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VALOTTI Diogene

30 dicembre 1830 - 29 maggio 1910 Nominato il 26 gennaio 1889 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Il senatore conte Diogene Valotti, che dalla nostra vista era scomparso per la lunga infermità, spirò il 29 maggio in Brescia, che gli aveva dati i natali il 31 [sic] dicembre 1830. Liberale dai primi palpiti giovanili, non prono alla dominazione straniera, fu il fido amico di Giuseppe Zanardelli. La nobile persona ebbe adorna di qualità elette, e fiorì nel casato e nella città dando al bene pubblico pensiero, azione e cuore. Ebbe innata una dignitosa riservatezza, che non gli impedì la prontezza al dovere; onde la sua vita fu a periodi: taluni silenziosi in quiete, meditazione e solitudine; altri di lotta energica nel mezzo della folla, secondo che la patria concedeva o domandava. La riscossa del 1859 trovò il giovane patrizio al suo posto di cittadino operoso, popolare.
Dopo la battaglia di Magenta, tra la ritirata del vinto e la marcia vittoriosa degli alleati, fu dal popolo acclamato suo magistrato; dalla loggia ordinò le prime libertà comunali; fu il primo sindaco italiano di Brescia. Si ritrasse poi, dopo i grandi intenti, schivo delle misere gare partigiane; ma, quando alla sua autorità, alla sua intelligenza, fu ricorso dalla stima e dalla fiducia de' concittadini, cedette e tornò a reggere le amministrazioni ed i principali istituti bresciani: fu veduto presidente della deputazione provinciale, presidente degli ospedali civili; rigido e coscienzioso amministratore. Deputato di Verolanova nel corso della 10ª legislatura, adempì il debito del mandato; non ambì tenerlo. Nominato senatore il 26 gennaio 1889, il bel nome qui entrò con plauso. E tal nome, cui oggi rendiamo onore, Brescia celebrerà con i primi fasti della sua libertà, finché Brescia sarà dall'Italia chiamata l'eroica, e sarà sempre, nei ricordi del suo risorgimento.
(Approvazioni).
BETTONI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BETTONI. Onorevoli colleghi! Permettete a me, che gli era legato e da sentimento d'affetto e da vincoli di con cittadinanza, di aggiungere alle parole altissime del nostro amato Presidente alcuni rapidi cenni intorno alla vita nobilissima del senatore Valotti, che dolorosamente ci venne rapito dalla morte.
L'esistenza sua, trascorsa lungi da qui, non permise ai colleghi di valutarne l'alto ingegno, il carattere mirabile, l'opera pregevolissima.
Se la sua indole schiva delle lotte e desiderosa della dolce quiete della famiglia non l'avesse allontanato dal Parlamento, prima alla Camera, ove fu eletto deputato, poscia in questo consesso avrebbe certamente dato prova del suo valore e dell'alata sua eloquenza.
Ma amò invece di limitare la propria attività alle cose del luogo nativo, dove fu considerato, ed a ragione, ottimo amministratore.
Nel 1859, giovanissimo, fu sindaco di Brescia nei momenti in cui la nostra terra era teatro di avvenimenti supremi per il riscatto nazionale.
L'opera sapiente del conte Valotti, in quei giorni memorabili, lo misero in evidenza come uomo superiore.
In seguito il Consiglio provinciale lo volle a suo presidente: poscia fu il primo a presiedere la nostra deputazione provinciale, e non vi fu incarico importante, che non gli venisse deferito ad al quale non fosse designato.
Ed in ogni circostanza riuscì eccellente; ed il perfetto gentiluomo apparve sempre anche sapiente reggitore della pubblica cosa, sì che nel giorno della sua dipartita un'onda di popolo dimostrò il proprio dolore nel veder spenta un'esistenza altrettanto modesta quanto preziosa. Non volle sulla sua bara né fiori né discorsi, ma le lagrime dei suoi conterranei furon prova sicura che d'onore e di lodi era ben degna la memoria del nostro compianto collega. (Approvazioni vivissime).
DI SAN GIULIANO, ministro degli affari esteri.Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
DI SAN GIULIANO, ministro degli affari esteri.Il Governo si associa di tutto cuore alle nobili parole ad agli elevati sentimenti, che sono stati testé espressi dal nostro illustre Presidente e dal collega senatore Bettoni in commemorazione del compianto senatore Valotti.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 7 giugno 1910.