiscalizzazione" degli oneri sociali, cioè per il pagamento da parte dello Stato dei contributi pagati dalle imprese per i lavoratori ecc.). L'accordo del 14 febbraio 1984 fa scendere il tasso d'inflazione, fatto che non accade dal 1974, ma genera disaccordi e polemiche a tal punto che viene promosso dal Pci e dalla componente comunista della Cgil un referendum politico abrogativo di molta parte dell'intesa stessa. Il referendum si svolge il 9 giugno 1985 e la vittoria delle posizioni della Cisl, della Uil e della componente socialista della Cgil è schiacciante: una vittoria che segna l'inizio della crisi del sindacalismo comunista italiano. Protagonista primario di questa fase, culminata negli eventi del 1985, è Pierre Carniti, segretario generale della Cisl, che nel luglio dello stesso anno, nel rispetto della norma statutaria dei due mandati, lascia la guida dell'organizzazione e viene nominato dal X Congresso membro a vita del Consiglio generale. Particolarmente critica si presenta la situazione istituzionale italiana agli inizi degli anni Novanta del Novecento. L'Italia si dibatte in una crisi, alimentata sia dalle vicende politiche internazionali, come la fine dell'esperienza del comunismo reale, sia dall'intreccio di scandali politici scoperti dalla magistratura, che mina ulteriormente il sistema dei partiti politici, accelerandone processi di trasformazione anche radicale e concorrendo all'emergere di forze politiche nuove come Forza Italia di Silvio Berlusconi, la Lega di Umberto Bossi e l'Ulivo di Romano Prodi. Anche in questi anni la Cisl è protagonista dell'azione sindacale italiana e nel solco degli accordi concertativi degli anni Ottanta del Novecento ricostruisce, attraverso le segreterie generali di Franco Marini e di Sergio D'Antoni, una nuova azione sindacale unitaria con la Cgil che porterà alla firma degli accordi triangolari del 1992 e del 1993. Il primo, alle spalle di una crisi monetaria devastante, mette sotto controllo il debito pubblico e l'inflazione corresponsabilizzando le parti sociali e di governo e ampliando gli spazi di contrattazione salariale con l'eliminazione della scala mobile. Il secondo, del luglio 1993, perfeziona il precedente: la concertazione viene assunta a metodo, affrontando le politiche tariffarie e fiscali e promuovendo un quadro di fattori di sviluppo, e avvia la riforma della struttura contrattuale che si concluderà nel 2009. In tale contesto anche il sindacato italiano si rinnova partendo proprio dai luoghi di lavoro: con gli inizi del 1994 si cominciano a votare in tutte le realtà lavorative le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu), un modo più democratico di concepire il rapporto con i lavoratori e la loro azione negoziale e primo passo verso la costruzione di un nuovo sindacato unitario tra Cgil, Cisl e Uil, che però, nel corso del primo decennio degli anni duemila non vede passi significativi di convergenza, ma anzi porta a nuove rotture che passano attraverso il Patto per l'Italia del 2002 e gli accordi sindacali del 2009 e 2010, firmati solo dalla Cisl e dalla Uil e contestati dalla Cgil. Le divergenze con la Cgil si manifestano forti soprattutto nel settore industriale dell'auto con gli accordi contrattuali di Pomigliano e di Mirafiori (2010).
Nel corso degli anni la Cisl ha dato vita ad enti, associazioni, società o cooperative che si occupano di particolari settori.
