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VIMERCATI Ottaviano

26 marzo 1815 - 25 luglio 1879 Nominato il 16 marzo 1879 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Sebastiano Tecchio, Presidente

Il conte Ottaviano Vimercati, di antica famiglia cremasca, i ricordi della quale si associano a quelli della Lega lombarda, nacque a Milano il 26 marzo 1815.
Andò voce che gli anni suoi giovanili non volgessero placidi né promettenti. Era il tempo che Cesare, sommamente premendogli che i giovani del patriziato lombardo-veneto si divezzassero da ogni intenzione politica, non solo non procurava di crescerli a buoni studî e a virili propositi, ma forse amava che sciupassero nei piaceri il vigore della mente e dell'animo. Onde non è da stupire che il Vimercati non abbia saputo cansare la lubrica via nella quale già s'impigliava la più gran parte dei suoi coetani. “La memoria di quegli anni” (così certifica il sincerissimo Achille Mauri) ”gli fu sempre un peso sull'anima, e intese a cancellarla con l'operosità indefessa e coi buoni portamenti del resto di sua vita”. (1).
Condottosi in Francia tuttavia nel fiore dell'età, e aggregatosi a quella legione straniera, ebbe campo di fare in Algeri un ottimo tirocinio della vita militare; sicché nel 1848 poté fidatamente offerirsi a' servigi della causa nazionale, e fu dei primi Lombardi ad essere accolto al quartiere generale di Carlo Alberto, che lo ascrisse tosto all'eletto drappello dei suoi ufficiali d'ordinanza. (2).
Ma, fallite in quell'anno e nel successivo le prove delle armi regie, il conte Vimercati non bastandogli la pazienza di durar mesi ed anni ai presidî per aspettare l'appello delle nuove battaglie, s'è tramutato da Torino a Parigi.
Risorgeva in quel mezzo l'Impero. Il Vimercati, che usava quasi domesticamente coi napoleonidi e i lor fautori, colse ogni occasione e studiò ogni maniera di propiziarli alla dinastia di Savoia e alla bandiera italiana con sì gran cuore da lei sostenuta. Se egli così adoperasse di suo talento, o (ciò che altri ha creduto) d'intesa con un altissimo personaggio, qui non occorre di decifrare. Certo è che il disegno mirava a buon fine.
Scoppiata la guerra del 1859, vedemmo di nuovo il Vimercati in Piemonte: questa volta al quartiere generale del maresciallo Canrobert. Traggo da una recente lettera del maresciallo, (3) l'episodio che segue”..J'aime à me rappeler, mon cher comte Vimercati, qu'ayant eu, pendant la memorable campagne du 1859, l'occasion de vous présenter au Roi comme un des officiers de mon Etat major dont j'avais lieu d'être le plus satisfait au triple point de vue du courage, de l'intelligente activité, et du dévouement militaire, sa Majesté daigna vous féliciter en vous serrant dans ses bras.
Dopo la pace di Zurigo tornò il Vimercati a Parigi, addetto militare a quella legazione italiana; e vi stette sino alle tremende sciagure del 1870.
I prestati servigi li accattarono molta benevolenza da Vittorio Emanuele, che poi gli diede l'ufficio di ispettore generale delle regie caccie.
Per decreto del 16 marzo 1879 fu chiamato senatore del Regno; ed egli entrava in questa Assemblea il 29 maggio.
Poco appresso, recatosi alla solita sua residenza di Mirabello nel Parco di Monza, fu soprappresso da un tifo acutissimo che, nonostante la tempra forte e l'età non senile, addì 25 luglio l'ha mandato al sepolcro.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 luglio 1879.
(1) Giornale l'Opinione,27 luglio 1879, n. 204.
(2) Ivi.
(3) Paris le 17 avril 1879.