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STARA Giuseppe

05 settembre 1795 - 16 giugno 1877 Nominato il 03 aprile 1848 per la categoria 09 - I primi presidenti dei Magistrati di appello provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Sebastiano Tecchio, Presidente
Signori Senatori!
Il giorno 16 di questo giugno fu l'ultimo della vita di un eccellentissimo nostro Collega, il conte Giuseppe Stara.
La infausta notizia non ci sorprende; poiché l'egregio uomo era omai di gravissima età, di stremata salute. E tuttavia non possiamo non deplorare altamente che quind'innanzi non ci sia più dato di noverarlo nell'Ordine dei Senatori.
Giuseppe Stara aveva avuto i natali nel popolo di Cavesana [sic] Blot, sul Vercellese, il 5 settembre 1795.
Forniti a Vercelli i primi studî, fu ascritto nel 1811 tra gli alunni di giuresprudenza nel Collegio delle Provincie, che fioriva a Torino. Dopo soli due anni, meritò che a lui venisse dato lo incarico di esercitare gli studenti del primo corso nelle materie di quel gran portato de' nuovi tempi, che è il Codice Napoleone.
Laureato, l'anno 1816, dall'Ateneo torinese nell'uno e nell'altro diritto. Poco stante, ripetitore di leggi, e assunto tra i volontari dell'Avvocheria generale. Nel dicembre 1817, aggregato ai Dottori di Collegio della Facoltà legale nel detto Ateneo.
Nel 1823, Giudice alla Reale Udienza di Cagliari. Nel 1829 reggente l'Ufficio dell'Avvocato fiscale in quel Magistrato. Nel 1831, Consigliere (che allora dicevano Senatore) nell'Appello di Torino; e membro della Commissione di legislazione, poc'anzi creata da Re Carlo Alberto. Nel 1839, Congiudice ordinario del Consolato.
Avvocato generale nel 1840, inaugurava l'anno giuridico con una orazione, cui pose nome L'Amor santo del vero; nella quale cotesto amore esaltò siccome il primo e il più indispensabile che debba governare e i giudici e gli avvocati.
Memorabile l'alacrità e la fermezza onde egli, nel suo gravissimo magistero di Avvocato generale, osò svellere dalle radici gli abusi e le remore da lunga pezza intromesse nell'amministrazione della giustizia. Più memorabili le battaglie da lui sostenute, e vinte, incontro alla setta cattolica che voleva a ogni costo insediare nel Regno il Tribunale della Nunziatura; del quale uno storico fiorentino, Scipione Ammirato, svelate aveva le arti e le insidie, alla società civile perniciosissime. Ed egli, lo Stara, avvegnaché tenacissimo della religione degli avi, non seppe mai comportare che sui diritti dello Stato avessero a prepotere le ambizioni e le arroganze romane. Era sua devozione, e sua regola, l'obsequium rationabile, predicato dall'Apostolo delle genti.
Nel 1844, Presidente di classe nel magistrato di appello in Torino: Consigliere del Supremo Consiglio di Sardegna, che risiedeva anch'esso a Torino: membro della Regia Commissione per la revisione delle sentenze de' Supremi Magistrati.
Nel 1847, primo Presidente del Magistrato d'appello di Genova. Nel 1855, primo Presidente della Corte d'appello di Torino. Nel 1868, primo Presidente della Corte di cassazione di Torino: dal quale altissimo ufficio non è disceso se non il dì che, compiuto l'anno settantacinquesimo dell'età sua, vide scolpite per mano della legge le fatali parole: solve senescentem.
Sin dal 3 aprile del 1848, alloraché il datore dello Statuto ha pubblicato la primissima lista dei Senatori del Regno, lo Stara fu degli eletti.
Gli era stato già conferito il titolo di conte: poi quello eziandio di Ministro di Stato; l'uno e l'altro (così fu scritto, e così godo ripetere) senza ch'ei ne avesse fatto domanda.
Nei tanti ufficî giudiziali, ch'io vi ho ricordati, Giuseppe Stara diede prove costanti e solenni di profonda dottrina, di acuto ingegno, di zelo indefesso, di scrupolosissima integrità. Tipo e modello dell'ottimo magistrato.
Le Commissioni del nostro Senato fecero assai volte tesoro de' suoi lumi, della sua esperienza. Quando parlava nelle tornate pubbliche, niuno era che non gli prestasse la più riverente attenzione.
Quali sono i suoi affetti politici? - A cui mi muovesse una tale interpellanza, risponderei nettamente: amò il Re, la patria, i liberali instituti; sopra ogni cosa, amò la giustizia. (Segni di approvazione).

Senatore SERRA F[RANCESCO] M[ARIA]. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
Senatore SERRA F[RANCESCO] M[ARIA] Belle e commoventi parole l'onorandissimo nostro Presidente consacrò alla memoria del compianto nostro Collega conte Giuseppe Stara. Queste parole troveranno una eco simpatica nella mia lontana Sardegna, dove egli per circa dieci anni esercitò i più elevati ufficî della magistratura, e li esercitò con incontestata riputazione di somma dottrina e zelo, di imparzialità e coraggio anche in faccia ai potenti di quel tempo che avrebbero voluto fare piegare la bilancia della Giustizia a loro voglia.
Quelle parole trovarono perfetta condiscendenza nell'animo mio, che nei primordî della mia vita ufficiale ebbi da lui aiuto di consigli amorevoli, conforti, protezione, favore. Io porgo oggi un tributo di ben sentita riconoscenza alla memoria di quell'insigne giurista che sarà per me sempre memoria cara e venerata.


Senato del Regno, Atti parlamentari, Discussioni, 21 giugno 1877.