La Cisl è una confederazione di sindacati con una duplice struttura organizzativa, verticale ed orizzontale, articolata su vari livelli territoriali. Da una parte ci sono le strutture di categoria (chiamate anche strutture verticali), che organizzano i lavoratori addetti a produzioni simili (ad esempio chimici, metalmeccanici, bancari, commercio e servizi, trasporti, enti locali); dall'altra una struttura organizzativa intercategoriale (confederazione o struttura orizzontale) a cui sono affiliate tutte le categorie. I livelli territoriali in cui sono articolate le strutture organizzative sono quattro: luogo di lavoro, comprensorio, regione, livello nazionale. Nel primo ambito, base di tutta la struttura organizzativa, la Cisl è presente, oltre che attraverso le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) che stipulano i contratti collettivi di lavoro, anche con le Sezioni aziendali sindacali (Sas) che devono rappresentarla in tutti i luoghi di lavoro. Il comprensorio è anche detto Unione sindacale territoriale (Ust), che fino al 1980 si chiamava Unione sindacale provinciale (Usp). Esso raccoglie i lavoratori che svolgono la loro attività in un territorio localizzato geograficamente e con caratteristiche amministrative, produttive, economiche e sociali omogenee. Il livello comprensoriale è la base della struttura orizzontale del sindacato, raccoglie le organizzazioni di categoria presenti nel territorio di competenza e può essere suddiviso in Unioni zonali ed Unioni comunali. Le sezioni zonali non costituiscono istanza congressuale. La struttura regionale prende il nome di Unione sindacale regionale (Usr). Il livello regionale raccoglie tutti i comprensori situati nella stessa regione geografica e riunisce i sindacati di categoria presenti nella regione. Il livello nazionale di categoria e di federazione raccoglie tutte le organizzazioni regionali e territoriali di una stessa categoria o federazione di categorie. La Confederazione nazionale raccoglie al suo interno tutte le Federazioni nazionali di categoria, le Unioni regionali e territoriali. Ad ogni livello sono presenti organismi decisionali, responsabili delle scelte dell'organizzazione in quel livello specifico, sempre restando nell'ambito delle decisioni prese dal Congresso e dagli altri organi collegiali.
Gli organismi vengono eletti ogni quattro anni dai congressi, che si tengono ai vari gradi organizzativi, seguendo due criteri: dal luogo di lavoro al livello nazionale di ogni categoria e dal verticale all'orizzontale, cioè dalle Federazioni di categoria alla Confederazione. Le regole formali per l'elezione degli organismi e per il loro funzionamento sono fissate dallo Statuto confederale che può essere modificato solo dal Congresso, massimo organo di decisione ed espressione della Cisl. A livello internazionale la Cisl fa parte della Confederazione europea dei sindacati (Ces) e alla Confederazione internazionale dei sindacati (Csi). Nel 2009 la Cisl ha associato 4.531.085 iscritti. (Cfr: Giuseppe Acocella, Storia della Cisl, Edizioni Lavoro, Roma 2007; Dvd (a cura di Ivo Camerini) Cisl: una storia che unisce, Edizioni Lavoro, Roma 2007).

L'Archivio storico nazionale della Cisl (ASN-Cisl) ha una storia istitutiva e organizzativa legata all'azione culturale e sindacale svolta da Ivo Ulisse Camerini, che, nel 1978, mentre era insegnante di liceo, divenne operatore politico della Centrale confederale con incarico di redattore presso il settimanale Conquiste del lavoro. L'Asn-Cisl, infatti, viene istituito nell'aprile 1979 con Circolare n.1202 del Segretario generale aggiunto Pierre Carniti, che approvava uno specifico progetto di Camerini a lui presentato pochi mesi prima (Cfr. Tesi di laurea in Archivistica speciale, Archivio storico nazionale Cisl, di Simona Ronchetti. relatore prof. Luciano Osbat, Università degli studi di Viterbo, a.a. 1998-1999). Nell'appunto di progetto presentato a Carniti nel 1979, partendo da una riflessione organizzativa sul bisogno di tutela delle fonti della storia del sindacalismo confederale ed analizzando le cause dell'insuccesso avuto dai professori Pietro Scoppola e Camillo Brezzi nell'incarico loro affidato (alcuni anni prima, dal segretario generale Luigi Macario) di impiantare un Archivio storico per la Confederazione, Camerini chiedeva alla Segreteria generale aggiunta di voler disporre la costituzione di un Archivio storico confederale, affinché venissero tutelati i documenti relativi alla vicenda cislina esplicatasi in Italia nei trentanni precedenti. Approvato il progetto, Carniti ufficializzò l'istituzione dell'Archivio storico attraverso la circolare prima menzionata del 5 aprile 1979.
