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TASCA LANZA Giuseppe

03 giugno 1849 - 17 dicembre 1917 Nominato il 25 novembre 1902 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Abbiamo perduto il collega Tasca Lanza, morto il 17 dicembre in Palermo, ove era nato il 3 giugno 1849 de' conti di Almerita. La ricchezza adornò di studi, compì quelli di chimica e fu assistente alla cattedra. Nella vita cittadina prese posto fra i notabili della metropoli siciliana; mentre i sentimenti democratici gli acquistarono il favore popolare. Capitanò il partito democratico vittoriosamente nelle lotte amministrative dal 1870 al 1890. Consigliere comunale, assessore, sindaco tre volte di Palermo, consigliere provinciale; prestò alla città ed alla Provincia, sapere, autorità. Fu chiamato ad altri uffici ed amministrazioni principali. Fu per dieci anni presidente del Monte di pietà; amministratore dell'Ospedale e dell'Ospizio marino. Per amore delle classi operaie creò sodalizi di mutuo soccorso tra operai e industriali, contribuendo del proprio alle spese.
Fu eletto dal 3° collegio di Palermo, e da quelli di Cefalù e di Canicatti; sedè alla Camera nelle legislature 17ª, 18ª e 20ª, prendendo parte ai lavori ed alle discussioni. Nominato senatore il 25 novembre 1902, neppur qui fu inoperoso; ed è da mentovare la proposta di legge di quell'animo umano ed equo contro l'usura.
Il nobile uomo che tanto aveva dato alla sua Sicilia ed alla patria italiana, finì offrendo a questa il figlio, morto da valoroso, combattendo. Guarda ora l'Italia riconoscente i due spiriti abbracciati nella gloria. (Bene). [...]
PATERNÒ. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATERNÒ. Consenta il Senato che alla commemorazione del nostro illustre Presidente sui senatore Tasca Lanza, io aggiunga una parola.
Amico fin dall'infanzia del senatore Tasca Lanza, suo compagno di studi, perché lo ebbi per mio assistente al laboratorio chimico di Palermo, può dirsi che ne raccolsi l'ultimo respiro, perché la sera prima della sua morte fulminea mi trattenni lungamente con lui.
Il senatore Tasca Lanza si distinse principalmente per l'amore e Io zelo con cui disimpegnava gli uffici pubblici ai quali veniva preposto; essi erano per lui un onore: da consigliere comunale a sindaco di Palermo, a deputato, a senatore, ad amministratore delle più varie istituzioni di beneficenza (ospedale, manicomio, monte di pietà, Azienda del molino municipale), tutti questi uffici egli disimpegnò con un sentimento di abnegazione che non trova facile riscontro.
Egli si immedesimava, per così dire, con l'ufficio stesso, e vi si appassionava come a cosa propria, non curante di null'altro che del bene della cosa pubblica. Ed il suo dovere compieva con tenacia senza pari, con volontà ferrea.
Di questa eccezionale forza di volontà diede prova quando, dotato di largo censo, volle spingersi nella vita degli studi. Aveva compiuto a casa propria studi regolari ma non possedeva alcun diploma, e sebbene non più giovanissimo non ebbe titubanza a presentarsi agli esami delle scuole secondarie.
La virtù cittadina del Tasca Lanza emergeva nelle pubbliche sciagure, nelle quali egli era il primo ad accorrere per prestare l'opera sua con vera abnegazione e concorrere con largo soccorso; e questo è tanto più ammirevole in un uomo che non ebbe mai salute molto forte, ma collo spirito indomito, e indomabile compensava la debolezza del corpo.
Il Tasca Lanza educò la sua famiglia al lavoro e ai doveri verso la patria. I suoi cinque figli maschi tutti hanno compiuto regolarmente i loro studi e tutti hanno preso le armi. Uno di essi morì gloriosamente sul Carso conducendo, come capitano, con vero eroismo la sua compagnia al fuoco.
