senato.it | archivio storico

SPALLETTI Venceslao

16 marzo 1837 - 21 agosto 1899 Nominato il 26 novembre 1884 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! In quattro soli mesi otto valent'uomini, che furono colleghi nostri in questo Senato, sono scesi nel sepolcro. Il vostro Ufficio di Presidenza dispose in tempo perché una rappresentanza del Senato prendesse parte alle ultime onoranze rese ai defunti colleghi e non tralasciò di farsi interprete appresso le loro famiglie del nostro più vivo rammarico per la dipartita di questi egregi, che noi ci aspettavamo di rivedere sui nostri banchi. Tocca adesso a me, sebbene non sia mancato chi abbia scritto con particolare affetto, e discorso altrove con la dovuta ampiezza delle virtù e dei meriti personali dei trapassati compagni - talché posso imporre a me stesso la maggiore brevità - compiere modestamente il pietoso ufficio di rendere a ciascuno di essi quest'ultimo tributo di considerazione e d'affetto. [...]
Era una bella e simpatica figura, che rispecchiava la dirittura dell'animo e la freschezza della mente, quella del conte Venceslao Spalletti, che scomparve da questa terra nel dì 21 del passato agosto, in Faido (Canton Ticino), dove si era recato nella speranza, sgraziatamente fallita, di rinfrancarsi della diminuita salute.
Nato a Reggio Emilia, sessantadue anni addietro, da famiglia ricca di censo avito, il conte Venceslao di spiriti liberali fino dalla sua prima giovinezza, sentì che fino a quando signoreggiava lo straniero, la vita dei campi era quella che più convenisse ad un carattere indipendente, e però il nobiluomo preferì rimanere alla direzione del suo ricco patrimonio, che non pensò soltanto a custodire, ma riescì ad accrescere notevolmente in grazia delle buone pratiche agrarie opportunamente introdotte nella coltivazione delle sue terre, che si andarono via via generalizzando con grande benefizio, delle circostanti popolazioni. Ma non contento di ciò, il conte Spalletti si rese particolarmente benemerito del suo paese per le opere di beneficenza compiute, e sì ancora per la fondazione di scuole agrarie e di asili per la infanzia, onde i suoi compaesani appresero in breve tempo a pronunciare il nome suo con reverenza ed affetto.
Così avvenne che fino dal 1874 fu chiamato dagli elettori del collegio di Montecchio, e poi rieletto in tre successive legislature, a sedere nella Camera dei deputati, ed elevato poscia nel 1884 alla dignità del senatore del Regno.
L'egregio uomo, che da alquanti anni aveva preso la sua abituale dimora in Roma, fu assiduo frequentatore delle adunanze del Senato e compié con diligenza gli uffici che gli vennero affidati. Ché se non fu di coloro che credono acquistar fama con vane e spesso mendaci apparenze, del collega Spalletti si può affermare con intiera sicurezza di rimanere piuttosto al di qua che non di andare al di là del vero, che per indipendenza di voto, per integrità di carattere, e per un giusto intuito nel far giudizio d'uomini e cose, il conte Spalletti fu a pochi secondo.
Perfetto gentiluomo di forme e di modi, fu particolarmente caro a quanti lo conobbero ed impararono ad amarlo, cosicché la sua dipartita destò il generale rimpianto.
Il nostro soprattutto, poiché sentiamo di aver perduto anzi tempo un degno e rispettabile collega. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 novembre 1899.