L'assunzione operativa della costituzione dell'Archivio storico avvenne con la IV Assemblea nazionale organizzativa del gennaio 1980 e a Camerini venne affidato tale compito di responsabilità realizzativa, chiedendogli di passare dall'incarico allora avuto di membro di redazione di Conquiste del lavoro all'incarico di direzione culturale e tecnica del nuovo ufficio, che faceva capo alla Segreteria generale.
E' pure del 1980, in concomitanza con le celebrazioni del trentennale, la costituzione della maggior parte degli archivi storici della Cisl, sia nazionali sia regionali sia provinciali, con l'obiettivo di non mandare dispersa nemmeno una "briciola" della storia del movimento sindacale italiano, del quale la Cisl è una parte fondamentale. Questo obiettivo fu stabilito infatti dalla Confederazione italiana sindacati lavoratori nel programma della IV Assemblea quadri, poco sopra ricordata e svoltasi a Roma dal 23 al 26 gennaio 1980 (Cfr. Conquiste del lavoro, 4 febbraio 1980, suppl. n. 39, p. 39). La determinazione, presa in quella sede, di arrivare alla costituzione di archivi storici sindacali regionali di proprietà delle varie strutture della Cisl era mossa dal solo ed esclusivo desiderio di offrire uno strumento culturale valido per stimolare, nel movimento e fuori, una "lettura", la più ampia possibile, della storia della Cisl, con le sue luci e le sue ombre, in modo da poter cogliere tutt'intera la peculiarità di una esperienza che è stata forza e segno di cambiamento non secondario della vicenda italiana dal dopoguerra ad oggi.
In questo senso l'Assemblea nazionale ratificava, a livello di organi collegiali, la decisione presa dalla Segreteria generale nella primavera del 1979, allorché, sempre con la circolare di Pierre Carniti sopra richiamata (Cfr. la serie Circolari, anno 1979), era intervenuta con l'indicazione di non affidare «alla sola tradizione orale» il racconto della storia sindacale italiana ed in particolare quella della Cisl. Una circolare che dava legittimazione politica a quel costruttivo impegno che, esplicitandosi nell'organizzazione, anche e soprattutto, dentro le numerosissime iniziative legate alla contingenza del dato anniversario del trentennale, «ha permesso, per quanto ci riguarda, di fare uscire gli studi sulla Cisl dalla fase, diciamo così, preistorica di qualche anno fa, mettendo bene in luce gli aspetti delle varie politiche portate avanti dalla Confederazione e sottolineando il carattere nuovo del "modello Cisl" e del suo essere "sindacato di frontiera" (ibidem).
Questa convinzione politica, in stretta unione con l'altra, di taglio più squisitamente culturale, che la conoscenza storica del sindacato è necessaria perché la lettura oggettiva del suo passato è indispensabile al suo procedere in avanti, ha suscitato nella Cisl la questione di creare le condizioni per rendere possibile la riflessione storico-sindacale attraverso la custodia della memoria del passato e la predisposizione del presente ad entrare nella categoria del documento. Ha suscitato cioè quel dibattito di un valido e corretto rapporto tra sindacato e memoria storica che trova il suo approccio concreto nel problema della costituzione degli archivi storici sindacali. Come scrivevano, nel settembre del 1979, Dora Marucco ed Elisabetta Benenati presentando l'archivio della Usp-Cisl di Torino:« la questione è, infatti, una delle più note ed inquiete poiché numerose e varie difficoltà si sono innalzate nel tempo alla conservazione sistematica delle carte. Tuttavia le cause maggiori, che oggi contrastano il compito di recuperare ed ordinare il materiale prodotto ed elaborato dalle organizzazioni sindacali, risiedono nella notevole articolazione degli organismi sindacali, unita alla pratica diffusa tra i responsabili di costituirsi un archivio privato "a casa", rendendo particolarmente arduo il compito di recuperare e ordinare il materiale» (Cfr. D. MARUCCO - E. BENENATI, Una fonte per la storia del movimento sindacale: l'archivio della Cisl di Torino, in «Movimento operaio e socialista», n.s., 1979, pp. 229-254).