La medaglia al valor militare fu conforto per la famiglia, ma ai genitori la morte più gloriosa non può togliere lo strazio, che scosse la fibra già debole del senatore Tasca Lanza e ne affrettò la fine.
Prego il Senato di mandare alla vedova desolata e ai figli superstiti una parola di condoglianza. (Benissimo).
OLIVERI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
OLIVERI. Legato da vecchia e costante amicizia al caro e compianto collega Giuseppe Tasca Lanza, deploro vivamente la sua fine, che egli stesso pur troppo prevedeva, poiché da molto tempo sofferente, egli era andato peggiorando, in seguito specialmente alla dolorosa perdita di uno dei suoi amati figli, il prode Ottavio, caduto eroicamente nell'attacco di Gorizia.
Giuseppe Tasca Lanza, da deputato, da senatore, da sindaco di Palermo, sua città natale e da presidente e amministratore di varie ed importanti pubbliche gestioni, diede sempre e ovunque prova di mente equilibrata, di esemplare rettitudine, di carattere fermo e risoluto, e dedicò con fervore, finché glielo consentirono le sue condizioni di salute, la sua instancabile attività in bene del paese.
Da parecchi anni, il male che lo travagliava, lo teneva lontano dal Senato, riuscendogli impossibile di resistere al lungo e faticoso viaggio, e di ciò egli si accorava.
Di principi puramente democratici e liberali, egli serbò sempre integro il culto della patria che seppe istillare nell'animo del suoi cari figliuoli, i quali, educati ai sentimento del dovere e della disciplina, accorsero pieni di fede e di entusiasmo, tutti cinque, allo scoppio della guerra, in difesa della patria.
Seguendo gl'impulsi del suo cuore benefico, egli, volle, in occasione della guerra, amorevolmente coadiuvato dalla sua degna consorte donna Annetta Tasca Bordonaro, vero angelo di carità, dare sfogo a questi suoi sentimenti, creando in Palermo l'ospedale militare di riserva che porta il suo nome e nel quale trovano posto costantemente e vengono pietosamente curati ed assistiti più di 300 feriti, i quali con animo riconoscente pregano, oggi per l'anima di lui, che non è più.
La. sua morte è stata appresa, con generale rimpianto dalla città di Palermo verso la quale egli si era acquistate tante benemerenze, ed essa.gli ha tributato degne onoranze.
Vada alla sua memoria il mio mesto saluto.
Propongo che il Senato esprima, le proprie condoglianze alla famiglia ed al sindaco di Palermo. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole senatore Bettoni. [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro dell'industria, del commercio e del lavoro.
CIUFFELLI, ministro dell'industria del commercio e del lavoro. Il Governo si associa per mio mezzo alle proposte fatte e alle nobili espressioni di rimpianto pronunciate dall'illustre Presidente Manfredi e dai senatori Paternò, Oilveri, Bettoni, Levi e Torrigiani per la morte dei senatori Tasca Lanza e Carlo Gorio.
Il senatore Tasca Lanza appartenne ad ambedue i rami del Parlamento, e tanto alla Camera quanto al Senato era grandemente amato ed apprezzato non solo per le doti elette della mente colta ed arguta, come ha testé ricordato il senatore Paternò; ma per la grande bontà e gentilezza dell'animo suo, che traspariva dai modi signorili ma semplici e schietti.
Fu grandemente amato per lo spirito filantropico che animava tutte le sue azioni; appunto per questo suo spirito, per il grande amore del pubblico bene, egli si interessò alla vita cittadina in tutte le sue manifestazioni, e Palermo lo ricorda zelante amministratore delle sue istituzioni pubbliche e sindaco lodato della città. Palermo rammenta e rimpiange l'opera benefica del senatore Tasca Lanza, come rammenta lo spirito patriottico che egli aveva trasfuso nei suoi figli, i quali hanno fatto tutti il loro dovere verso la patria, per la quale uno di essi eroicamente è caduto.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 13 febbraio 1918.