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SCALINI Gaetano

01 novembre 1816 - 31 luglio 1899 Nominato il 28 febbraio 1876 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! In quattro soli mesi otto valent'uomini, che furono colleghi nostri in questo Senato, sono scesi nel sepolcro. Il vostro Ufficio di Presidenza dispose in tempo perché una rappresentanza del Senato prendesse parte alle ultime onoranze rese ai defunti colleghi e non tralasciò di farsi interprete appresso le loro famiglie del nostro più vivo rammarico per la dipartita di questi egregi, che noi ci aspettavamo di rivedere sui nostri banchi. Tocca adesso a me, sebbene non sia mancato chi abbia scritto con particolare affetto, e discorso altrove con la dovuta ampiezza delle virtù e dei meriti personali dei trapassati compagni - talché posso imporre a me stesso la maggiore brevità - compiere modestamente il pietoso ufficio di rendere a ciascuno di essi quest'ultimo tributo di considerazione e d'affetto. [...]
Terzo, nello stesso mese di luglio, cessava di vivere in Como Gaetano Scalini, in età di ottantatré anni compiti, nobilmente spesi in servizio del loco natìo, e della grande patria italiana.
L'avvocato Scalini appartenne a quella pleiade di valorosi, che presero parte ai moti rivoluzionari prima ancora del 1848, e scesero in campo per la libertà e l'indipendenza d'Italia. Non contento di dedicare tutta l'opera sua, e di spendere grosse somme di danaro per affrettare il giorno della grande liberazione, lo Scalini partì con una spedizione di volontari verso il campo dove si decidevano le sorti d'Italia; e poiché la mala fortuna lo costrinse a fare ritorno in patria, non cessò un sol giorno d'agitarsi e di lavorare a tutt'uomo per la redenzione del bel paese dalla dominazione straniera. Meritò pertanto di essere fregiato della civica medaglia coniata dalla città di Como per coloro che presero parte ai moti insurrezionali del 1850.
Nel 1859, entrato Garibaldi a Como, il nostro Scalini fu chiamato a far parte della Giunta di Governo, quindi del Consiglio comunale e della Giunta provinciale di Como, e non è perciò da fare le meraviglie, se fino dal 1861 entrò in Parlamento come rappresentante del secondo collegio di quella città, e vi rimase durante la legislatura seguente; siccome avrebbe anche in avvenire ottenuto facilmente il suffragio degli elettori se non avesse manifestato il fermo proposito di ridursi a vita privata.
Ma in mezzo agli interessi materiali l'onesto e laborioso cittadino trovò sempre il tempo e mai non gli mancò la volontà di operare il bene a benefizio specialmente de' suoi compaesani. Ché se agli spiriti leggieri ha potuto sembrare che l'uomo, già seguace delle teorie mazziniane, avesse ripudiato parte del suo glorioso passato, entrando a far parte del partito moderato, il vero è che nessuno più di lui rimase fedele alle sante memorie, ed insieme al culto per la religione dei padri, conservò quello della patria, che amò e servì con affetto figliale fino agli ultimi giorni del viver suo.
Gaetano Scalini sedeva in questo Senato fino dal 28 febbraio 1876, giustamente stimato dai colleghi che ne apprezzavano il carattere, e conoscevano le virtù civili del degno cittadino di cui lamentiamo la perdita.
Così si vanno spegnendo le vite dei patrioti che operano col senno e con la mano per far libera questa Italia, e indipendente dalla dominazione straniera. Ma i nomi di questi benemeriti non periranno così presto e non andranno perduti - così almeno speriamo - nella memoria delle nuove generazioni.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 novembre 1899.