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SANSEVERINO Faustino

13 gennaio 1801 - 27 luglio 1878 Nominato il 08 ottobre 1865 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Sebastiano Tecchio.Presidente

Signori senatori,
Devo richiamare alla vostra pietà i nomi di otto colleghi che la morte ha da noi divisi nel tempo che volse dalle ferie estive e autunnali sino a questi ultimi dì.
Essi furono, nell'ordine necrologico: [...] il conte Fausto Sanseverino Vimercati-Tadini.
Tardi vengo a compiere il sacro debito: non perché io me ne stessi finora indolente; ma perché specialmente per taluni de' primi defunti, tardi mi arrivarono certe notizie che avevo chieste e che faceva d'uopo aspettare. [...]
Il conte Fausto Sanseverino Vimercati-Tadini è nato a Crema il 13 gennaio 1801. Fu educato nel collegio "Longone" che diceano "de' Nobili". Nel periodo giovanile, passato la maggior parte a Roma e a Venezia, si dedicò agli studi letterarî ed estetici. Furono conseguenza di quegli studi alquante traduzioni poetiche, specie dal latino, e biografie di illustri Cremaschi, e memorie di viaggi nel nord dell'Europa. Tra le biografie, notabilissima quella del cardinale Placido Zurla, nella quale è trattata con grande acume la controversia sugli antichi navigatori Veneziani antecedenti a Colombo. Tra gli scritti artistici primeggiano le dissertazioni sulle "Danze macabre". Tra i volgarizzamenti quello dallo spagnuolo del "Don Alvaro" del marchese di Saaveche.
A pensar della patria il conte Fausto non aspettò il '48. A Milano, dove avea domicilio, di buon'ora indettavasi coi più animosi. Il suo nome è registrato nei fasti del 1831.
Intervenne, attivissimo, a tutti i Congressi degli Scienziati, nelle sezioni di agronomia e di economia, intorno ai quali argomenti ha stampato importanti lavori: una Monografia statistico-agricola del territorio cremasco; varî Articoli agronomici, in giornali da ciò; uno Studio sulla valutazione reale delle terre cremasche; un altro sulle Società di mutuo soccorso, aggiuntavi una minutissima statistica della mortalità riguardo alle diverse professioni. Fu relatore della Società d'incoraggiamento per l'Opera del nostro Jacini "sulle proprietà fondiarie di Lombardia".
Quando i primi atti di Pio IX diedero a credere che Questi fosse, quale definivalo Pietro Giordani, un miracolo di Papa,ilconte Sanseverino consentì subito a chi cercava ogni via, ogni maniera, da incuorarci tutti a esaltare il Datore dell'amnistia; e in sì fatta bisogna si accalorò ogni di più, ben risapendo e come e quanto le ovazioni al Pontefice incollerissero lo straniero, che da Venezia e Milano pretendea d'imperiare ogni dove in Italia. Indi fu che nel settembre 46, al banchetto d'addio del famoso Congresso agrario in Mortara il conte Sanseverino, nunzio dei Comizî lombardi, surse a dire delle speranze italiane, e a gridare "Viva Pio IX". Il Presidente levò tosto le mense. La Polizia d'oltre Ticino rimbrottò fieramente l'autore del brindisi "scandaloso". Che monta? I convitati avean fremuto di gioia: e di quel "Viva" echeggiava oramai la Penisola.
Nel marzo del '48 prese parte militante alle cinque giornate di Milano; e quivi diresse la costruzione delle barricate sul "Corso Venezia".
Nell'inverno del '59 niente meglio piacevagli che di vedere i giovani Lombardi (massime quelli delle più cospicue famiglie) correre in fretta e furia a pigliare le armi sotto le bandiere di Re Vittorio Emanuele.
Stipulatasi la Pace a Zurigo, gli elettori di Soncino nel 1860, e poi quelli di Crema nel '61 lo mandarono al Parlamento nell'augusta Torino: e fu da senno tra i deputati diligentissimo. Mosse un'interpellanza sulla ferrovia Treviglio-Crema-Cremona. Ragionò sulle disposizioni transitorie per l'Ordinamento Amministrativo; sulla riforma postale; sul Bilancio di Agricoltura e Commercio; sul riordinamento del giuoco del lotto; sulla imposta della ricchezza mobile; sul prosciugamento del Lago di Agnano; sulla soppressione delle Corporazioni religiose. Aveva anche messo innanzi un suo progetto sulle cose della finanza.
Nominato per Decreto 28 ottobre 1865 [sic] senatore del Regno, frequentò le nostre tornate sino a che non l'hanno affatto impedito la grande età e la perduta salute. Lo abbiamo udito discutere, nel '66, sul progetto di legge per la soppressione delle sottoprefetture, e su quello per l'Ordinamento degli Instituti dell'istruzione secondaria; nel '68, sul progetto pel rinnovamento delle scuole normali e magistrali, e sull'altro del Notariato; nel '69, sulla legge forestale; nel '70, intorno alle facoltà del Governo per l'unione e la disaggregazione di Comuni; nel 71, col carattere di relatore, sul progetto di legge per la soppressione del fondo territoriale nelle provincie di Venezia e di Mantova; nel '72, sul progetto di legge delle Camere di Agricoltura, e sull'altro del saggio e marchio dei metalli preziosi; nel '74, di nuovo, sulla legge forestale; e da ultimo, su quella della pesca.
La Biblioteca del Senato possede di lui le seguenti Opere:.
1. Delle Società di mutuo soccorso; pubblicata nel 1857;
2. Il Comune in Italia, con prospetti comparativi e proporzionali delle popolazioni dei Comuni del Regno; pubblicata nel 1862.
Fu scritto meritamente, e alla sicura io ripeto: Che il conte Sanseverino era di ingegno pronto, di tempra forte e indomita; Che avea il segreto di unire a una rara dolcezza di modi e a una grande serenità di mente il vigore dello spirito; Che, tenace nei virili propositi, e strenuo propugnatore di uomini e di principî liberali, trovava nelle lotte elettorali la parola calda di un animo ardente per non ammettere né debolezze né transazioni. Nelle città, nel Parlamento, in casa, nelle sue ville, fu sempre e da tutti amato e riverito come appartenente alla schiera dei generosi che hanno aspirato, colla virtù dell'animo e dell'ingegno, a migliorare gli uomini e il paese.
Disfatto da insanabile malattia, uscì di vita il 27 di luglio.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 4 febbraio 1879.