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SCARAMELLA MANETTI Augusto

17 marzo 1853 - 12 gennaio 1920 Nominato il 26 gennaio 1910 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lazio

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Antonio Di Prampero, Vicepresidente e poi Fabrizio Colonna, Vicepresidente

Onorevoli colleghi. Breve, violenta malattia ci tolse, il 12 gennaio u.s. l'amato collega Augusto Scaramella Manetti e la sua scomparsa ne lascia ancora increduli, tanto simpaticamente consueta era la sua presenza fra noi.
Nato ad Arsoli il 17 marzo 1853, di modesta famiglia, egli fu, in tutta la sua vita operosa, la più completa giustificazione del motto: volere è potere. Vero esempio di self-made made man, egli, in virtù del lavoro costante, della chiarezza ed avvedutezza della mente, seppe acquistare, assieme ad una fortissima posizione finanziaria, una grande autorità nella rappresentanza del Lazio, i cui interessi legittimi ebbero sempre in lui un valido difensore.
Giovanissimo, entrò nell'amministrazione Torlonia e si rivelò subito un sapiente organizzatore nella coltivazione delle terre bonificate. E per l'agricoltura ebbe sempre fervido amore e sapienza d'iniziative: opera sua può dirsi la scuola pratica d'agricoltura da lui presieduta per lungo tempo, e, quale benemerito dei progressi della coltivazione intensiva e razionale, guadagnò tra i primi la medaglia d'oro al merito agricolo.
Iniziò la sua vita pubblica colla elezione a consigliere provinciale pel mandamento di Arsoli ed appartenne per diciassette anni all'amministrazione provinciale, cui dedicò opera assidua. Dal 1888 al 1891 fu capo dell'amministrazione ospedaliera di Roma: fu anche presidente dell'amministrazione del brefotrofio e del manicomio.
Il collegio di Subiaco lo elesse suo rappresentante in Parlamento per la 18ª legislatura e lo riconfermò costantemente per altre quattro; ed anche a Montecitorio egli seppe far valere le sue qualità occupandosi molto degli interessi della provincia romana, del commercio e dell'agricoltura, e guadagnandosi vive simpatie.
Assai reputato e popolare, per le sue solide qualità di finanziere, e per le sue doti personali, nel mondo commerciale romano, fu per moltissimi anni Presidente apprezzato e autorevole della Camera di commercio del Lazio, ed in tale carica molto contribuì alla soluzione di non pochi problemi concernenti la Capitale, al cui benessere dedicò sempre cure amorose.
Il 26 gennaio 1910 fu nominato senatore, ed anche fra noi portò quella bontà schietta, quel carattere gioviale, quella modestia impareggiabile che costituivano uno dei suoi pregi più simpatici.
Scompare con lui una forte tempra, una operosità alacre e fattiva: in lui la regione laziale perde uno dei suoi più autorevoli rappresentanti, uno dei suoi figli più amorosi e benemeriti.
Vadano alla famiglia desolata le vivecondoglianze del Senato. (Bene). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole senatore Sili.
SILI. Onorevoli senatori. Con dolorosa emozione, anche a nome di alcuni colleghi, mi unisco alle espressioni di cordoglio del nostro amato e venerato Presidente per la perdita del collega senatore Scaramella Manetti.
Il ricordo affettuoso che di lui è stato fatto, ha rinnovato in noi l'amarezza che ci strinse all'annunzio dell'inopinata sua fine.
Egli era buono, cordiale; sentiva il bisogno del bene che operò sempre.
Attratto con passione alla vita politica, vi partecipò con zelo e con quella sua singolare, sagace bonarietà che gli cattivò l'amicizia e la fiducia di eminenti uomini politici, i quali spesso si giovarono dell'opera e del consiglio di lui.
A Roma, che lo circondò di benevola deferenza, dette largamente l'opera sua preziosa: nel consesso della provincia, nelle opere pie, nella Camera di commercio, in ogni iniziativa buona.
La guerra gli rapì uno dei suoi figliuoli, Ettore, che lasciò nella desolazione e nel lutto la giovane sposa e i teneri bambini. Lo schianto, il dolore furono cagione per l'amico scomparso di più amorevoli cure, di più delicate attenzioni verso i figli dei nostri fratelli caduti in guerra, e per le tenere vite minate dal terribile morbo che non perdona.
Onorevoli colleghi, io sento che voi darete mesta e piena adesione alla proposta che io formulo, che il Senato voglia esprimere tutto il suo cordoglio, tutto il suo rammarico alla, desolata famiglia del nostro compianto collega. (Approvazioni vivissime). [...]
FERRARIS DANTE, ministro dell'industria commercio e lavoro e degli approvvigionamenti e consumi alimentari. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRARIS DANTE, ministro dell'industria commercio e lavoro e degli approvvigionamenti e consumi alimentari. A nome del Governo, mi associo alle nobili parole pronunziate dall'illustre nostro Presidente e dal collega Sili in memoria del senatore Augusto Scaramella Manetti. La sua scomparsa lascia in noi un profondo e sincero dolore. Nella agricoltura, alla quale egli dedicò la sua giovinezza, nel commercio, nelle cariche pubbliche egli ha portato sempre una grande operosità, una grande chiarezza di vedute, e sopratutto un alto senso di praticità, riscuotendo ovunque larga stima e fiducia. Egli ha lasciato tracce del suo passaggio negli alti uffici che ricoprì: nell'amministrazione provinciale, dando un largo contributo alla riforma ospitaliera; nella Camera dei deputati, qui al Senato, sostenendo strenuamente ogni iniziativa per il risveglio della sua regione e per gli interessi dei lavoratori dei campi,
Fu per lungo tempo Presidente della Camera di commercio di Roma, ed anche in questa carica egli spiegò le sue consuete doti di tatto, di avvedutezza di equilibrio, che davano risalto al suo temperamento.
Del rimpianto che egli lascia, è largamente partecipe il Governo, che, associandosi alle condoglianze del Senato, saluta nell'estinto l'uomo buono e valente che nella sua vita ha riunito due forme di attività, l'agricoltura e il commercio, che sono tra le maggiori risorse e fra le maggiori speranze dei nostro paese. [...]
PRESIDENTE. Sarà cura dell'Ufficio di Presidenza di trasmettere alle famiglie degli estinti le proposte di condoglianza che sono state fatte dai vari oratori.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 2 febbraio 1920.