VALSECCHI Pasquale
08 febbraio 1828 - 13 settembre 1900 Nominato il 23 novembre 1885 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza LombardiaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Stanislao Cannizzaro, Vicepresidente
Signori senatori, [...]
Oltrepassati i settantadue anni, nel pomeriggio del 13 settembre moriva qui in Roma l'ingegnere Pasquale Valsecchi.
Era nato a Sannazzaro de' Burgondi nella Provincia di Pavia l'8 febbraio 1828 ed era stato educato nel regio collegio di Voghera dove avea compiuti gli studi liceali. A vent'uno anni conseguì nell'Università di Torino il diploma d'ingegnere idraulico, a ventidue quello di architetto civile.
L'8 maggio 1850, fu ammesso nel regio Corpo del genio civile in qualità di aspirante allievo ingegnere. Percorrendo quindi tutti i minori gradi della gerarchia giunse dopo vent'anni al posto d'ingegnere capo di 2° classe. La serietà del carattere e la perizia professionale massime in materie attinenti a costruzioni ferroviarie, lo avevano intanto posto in evidenza e fatto designare, nel luglio del 1872, per reggere la Direzione generale delle strade ferrate costituitasi appunto in quell'epoca presso il Ministero dei lavori pubblici. E tale ufficio tenne per oltre tredici anni, godendo piena la fiducia di tutti i ministri che in quel non breve periodo si succedettero, e meritandosi nel frattempo la promozione ad ispettore di classe nel Genio civile e la destinazione a membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Il 20 ottobre 1885, costrettovi da motivi di salute, abbandonò la Direzione generale delle strade ferrate, ma non abbandonò il lavoro e prima tenne le funzioni di membro del Collegio arbitrale delle ferrovie, poi, alquanto rinfrancato in salute, tutta la sua attività concentrò nella carica di presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, alla quale era stato chiamato con decreto del 3 gennaio 1889. Carica che il Valsecchi disimpegnò con zelo, tantochè ebbe sette successive conferme nell'importante ufficio e ancor vi durava quando la morte lo spense. Ben si può dire di lui ch'egli da buon soldato morì sulla breccia.
Durante la sua carriera fu segretario generale al Ministero dei lavori pubblici dalla metà di novembre 1877 all'aprile 1878 essendo ministri prima il Depretis indi il Perez.
Posto così in ben meritata evidenza dal Governo, anche i suoi concittadini di Sannazzaro vollero attestargli quanto lo tenessero in istima eleggendolo a loro deputato per la XIII legislatura e confermandogli il mandato nella XIV e nella XV. Con regio decreto 25 novembre 1885 fu poscia assunto alla dignità di senatore.
Sia in Senato che alla Camera dei deputati il Valsecchi fu assiduo sempre e laboriosissimo pur schivando l'occasione di mettersi politicamente in evidenza perché profondamente compreso de' suoi doveri di funzionario dello Stato.
Tuttavia la sua competenza tecnica e la sua esperienza amministrativa, gli valsero di essere non di rado designato per lo studio di importantissimi argomenti. In Senato da molti anni apparteneva alla Commissione di finanze e le sue relazioni sui bilanci potevano essere prese a modello di chiarezza e di esattezza.
Modestia, prudenza quasi eccessiva, bontà e gentilezza d'animo, osservanza scrupolosa di ogni suo dovere erano le doti sue precipue; doti che lo fecero caro e stimato a tutti noi che ne piangiamo la perdita. (Bene).[...]
FINALI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
FINALI. Non dispiaccia al Senato che io aggiunga qualche parola, alla giusta lode, fatta dal nostro onorevole Presidente, di uno dei nostri colleghi più virtuosi e cari.
Pasquale Valsecchi fu un ottimo amministratore; in lui era profonda la conoscenza delle leggi, era sicuro il criterio tecnico e amministrativo nelle interpretarle; era insuperabile la rettitudine nella loro applicazione agli interessi pubblici e privati.
Come senatore poi, egli fu a tutti esempio di assiduità e di operosità; e le sue esimie qualità d'intelletto ed anche le politiche, le quali si accompagnavano ad una grande equanimità, furono soprattutto apprezzabili ed apprezzato nella Commissione permanente di finanze, nella quale lo ebbi compagno per molti anni.
Nello studio dei bilanci, egli portava un singolare acume di mente, accompagnato dalla conoscenza pratica dei bisogni dell'amministrazione, e dall'intelligenza dei fini - a cui lo Stato per mezzo dei bilanci deve adempiere - e riesciva a fare quelle relazioni così complete, così perspicue che il Senato ha avuto frequenti occasioni di lodare e d'ammirare; quelle relazioni in cui era tanta abbondanza di acute osservazioni e di pratici avvedimenti.
Quest'uomo aveva una grande bontà d'animo ed aveva una virtù rara, che tutto superava le alle qualità, e le rendeva più simpatiche, cioè una grande modestia.
Il Senato, ed in specie la Commissione permanente di finanze, credo ricorderà lungamente Pasquale Valsecchi, che fu tanto stimato e tanto caro a tutti. (Benissimo).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 22 novembre 1900.