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SANSEVERINO Carlo

19 novembre 1847 - 30 giugno 1919 Nominato il 24 novembre 1913 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Calabria

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Adeodato Bonasi, Presidente

Onorevoli colleghi! Le nostre fila si vanno fatalmente e dolorosamente diradando senza tregua: un nuovo lutto ha testé colpito il Senato.
Nel pomeriggio del 1° luglio corrente è morto il senatore barone Carlo Sanseverino nel suo nativo paese di Marcellinara di Catanzaro, ove era nato il 19 novembre 1847.
Il triste annunzio è giunto prima che alcuno di noi avesse ancora notizia della malattia che inattesamente lo ha spento.
Discendente da una delle più cospicue famiglie della Calabria, il Sanseverino sentiva per la gloriosa sua terra un amore quasi nostalgico, tanto da considerarsi come in esilio quando il dovere lo costringeva a rimanerne anche per breve lontano.
Questo suo grande e singolare attaccamento al luogo nativo spiega come la passione per la politica militante, che tanti afferra irresistibilmente, poca presa avesse sul modesto suo animo, sebbene egli pure fosse caldo di quello elevato spirito patriottico comune agli abitanti della eroica sua regione, che così gran numero di martiri ha dato alle persecuzioni borboniche, e tante valorose schiere di prodi combattenti alle battaglie per la indipendenza nazionale e per la completa rivendicazione dei diritti dell'Italia risorta.
Eletto deputato dal collegio di Catanzaro in sostituzione di Bernardino Grimaldi, che così rapida ascensione nella carriera politica si conquistò col brillante ingegno e la facile, fosforescente, velocissima parola, il mandato gli fu confermato per tre consecutive legislature: la XX, la XXI e XXII.
Ma il Sanseverino, pure adempiendo con scrupolosa coscienza i doveri dell'alto nobile ufficio, preferì sempre concentrare la sua attività piuttosto nelle cure delle amministrazioni locali della diletta sua Catanzaro, nelle quali, senza la pena di dovere allontanarsene, gli pareva di poter rendere più utili e tangibili servizi, e più direttamente proficui all'ambiente che per lui costituiva, per così dire, l'atmosfera nella quale soltanto egli sentiva pulsare più energicamente e completamente la vita.
In ricompensa delle benemerenze acquistatesi dal Sanseverino specialmente nei molteplici, svariati uffici esercitati nel comune e nella provincia per lunghi anni con intensa, devota opera, fu nominato senatore il 24 novembre 1913. Ma per le fortunose vicende dei grandiosi terrificanti avvenimenti svoltisi negli anni che ne seguirono, che hanno avuto per effetto di mutar faccia all'assetto degli Stati d'Europa, la vita delle assemblee legislative essendo rimasta durante l'agitato storico periodo quasi sospesa, il compianto collega non ha avuta la possibilità di fare nella nostra che poche, rare e momentanee apparizioni, insufficienti a darci adeguata conoscenza delle virtù intime, che lo resero popolare e tanto amato e venerato dai suoi concittadini, per i quali la sua scomparsa è stata sentita come una comune sciagura.
Il Senato associandosi al loro cordoglio invia le più vive condoglianze. (Benissimo).
CEFALY. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CEFALY. Carlo Sanseverino fu uomo di grande equilibrio mentale, laborioso e forte.
Nella vita privata tenne alto il prestigio della sua antica, benemerita e cospicua famiglia dei baroni di Marcellinara.
Nella vita pubblica, come ha ben ricordato il nostro Presidente, prese per lunghi anni parte attivissima nell'amministrazione comunale nella città di Catanzaro nel Consiglio provinciale di Catanzaro e si dimostrò retto e provvido amministratore.
Fu deputato al Parlamento per parecchie legislature, ma notevole è sapere che non brigò mai né per essere eletto né per cattivarsi con facili promesse, i favori degli elettori.
Abbandonò volontariamente la deputazione politica per ritirarsi nella sua nativa Marcellinara, nell'affetto dei suoi figliuoli e dei suoi concittadini, ove la morte recentemente lo ha colto.
A nome della mia Provincia di Catanzaro, mando un mesto saluto alla sua memoria e propongo che il Senato invii le condoglianze alla famiglia. (Vive approvazioni).
PRESIDENTE. Alla proposta del senatore Cefaly cui il Senato consente, darò esecuzione.
MORTARA. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MORTARA, ministro di grazia, giustizia e dei culti. A nome del Governo mi associo all'omaggio reso alla memoria di un illibato cittadino esempio di virtù private e pubbliche e mi associo alla proposta di esprimere tanto a nome del Senato come a nome del Governo il sincero compianto per la sua perdita. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 luglio 1919.