Fondo Cutinelli Rendina[1711] - 1955
La famiglia Rendina, originaria di Benevento, è presente sin dal XVII secolo in Basilicata, dove risulta aggregata al Sedile dei nobili di Potenza. Nel 1622 Filippo IV concesse il titolo di conte a Carlo Rendina e nel 1673 il figlio Gerardo Antonio comprò da Cassandra Sabariano, marchesa di San Chirico, il feudo disabitato di Campomaggiore (Pz), sul quale spostò il titolo comitale. Nonostante i Rendina conservassero proprietà e amministrassero affari anche fuori della Basilicata, in particolare nella città di Napoli, Campomaggiore con il suo territorio rappresentò sempre il centro della vita familiare e convogliò gli interessi e gli investimenti dei vari esponenti della casata.
A Gerardo Antonio Rendina successe il figlio Nicola, nato dal matrimonio celebrato nel 1673 con Anna de Ferdinando. Nicola morì il 14 dicembre 1739 e il titolo di conte fu ereditato dal figlio Pasquale, ancora minorenne; l'amministrazione del feudo, pertanto, fu affidata alla madre, Marianna Proto, che Nicola aveva sposato nel 1718, e allo zio abate don Ferdinando Rendina. Il ripopolamento del territorio disabitato di Campomaggiore, cominciato con Gerardo Antonio, conobbe in questo periodo il massimo impulso, che si concretizzò con la stesura dell'atto di fondazione del paese, rogato il 30 dicembre 1741 e sottoscritto dalle 17 famiglie di coloni che all'epoca dimoravano in Campomaggiore nonché dai tutori del conte Rendina, con il quale furono stabiliti gli obblighi e i privilegi riconosciuti ai residenti presenti e futuri. A Pasquale Rendina, morto prematuramente, successe il fratello Giuseppe il quale, investito del titolo di conte dal 1768, fu il primo dei conti di Campomaggiore a stabilire la propria dimora nel centro lucano. Morto Giuseppe nel 1795, due anni più tardi divenne conte di Campomaggiore il figlio Teodoro, nato dal matrimonio con Teresa Sylos, nobildonna bitontina.
Teodoro (1765 ca-26/05/1833), uomo di cultura e di scienza formatosi nel Collegio Tolomei di Siena, diede grande slancio alla rinascita economico-sociale del paese, inaugurando, tra l'altro, una profonda ristrutturazione urbanistica del centro abitato - scaturita, probabilmente, dalla sua collaborazione con l'architetto campano Giovanni Patturelli - e tentando di riformare i metodi di coltivazione dei terreni: l'agricoltura della zona, infatti, era estremamente arretrata. Dal matrimonio con Eleonora de Lerma nacque il figlio primogenito Giuseppe (1794 ca-18/07/1860), mentre dalle seconde nozze con Raffaela Guarini ebbe Francesco Saverio (1798-14 giugno 1869) e Teresa. Francesco Saverio nel 1848 fu eletto nel Parlamento napoletano e nel 1861 fu uno dei deputati del primo parlamento dell'Italia unita. Entrambi i figli maschi furono conti di Campomaggiore e morirono senza eredi. Essi avevano designato come loro legittimo successore, sia del titolo nobiliare che delle proprietà, l'amato nipote Gioacchino, figlio della sorella Teresa, il quale aggiunse il loro cognome a quello del padre, il marchese Mattia Cutinelli.
Gioacchino Cutinelli Rendina (17/3/1829-2/11/1885), liberale e patriota, partecipò ai fatti del 1848 a Napoli e perciò fu iscritto nella lista degli attendibili politici e condannato al domicilio coatto a Campomaggiore. Aderì all'insurrezione lucana del 1860 e, dopo l'Unità, contribuì alla lotta al brigantaggio. Fu eletto nel Parlamento nazionale nel maggio 1863. Dal 1861 in poi fu più volte sindaco di Campomaggiore; divenne inoltre consigliere provinciale di Basilicata nel 1869 e senatore del Regno il 15 novembre 1871. Uomo di grande cultura e di vasti interessi, indirizzò la sua azione politica soprattutto nel vasto campo delle riforme dell'agricoltura e della infrastrutturazione del sud Italia e della Basilicata in particolare.
In Campomaggiore egli continuò l'opera di costruzione dell'abitato e di riorganizzazione del feudo, seguendo le orme del nonno materno Teodoro. Il 2 febbraio 1885, però, una disastrosa frana devastò la piccola cittadina: l'episodio segnò la fine dell'epoca d'oro di Campomaggiore. Nello stesso anno, inoltre, il senatore morì in seguito a una caduta da cavallo: la sua scomparsa compromise definitivamente i già difficili lavori di ricostruzione del centro abitato.
Gioacchino morì senza eredi diretti: infatti, dal matrimonio con Laura, figlia del senatore Giuseppe Antonacci, era nata una sola figlia, Teresa, morta in tenera età. Per questa ragione, egli aveva nominato erede delle proprietà in Campomaggiore prima il fratello Gustavo e poi l'altro fratello Vittorio Emanuele (24/11/1860-17/09/1925) - nati dal secondo matrimonio del padre Mattia con Angela Sarnelli -, con l'obbligo di aggiungere al loro cognome quello dei Rendina. Egli lasciò tuttavia il pieno usufrutto delle sue proprietà sia in Campomaggiore che in Napoli alla moglie Laura. Vittorio Emanuele, ufficiale della Marina militare italiana, sposò in seconde nozze Olga Cavalli: la prima moglie, infatti, Maria Rosaria Corsi, era morta giovanissima. Il secondo dei figli avuti da Olga, Gioacchino, fu l'ultimo conte di Campomaggiore.
Fondo Cutinelli Rendina
[1711] - 1955
5 bb.