Su questa tematica che, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, ha visto fortemente impegnata l'organizzazione Cisl nel suo complesso si ritornerà, comunque, più avanti nella descrizione della positiva realtà degli archivi sindacali della Cisl, che verrà data nella parte conclusiva di queste note, con l'allegato in appendice: "Rete degli archivi della Cisl".
Comunque, nonostante il non indifferente ostacolo della mancanza di istituzionalizzazione di un Archivio corrente e malgrado la crisi di frantumazione del reale intellettuale che investiva la società italiana nel finire degli anni Settanta ed agli inizi del decennio Ottanta, la Cisl decideva di incamminarsi sulla strada particolare e peculiare degli archivi storici, in primo luogo perché una organizzazione che si poneva il problema della propria identità e del proprio ruolo di soggetto politico nazionale non poteva lasciare in sottordine o in mano altrui il discorso dello sviluppo di specifiche iniziative di raccolta e di ordinamento della documentazione relativa al proprio cammino.
In secondo luogo, non solo perché dentro il circuito culturale complessivo contemporaneo il sindacato continuava a destare sorpresa, ed in particolare sorprendeva la sua «produttività» nella cultura della crisi, come ben scriveva e sosteneva Angelo Varni (cfr. A. VARNI, Una storia senza sindacato, in Itinerari sindacali, IV, Roma, Edizioni Lavoro, 1982, pp. 9-46); ma anche per meglio raggiungere quegli obiettivi di avanzamento che spesso, senza le dovute riflessioni generali, sbilanciano i movimenti stessi.
L'archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico già nel 1979 dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio, di cui era allora dirigente Elvira Gencarelli.
L'ASN-CISL è in possesso di documentazione storica e di deposito ed è un archivio in formazione, di natura giuridica privata, che dipende dalla massima istanza politica che dirige la Confederazione, cioè il segretario generale. L'accesso ai documenti è regolato da norme stabilite dal direttore Camerini, in accordo con il segretario generale della Cisl e trascritte (nel 1981) in uno specifico regolamento di accesso, tutt'oggi vigente.
L'ASN-CISL nasce senza risorse e senza mezzi specifici, ma ancorato agli uffici di Segreteria generale; conserva documentazione storica che va dalla nascita della Cisl (30 aprile 1950, anche con materiali risalenti al 1948) al 1995 e con carte che arrivano ai giorni nostri.
Nel periodo 1981-1987, in cui la sede era in via dei Villini a Roma, l'Archivio ha raccolto la maggior mole di materiale documentario.
Nel periodo 1988-1996, in cui la sede era in via Boncompagni, l'incremento del patrimonio ha riguardato soprattutto materiale fotografico, manifesti e locandine, diapositive, videocassette e film, oltre alla documentazione relativa agli uffici confederali versata dall'assistente della Segreteria generale e segretario agli organi collegiali, Ermenegildo Bonfanti, tra cui la serie della Federazione Cgil-Cisl-Uil.
Dal 1997 all'aprile 2012 l'archivio è stato nella sede di via Labicana, distribuito su due livelli. Nel 2013 è stato trasferito presso il Centro studi nazionale della Cisl.
La scarsa disponibilità di spazio è divenuta un problema cogente risolto solo tra l'estate del 2015 e l'inizio del 2018, quando il Senato della Repubblica ha accolto la richiesta di svolgere il ruolo di soggetto conservatore della documentazione, per scongiurare il pericolo di una sua dispersione.

Confederazione italiana sindacati lavoratori - Archivio storico nazionale

1948 - 2012

regg. 13, voll. 10, fascc. 3.145 ca., bb. 3.142 ca., fotografie 40.000 ca., manifesti 1.500 ca., vhs cd dvd 70 ca. (per un totale di circa 600 metri lineari)

La presente guida è stata redatta dal direttore dell'Archivio Ivo Ulisse Camerini dei mesi ottobre-dicembre 2010 fino al giugno 2012.

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