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SANGIORGI Antonino

07 novembre 1831 - 07 gennaio 1899 Nominato il 25 ottobre 1896 per la categoria 08 - I primi presidenti e presidenti del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazioni.
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! Vi reco una triste notizia.
Nel giorno 7 del corrente gennaio si spegneva in Palermo la vita sempre onorata ed operosa di un altro dei colleghi nostri, il commendatore Antonino Sangiorgi, presidente della Corte di cassazione di quella città.
Egli era nato il 7 novembre 1831 in Corleone, cosicché aveva di poco varcato il 67° anno della sua vita, allorché morte lo rapì all'affetto dei congiunti e degli amici numerosissimi.
Il Sangiorgi ebbe e si meritò giustamente fama di giureconsulto sapiente e di magistrato valentissimo, e certo la patria si poteva attendere da lui, che per parecchio tempo ancora le avrebbe reso quei maggiori servizi che una lunga esperienza, associata a forti e severi studi, era in grado di rendere alla cosa pubblica, specialmente nell'alto e delicato ufficio della magistratura giudiziaria.
Sventuratamente non fu così; ed il Senato, al quale il Sangiorgi era ascritto fin dal 25 ottobre 1896, si duole amaramente di aver perduto un tanto uomo, perciocché in ogni cosa, ma specialmente nelle materie di ordine giuridico, sapeva di poter fare assegnamento sul concorso operoso e sapiente dell'ottimo magistrato e dell'egregio cittadino.
Perciò è parso a me di interpretare il pensiero di tutti, inviando, come ho fatto, alla famiglia dell'estinto le condoglianze del Senato, che si sente a sua volta profondamente rattristato di aver perduto un così valoroso ed amato collega. (Benissimo).
SENSALES. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
SENSALES. Amico di Antonino Sangiorgi sin dai più giovani anni, sento vivissimo in me il desiderio di porgere un tributo di affetto alla cara memoria di lui; e mi è grato parlarne essendo egli stato degli uomini la cui vita operosa, rivolta tutta a nobili intenti, giova ricordare, perché l'esempio dei migliori non vada perduto.
Ingegno, scienza, onestà furono sue virtù, poste sempre a servizio dell'ufficio cui consacrava la sua esistenza, ed al quale nonorevole credeva mai di avere abbastanza soddisfatto.
Un ideale così alto, un culto così zelante e tenace del sentimento del dovere avrebbe indotto a far supporre in lui un odioso rigore per l'opera altrui; ma la mitezza del carattere, la bontà dell'animo lo rendevano giudice severo soltanto di se stesso.
E a giudicare delle cose sue associava intelletto acuto, e criteri sani, ispirati ed educati da studio indefesso di svariate discipline, le quali nella mente sua mirabilmente armonizzavano.
E dalle svariate discipline traeva un concetto nobilissimo della scienza del giurista, la quale valutava tanto vasta da considerarla quasi scienza universale.
Ed invero la scienza, che abbraccia l'essenza e la forma delle cose; che comprende la ragione pratica e la speculativa; e l'esperienza dei fatti e il progresso del pensiero; che ha attinenza con ogni ramo dello scibile; può bene appellarsi, scienza universale, scienza dell'umanità.
Né materia dei suoi studi erano solamente le scienze: vantavasi, ed era, discepolo di quella scuola che va ognora più diradandosi; di quella scuola che caldeggia non debba il vero scompagnarsi dal culto del bello, che è del vero riflesso splendido ed immagine.
E così alle severe discipline congiungeva lo studio delle lettere; ed i migliori classici latini ed italiani leggeva e rileggeva del continuo; e la mente affaticata dalle gravi e molteplici cure del suo grado trovava riposo e rinfrancavasi nelle bellezze dei grandi scrittori, le quali egli con perizia non comune sapeva rilevare.
Sicché dell'idioma italiano era conoscitore assai fine; e propugnava che la verità del concetto assume forza e vigoria dalla bellezza dell'espressione; ed i discorsi inaugurali da lui pronunciati e tutto quanto ebbe occasione di pubblicare ne fanno testimonio solenne, imperituro.
In un ingegno così eletto, in un animo così elevato, l'ideale della patria non poteva non rifulgere come astro luminoso, come fede fiammante;
Amantissimo delle cose dell'isola, era in tutta l'anima sua italiano, appartenendo alla schiera di quegli uomini pei quali si potrebbe dire che la carità del natio loco ispiri l'amore della patria grande, a quella schiera, cui appartennenero Michele Amari, Vincenzo Errante, Francesco Perez e Gaetano Sangiorgi. Quel Gaetano Sangiorgi, atleta del pensiero e della parola, fratello al collega che oggi rimpiangiamo, e che al pari di lui fu investito dell'ufficio di senatore, e al pari di lui del meritato onore poté assai brevemente godere. L'animo non mi regge di aggiungere altro; né saprei dopo quanto fu accennato maestrevolmente dal nostro Presidente. Onde dal profondo del cuore rivolgo il vale estremo al sacerdote della giustizia, al benemerito cittadino, al cultore delle scienze e delle lettere, all'amico carissimo quanto mai.
Porgo ora preghiera al nostro Presidente che voglia proporre al Senato siano espresse le condoglianze dell'alto consesso alla desolata famiglia del compianto collega.
FINOCCHIARO-APRILE, ministro di grazia e giustizia.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINOCCHIARO-APRILE, ministro di grazia e giustizia.È un grave lutto per la magistratura italiana e pel Senato la morte del senatore Antonino Sangiorgi.
Le parole pronunciate testé dall'illustre Presidente, nelle quali è riassunta la vita dell'estinto, le calde e commoventi parole del senatore Sensales, dicono largamente dell'uomo di cui deploriamo la perdita, e che consacrò tutta la sua vita al servizio della giustizia.
Io mi associo in nome del Governo alle commoventi parole dell'onorevole Presidente e del senatore Sensales, e confido che il Senato, accogliendo la proposta del senatore Sensales, vorrà alla famiglia dell'illustra estinto rivolgere una parola di conforto nella sciagura che così vivamente l'ha colpita.
PRESIDENTE. Il senatore Sensales propone che si inviino le condoglianze del Senato alla famiglia del compianto senatore Sangiorgi.
Sebbene la Presenza, interpretando il desiderio del Senato,, le, abbia già inviate; pur tuttavia pongo ai voti come ulteriore testimonianza di affetto, la proposta del senatore Seansales di mandare, cioè, una parola di conforto alla famiglia dell'estinto. Chi l'approva è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,13 gennaio 1899.