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VERGA Andrea

30 maggio 1811 - 21 novembre 1895 Nominato il 16 novembre 1876 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori.
Mi tocca anche oggi amareggiarvi con un mesto annunzio; anche oggi il labbro dolente, rammentando le virtù d'un collega estinto, dirimpetto alla grave perdita, si arresta trepidante.
Andrea Verga che ieri, quasi all'istessa ora nella quale noi riprendevamo le nostre sedute, moriva a Milano, fu uomo altrettanto dotto quanto buono, fu altrettanto antico patriota quanto illustre scienziato.
Nato di modesta famiglia a Treviglio l'anno 1811, ebbe in sorte la forte tempra che distinse molti della generazione sua; come se i grandi avvenimenti fra cui sorse la improntassero a grandezza, la chiamassero ad alte opere.
Nell'Ateneo pavese imparò la medicina; l'ingegno, lo studio, il lavoro gli diedero sollecita fama; divenne celebrato alienista.
Ardite speculazioni scientifiche lontane da metafisiche astruserie e cimentate al crogiuolo dell'esperienza; teorie fondate su profonde osservazioni, su saldissime convinzioni, sua mercé schiusero alla psichiatria nuovi orizzonti, acquistarono a lui fama europea.
Il grande mistero delle aberrazioni della ragione umana, che la nascita, il vizio, o particolari condizioni del vivere originano, scrutò con cuore di filantropo, tentò schiarire coll'entusiasmo, colla fede di chi erasi consacrato a sollevare le umane sofferenze.
Milano, dove lungamente visse fra la stima universale e il cui Ospedale maggiore diresse, lungamente insegnandovi, dove esercitò la medicina come il più nobile dei ministeri, ne sperimentò la grande dottrina e l'animo eccellente. Dell'Istituto lombardo di lettere scienze ed arti, cui apparteneva da oltre mezzo secolo e per qualche tempo presiedette, fu onore; fu decoro dei consigli amministrativi della città e della provincia, ai quali lo chiamarono i concittadini in segno del loro affetto.
Troppo assorto nelle scientifiche investigazioni, troppo alieno per mitezza d'animo dalla politica battaglia, professò però in ogni tempo libere opinioni. Anzi nel risveglio del 1848 era stato di quei notabili, di quei dotti, che coll'ascendente esercitato sulla gioventù, colle aderenze in ogni ceto furono centro e spinta alla milanese insurrezione; né mai finché visse mutò opinioni o sentimenti.
Ascritto al Senato il 16 novembre 1876 la sapiente sua parola quest'Aula religiosamente raccolse ogni qualvolta egli trattò degli argomenti onde aveva fatto studio indefesso.
Ed è ancora presente alla nostra memoria la figura del venerando uomo; e il suo modesto porgere ancora ci comprende di riverenza; e risuona ancora al nostro orecchio il suo discorso famigliare, ma preciso, scorrevole, abbondante, convinto con cui, or sono circa quattro anni, raccomandava al Senato il progetto di legge sugli alienati ed i manicomi. Così quest'ottuagenario, chiudendo la sua carriera parlamentare, obbediva anche in codest'occasione al vivace intimo sentimento che tant'alto lo collocò fra gli scienziati del nostro tempo e ne informò tutta la vita.
Vita laboriosa, che dietro di sé lascia nei numerosi scritti luminose traccie; vita piena di nobili esempi, che oggi il Senato rimpiange rapita alla scienza ed alla patria (Benissimo- Vive approvazioni).
TODARO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
TODARO. Le nobili ed elevate parole, pronunciate dal nostro Presidente della commemorazione del defunto collega Verga, corrispondono al sentimento profondo che ebbero di lui quanti lo conobbero, e sono l'espressione della verità. Infatti, o signori, Andrea Verga fu osservatore esimio del sistema nervoso, e specialmente del cervello, sul quale lasciò scritto il suo nome. Quando si credeva che lo studio della forma del cervello fosse una materia esaurita dagli antichi anatomici, e lo studio della sua struttura intima fosse inesplicabile, scritto a geroglifici e chiuso con sette suggelli, Andrea Verga scrutava la fabbrica di quest'organo mobilissimo, e vi scopriva una cavità anomala, posta tra il corpo calloso e la volta a tre pilastri, cavità la quale oggi porta il nome di ventricolo del Verga.
Il Verga fu non solo un esimio osservatore della anatomia del sistema nervoso, ma fu un indefesso cultore delle funzioni e delle malattie di questo sistema. Egli fu tra' primi a riconoscere che l'anatomia e la fisiologia del sistema nervoso, sono il fondamento della psicologia e della psichiatria; quindi figura fra li psichiatri più famosi della nostra epoca, e di lui rimarrà sempre la classificazione che ha fatta delle malattie mentali; classificazione che è stata adottata fino a questi ultimi tempi da tutti i psichiatri, e che serve ancora come modello per la classificazioni di tali malattie al nostro ufficio di statistica nazionale.
Andrea Verga, oltre di essere stato un sommo ricercatore del vero, è anche stato un felice espositore, anzi direi un brillante ingegno che rivestì sempre il suo pensiero di forma eletta e fiorita.
Non solo egli contribuì all'avanzamento della psichiatria coi suoi lavori, ma eziandio col promuoverne per quanto gli fu possibile, gli studi.
Insieme col Biffi e col Castiglioni fondò il primo giornale di psichiatria, in cui trovansi raccolti i più pregevoli lavori degli ultimi venti anni dei nostri psichiatri.
Andrea Verga, oltre ad essere un uomo di mente, fu, come detto dal nostro Presidente, anche un uomo di cuore. A lui si deve l'istituzione della Società per patronato dei ricoverati poveri che escono dal manicomio della Provincia di Milano; istituzione nobilissima, che è stata dipoi imitata dalla maggior parte delle altre provincie italiane.
Fondò pure una Cassa di soccorso per gli alienisti poveri, concorrendovi per sua parte con un fondo di parecchie migliaia di lire.
Si ebbe adunque in lui un uomo completo; un uomo di mente e un uomo di cuore; un uomo amante del sapere e un filantropo. Mentre egli visse fu da tutti rispettano; oggi scende nella romba benedetto da quanti venerano la scienza ed amano la patria e l'umanità (Benissimo).
Propongo che il Senato mandi le sue condoglianze alla famiglia di Andrea Verga, in segno di omaggio alle virtù di quest'uomo insigne e benemerito. (Approvazioni vivissime).
SARACCO, ministro dei lavori pubblici. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
SARACCO, ministro dei lavori pubblici. Il Governo del Re si associa di gran cuore alle nobili parole, con le quali il nostro illustre Presidente ha commemorato i meriti e le virtù del compianto collega, Andrea Verga, e si associa anche di gran cuore alla proposta che il Senato vorrà adottare per commemorarne maggiormente la memoria.
PRESIDENTE. Pongo ai voti la proposta del signor senatore Todaro di far pervenire alla famiglia del senatore Andrea Verga, le condoglianze del Senato.
Chi le approva è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 22 novembre 1895.