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VENOSTA Luigi

30 giugno 1845 - 30 ottobre 1926 Nominato il 30 dicembre 1914 per la categoria 17 - Gli intendenti generali dopo sette anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli senatori,
Rivolgiamo ora un saluto reverente agli amati colleghi perduti durante la lunga sosta delle nostre sedute. [...]
Il 30 ottobre spegnevasi in Roma il venerando collega nobile Luigi Venosta che era nato in Tirano il 30 giugno 1845 da antica famiglia valtellinese.
Compiuti con amore gli studi classici, si arruolò giovanissimo nei bersaglieri e prese parte da valoroso alla repressione del brigantaggio nel Mezzogiorno, distinguendosi poi nella campagna di guerra del 1866 per l'indipendenza della patria. Ritornato alla vita cittadina, egli spese tutte le sue energie e la vivace intelligenza nella pubblica Amministrazione. Vi entrò nel 1871 col modesto grado di computista alle finanze, e vi percorse brillantemente la carriera segnalandosi sempre per coltura ed operosità, sicché nel 1898 saliva all'alta carica di direttore generale amministratore della Cassa depositi e prestiti, che conservò fino al 1921.
In questi lunghi anni silenziosamente lavorò, portando il più largo contributo alla costruzione degli ordinamenti amministrativi del paese, ché, con la sua opera saggia, instancabile ed energica, egli seppe imprimere a tutti i servizi della Cassa Depositi il magnifico impulso, accrescere notevolmente le funzioni dell'Istituto e dare ad esso una così solida organizzazione e un così grande sviluppo da renderlo altamente benemerito del paese.
Fu giusto premio a tanta nobile fatica la sua nomina a senatore seguita il 30 dicembre 1914; e ai nostri lavori egli fu assiduo, recando sopratutto nei momenti decisivi il suo alto spirito di patriottismo e la sua competenza profonda dei congegni amministrativi.
Luigi Venosta fu una bella figura di cittadino e di funzionario: considerò la vita come una missione per il bene della patria e della famiglia e così visse. Di abitudini semplici e modeste, modestamente condusse la sua esistenza, mentre largamente contribuiva alle maggiori fortune del paese.
La patria gliene è grata e noi, raccolti in vivo dolore, ci inchiniamo davanti alla tomba dell'insigne collega, inviando alla famiglia desolata l'espressione del nostro cordoglio. (Bene).
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. In nome del Governo, mi associo alle parole di cordoglio dette dal Presidente dell'Assemblea per la perdita dei senatori che egli ha commemorato. [...]
ciascuno di essi nei vari campi ove svolse la propria opera [...] o nel campo dell'attività pratica ed amministrativa come i senatori [...], Venosta [...] Il Governo nazionale, interprete del sentimento di riconoscenza del popolo italiano, si inchina alla loro memoria. (Approvazioni).


Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 16 novembre 1926.