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TITTONI Vincenzo

03 novembre 1830 - 04 luglio 1905 Nominato il 07 giugno 1886 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lazio

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente

Signori Senatori!
Ancora un lutto al Senato prima che esso sospenda i suoi lavori.
È morto iersera alle ore 21.30 il senatore Vincenzo Tittoni, nato in Manziana il 3 novembre 1830.
Patriota operoso, membro del Comitato nazionale, coadiuvò efficacemente di persona e di danaro la causa dell'unità italiana.
Nel 1859 dovette emigrare: esulò in Inghilterra, pur non cessando di lavorare per la patria, finché la breccia di Porta Pia gli permise di rientrare in Roma.
Nominato fra i componenti la Giunta provvisoria di governo, concorse insieme ad Emanuele Ruspoli a formolare i termini del plebiscito romano: cosa non facile nei riguardi internazionali. Ed in tutte le delicate sue missioni portò sempre un raro tatto pratico ed una inesauribile bontà.
Prese parte attiva in varie pubbliche amministrazioni, e fu eletto deputato in tre legislature; prima a Roma, poi a Frosinone, poi di nuovo a Roma.
Sedette in Senato dal 7 giugno 1886: ed ebbe la gioia di vedere il figlio, anch'esso nostro collega, ascendere splendidamente nella carriera politica, e reggere il Ministero degli esteri con quella temperanza e quel sapiente accorgimento che sono proprii di una mente equilibrata, che si rivelano nella nitida e persuasiva sua parola, che gli attirano il plauso e la simpatia sì in Italia che all'estero. (Benissimo).
Dolente di non poter intervenire al trasporto funebre, che l'estinto volle privatissimo (ma al quale sarei di gran cuore intervenuto se non fossi, per l'ora, impedito dal dovere del mio ufficio) - all'onor. ministro Tittoni, all'angosciata sua famiglia mando - a nome del Senato le più profonde, sentite e cordiali condoglianze. (Approvazioni vivissime).
COLONNA FABRIZIO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COLONNA FABRIZIO. All'elevata commemorazione fatta dal nostro illustre Presidente, consenta il Senato che io aggiunga una parola di compianto, di sincero compianto per Vincenzo Tittoni, il quale appartenne a quella schiera che ora va assottigliandosi; a quella schiera, dico, di patrioti della vigilia, che scontava con l'esilio il più nobile dei sentimenti, ma che allora era considerato un delittol'amor di patria.
Vincenzo Tittoni, assieme ai Polverosi, ai Galletti, ai Silvestrelli, agli Sforza Cesarini, ai Ferri, ai Ruspali e a tanti altri dei quali ora mi sfuggono i nomi, fu una delle più spiccate individualità degli esiliati, e durante gli anni di esilio mai cessò dall'adoperarsi onde i voti dei patrioti romani, sempre all'unisono con quelli dei figli delle altre provincie, avessero il loro coronamento con l'insediamento in Roma del Governo d'Italia.
Dalla difesa di Roma del 1848 fino al 20 settembre 1870 il nome di Vincenzo Tittoni s'intreccia con quelli dè suoi compagni di aspirazioni e di fede, con quelli intrepidi lottatori per l'unità e indipendenza della Patria che nulla pretermisero onde raggiungere le nazionali aspirazioni. (Benissimo).
Rientrato in Roma il 20 settembre, e fino a che la salute glielo consentì, Vincenzo Tittoni si adoperò sempre pel bene di questa capitale con puro sentimento d'italianità, non disgiunto da quella temperanza che fu sempre dote degli equanimi.
Innanzi a questa nuova tomba che si schiude inchiniamoci reverenti, onorevoli colleghi, ed il nostro estremo vale, sia d'insegnamento alle giovani generazioni, e dica loro:
Onorate coloro che intensamente amarono la Patria e che per la Patria soffrirono. (Vivissime approvazioni).
MAJORANA A. ministro delle finanze.Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAJORANA A. ministro delle finanze. Mi associo al nome del Governo alle nobili parole pronunciate dal Presidente del Senato e dall'onor. Senatore Colonna in onore di Vincenzo Tittoni esempio mirabile di ogni privata e civile virtù, e sono sicuro di interpretare i sentimenti del mio carissimo collega il ministro Tittoni, ringraziando il Senato per questa solenne commemorazione che riuscirà certamente di conforto al suo addolorato cuore di figlio (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 luglio 1905.