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SCALORI Ugo

25 giugno 1871 - 13 novembre 1937 Nominato il 03 ottobre 1920 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Luigi Federzoni, Presidente

Troppi altri nomi di cari e insigni colleghi si sono aggiunti durante l'interruzione delle nostre adunanze, alla schiera degli scomparsi. [...]
Dovrei ora ricordare Ugo Scalori: dire del suo gagliardo temperamento politico, del suo ingegno acuto e finissimo, del suo delicato gusto d'umanista, del suo ardente cuore di italiano e di fascista. Ma non saprò farlo degnamente, perché tanti anni di mutuo fiducioso affetto, di quotidiana vicinanza, di ininterrotta cooperazione mi tolgono la possibilità di parlare di lui senza che una pungente commozione mi turbi. Voglio dire soltanto che, pur godendo della rispettosa considerazione e dell'istintiva simpatia di tutti, egli fu da pochi conosciuto per ciò che realmente valeva. Un'umiltà dignitosa, un senso vigile di riserbo discreto velarono sempre la sua personalità, che pur era spiccata e sicura. Egli era uno di quegli uomini che non si fanno mai avanti quando ci sarebbe da profittare per loro, ma che peraltro non si traggono mai da parte quando c'è da rischiare per una causa superiore. Scalori appariva soltanto nelle ore difficili, disinteressato, coraggioso senza jattanze, chiaroveggente e sereno: così lo ricordo nelle lotte dell'interventismo e in quelle contro il disfattismo, alla Camera; e in quest'Assemblea quando si trattò di difendere il Regime. Poi, sedate le tempeste, rimesse le cose sul buon cammino, egli si appartava, silenzioso, modesto, quasi desideroso di farsi dimenticare. Non aveva altra ambizione fuorché quella di vedere sempre più luminosamente realizzate le sue speranze per l'ordinato e laborioso ascendere dell'Italia fascista. Per deciderlo ad accettare la carica di senatore segretario, e poi quella di senatore questore, convenne forzare la sua riluttanza, che era sincera e fondata nelle qualità stesse della sua natura così sensitiva ed amabile. Fu un incomparabile collaboratore: la sua illuminata saviezza non aveva pari che nel suo zelo scrupoloso, nella sua ampia e sperimentata competenza amministrativa. Possedeva estesissima cultura, versatilità e prontezza di attitudini dialettiche, con in più una vena dolcemente ironica che dava saporito rilievo alle sue osservazioni: sarebbe stato, se avesse voluto, un oratore notevolissimo. Molte delle sue capacità sono rimaste sterili, tranne quella di servire virtuosamente, austeramente, fervidamente il paese. A lui ciò è bastato. A noi non resta che rimpiangere con accorata tristezza la perdita repentina del dilettissimo amico.[.].
SOLMI, ministro di grazia e giustizia. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SOLMI, ministro di grazia e giustizia. Mi associo a nome del Governo alle nobilissime parole pronunciate dall'illustre Presidente di questa Assemblea per la scomparsa dei senatori da lui altamente e degnamente commemorati.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 dicembre 1937.