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TAMASSIA Arrigo

07 gennaio 1849 - 29 ottobre 1917 Nominato il 04 aprile 1909 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! [...]
Il senatore Tamassia, che il 29 ottobre finì i suoi giorni in Padova, era nato in Poggio Rusco nel mantovano il 2 gennaio 1849. Studiò medicina all'Università di Pavia, dedicandosi poi in ispecial modo alla medicina legale; nella quale si approfondì in Berlino ed in Vienna; talmente, che ne divenne professore ordinario in detta Università. Pubblicò i suoi studi; e quelli sull'intemperanza del lavoro mentale nelle scuole produssero la riforma dei programmi scolastici. Quelli sui bacilli tetanici fruttarono alla scienza. Si hanno pure i suoi scritti sull'anatomia patologica della pazzia e sul Codice penale e la medicina. Si occupò inoltre dell'identificazione dei delinquenti. Fu nominato senatore il 4 aprile 1909; e, prima della sua malattia, frequentemente intervenne alle nostre sedute e rammentiamo i suoi utili discorsi scientifici. (Bene). [...]
FERRARIS CARLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRARIS CARLO. Mi permetta il Senato di aggiungere poche parole a quelle elettissime dette dal nostro illustre Presidente a ricordo del compianto senatore Arrigo Tamassia, del quale io era non soltanto amico da quasi un quarantennio, ma collega di Università di Padova e nel R. istituto veneto di scienze, lettere ed arti.
Fu di ingegno vivacissimo, di forte carattere, di grande operosità. Insigne maestro di medicina legale, egli possedeva mirabili qualità di indagatore e di espositore. I suoi numerosi lavori scientifici sono in pari tempo pregevoli per la profondità delle ricerche e la limpidezza ed accuratezza della forma: e nell'insegnamento sapeva agli studenti medici esporre la medicina legale con là severità dello sperimentatore è l'acume del giurista; agli studenti giuristi, ai quali pure doveva far lezione, là spiegava con tale perspicuità da supplire alla loro mancanza di cognizioni specifiche nelle scienze mediche ed affini.
Pur essendo profondo conoscitore degli studi scientifici stranieri, seppe alla sua disciplina dare carattere schiettamente italiano, tanto più non potendo essa disgiungersi dalla considerazione delle particolari condizioni psicologiche e biologiche del popolo nostro.
E questi pregi egli si procurò anche col culto appassionato degli studi letterali, dai quali derivò la bella forma dell'esporre, a cui ho già alluso, e trasse consolazione nelle terribili sofferenze dell'ultima malattia durante la quale dettò un articolo intitolato: "Riflessi di Molière nei Promessi Sposi?" e pubblicato nella Nuova antologia pochi giorni prima della sua morte. Prego il Senato di voler consentire che si esprimano le sue condoglianze all'addolorata, famiglia. (Bene). [...]
BERENINI, ministro dell'istruzione pubblica. Debbo portare per la prima volta la mia parola modesta in questo Alto consesso, per commemorare insigni uomini che vi hanno appartenuto onorandolo e ricevendone onore. [...]
Nulla io posso dire che aggiunga alle lodi consapevoli che voi di già avete udite. Dirò che io conobbi Arrigo Tamassia, che l'amai, che ebbi anco in lui un maestro che diresse, in ore di aspri contrasti di scuole, il mio intelletto di studioso nel diritto criminale. Erano le ore in cui ardevano i dibattiti della scuola classica e della scuola positiva; ed egli spirito squisitamente equilibrato, non si assise atteggiandosi superbamente a maestro, tra le parti in conflitto; ma seppe trovare le vie per le quali gli eccessi delle opposte parti potevano e poterono comporsi; questa è per me lode altissima che va alla sua attività intellettuale. Di lui sono ricordevoli due opere, che bastano alla fama di un ingegno operoso: "L'anatomia patologica del cervello" e, a me soprattutto caro, lo studio squisito: "Sulle intemperanze del lavoro mentale nelle scuole".

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 13 dicembre 1917