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SAULI Francesco

20 gennaio 1807 - 24 febbraio 1893 Nominato il 20 ottobre 1853 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Liguria

Commemorazione

 

Domenico Farini, Presidente
Signori Senatori!
Uno degli uomini che ebbero parte notevole negli avvenimenti che condussero all'unità della patria; uno dei più antichi nostri colleghi, il marchese Francesco Maria Sauli mancò ieri di vita.
Era nato a Genova l'anno 1807 di antica nobilissima famiglia, tramutatavisi di Toscana; a Genova morì.
Natali, mente, opinioni gli furono via a sedere nei due rami del Parlamento, ad alti uffici diplomatici e di Governo, ad adoperare utilmente assieme agli uomini che diressero, in prò della politica che costituì la nazione.
Deputato di Levanto per la prima legislatura del Parlamento subalpino; sui primi del 1849 ministro di Sardegna a Londra; deputato di bel nuovo per Genova e per Levanto nella terza e quarta legislatura; in Parlamento e fuori patrocinò nobilmente e con autorevolezza gli alti interessi affidati al perspicace ingegno ed al sentire elettissimo.
Nel 1853, uscito dalla Camera dei deputati, rappresentò il Piemonte in Firenze e vi fu, presso gli amici degli ordini liberi e dell'Italia, segnacolo vivente della missione nazionale, che il suo Re, il suo Governo, la sua regione, usciti dalle distrette di guerre sventurate e di incomposte velleità, assumevano oramai a viso aperto. (Bene).
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario a Pietroburgo, dall'autunno del 1856 fino all'ottobre 1860, là furono manifeste sempre più le doti del diplomatico sagace ed avveduto. Imperocché, e nel restaurare le buone relazioni dalla guerra d'Oriente interrotte, e nel propiziare la Russia all'audace politica del conte di Cavour, appunto in quel torno del rapido suo svolgersi, del maggior operare e del magico successo, all'impulso del grande uomo di Stato, fosse mestieri facesse riscontro l'azione di un egregio che lo comprendesse e lo seguisse, penetrato del grande disegno, capace, per la sua parte, di effettuarlo, pieno di volontà e di fede. Tale il marchese Sauli; agli avvedimenti e dagli avvertimenti del quale poté il Governo di Torino, sovratutto nelle incertezze precedenti le annessioni e nei pericoli dalle spedizioni del centro e del mezzodì d'Italia nell'autunno del 1860 suscitati, trarre notizie sicure, lume e consiglio (Bravo).
Governatore delle provincie toscane nel marzo 1861, come quasi dieci anni prima si erano verso di lui appuntati gli occhi ed innalzata la speranza dei corrucciati sudditi del granduca, per quasi un anno che durò il suo governo, i nuovi cittadini della nuovissima italiana provincia, lieti in lui si confidarono.
Senatore dal 20 ottobre 1853, in questa come nella Camera dei deputati grande estimazione ed autorità conferirono al marchese Sauli gli uffici per lunghi anni, con tanto onore esercitati, la vita degnissima. Nostro Vicepresidente per una sessione; assiduo quant'altri mai, pur dianzi alle sedute, egli aveva anche per gran lasso di tempo partecipato colla parola alle discussioni parlamentari.
Profonda e svariata cognizione di molti uomini e di molte cose; popoli, governi, leggi, costumi diversi; avvenimenti di un lunghissimo spazio mortale si affacciavano alla tenace memoria con prontezza meravigliosa: sullo scorcio del secolo ne discorreva, come se di ieri, i casi del principio cui assisté. Il piacevole conversare, l'acuto osservatore, il critico arguto, a quell'età, erano un prodigio.
L'esperienza, il lungo vivere, non che infiacchire, ne avevano ringagliardita la fede nelle opinioni fino da giovane professate; l'ala del tempo, il gelo della delusione non avevano spenta la fiamma dei vivaci sentimenti suoi.
Cospicuo rappresentante di una forte generazione che oramai sta per scomparire, la presenza del patrizio illustre era rampogna ai fiacchi, stimolo ai pigri, nobile esempio di incrollabile fermezza, di invitta costanza.
Francesco Maria Sauli onorò in vita la sua prosapia, la sua città, il Senato, la patria: per il Senato, del quale esprimo il profondo vivissimo dolore, io, ammirato e mesto, sulla tomba venerata di lui, scrivo: Cursum consummavit, fidem servavit!(Vive approvazioni).

Pelloux, ministro della guerra. Domando la parola.
Presidente. Ha facoltà di parlare.
Pelloux, ministro della guerra.In nome del Governo mi associo alle nobili parole pronunciate ora dall'egregio presidente del Senato
in commemorazione del marchese Sauli, senatore del Regno, in cui così bene furono ricordati i lunghi ed onorati servizi da lui resi al Re ed alla patria nella sua lunga carriera politica e diplomatica.
Senatore Geymet. Io desidererei di manifestare un sentimento di riconoscenza anche verso il senatore Sauli col quale ebbi
alquanta dimestichezza, proponendo all'onorevole Consesso di volere pregare il Presidente di esprimere alla famiglia dell'estinto
i sensi del nostro rincrescimento.
Presidente. Il Senato ha udito la proposta del senatore Geymet:
Chi l'approva è pregato di alzarsi
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari, Discussioni, 25 febbraio 1893.