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SALVAGNOLI MARCHETTI Antonio

13 agosto 1810 - 28 luglio 1878 Nominato il 15 novembre 1874 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Sebastiano Tecchio.Presidente

Signori senatori,
Devo richiamare alla vostra pietà i nomi di otto colleghi che la morte ha da noi divisi nel tempo che volse dalle ferie estive e autunnali sino a questi ultimi dì.
Essi furono, nell'ordine necrologico: [...] nobile Antonio Salvagnoli Marchetti.
Tardi vengo a compiere il sacro debito: non perché io me ne stessi finora indolente; ma perché specialmente per taluni dè primi defunti, tardi mi arrivarono certe notizie che avevo chieste e che faceva d'uopo aspettare. [...]
Il nobile Antonio Salvagnoli Marchetti nacque nella villa della sua famiglia, detta Corniola, presso Empoli, il 13 agosto 1810.
Orfano a tredici anni, s'ebbe un secondo padre in quel chiarissimo uomo che fu il suo maggior fratello Vincenzo.
Studiò medicina nell'Ateneo di Pisa; e la esercitò con onore nella sua giovanezza. Scrisse in codesta età un libro di peso sul vaiuolo vaccino.
Fu ispettore sanitario della Provincia di Grosseto, ove con amore infinito si occupò del bonificamento de' luoghi maremmani. Compose allora la sua pregiata Opera di statistica delle Maremme Toscane. Pubblicò altresì varî opuscoli, memorie e articoli rilevantissimi nei Giornali, sul regime forestale, sulla caccia e la pesca, e su parecchie questioni del Codice Sanitario.
Socio dell'Accademia dei Georgofili, ne' tempi in cui questa maggiormente fioriva, si diede a scrivere circa l'agricoltura, la quale divenne lo studio suo più gradito.
Nel febbraio del 1860, i comizi di Empoli lo inviarono alla Camera elettiva; e sempre di seguito il mandato gli rinnovarono: sicché sedette fra i deputati per cinque legislature.
A quella Camera diede prove continue di singolarissima fecondità.
Interpose un progetto per l'alienazione dei beni demaniali; poi un altro sulla servitù di pascolo; e un altro sulla caccia; e un altro sull'ordinamento forestale. Interpellò sulle ferrovie Toscane, e sui corsi d'acqua nelle provincie Maremmane. Dissertò della privativa dei sali e tabacchi; delle saline di Volterra; della epizoozia in Maremma; dei provvedimenti sanitarî; della sanità marittima; dei provvedimenti finanziarî; delle risaie; delle miniere di sale a Orbetello; del prosciugamento del lago di Agnano; dell'affrancamento delle servitù nel circondario di Piombino; dell'ordinamento dell'esercito; della classificazione degli argini dell'Arno; ed oltre a tutto ciò, delle incompatibilità parlamentari.
Per decreto 15 novembre 1874 fu inscritto tra i senatori.
È sua vera gloria il progetto di legge, che ha presentato nel 18 marzo 1876, sul bonificamento dell'Agro Romano. Lo svolse nella Tornata del 20 febbraio 77. Sopravvenuta la nuova sessione del 78, doveva svolgerlo da capo. Pregava instantemente che si stabilisse il giorno: e benché malato, dalla sua Corniola manifestava il desiderio e la speranza di poter venire all'uopo tra noi. Ma, aggravandosi i suoi malori, e pur volendo che la legge da lui provvidamente iniziata non se ne stesse in sospeso, surrogò a sé medesimo il senatore Torelli; il quale l'ha propugnata e vinta nella nostra Tornata del 21 maggio del 78.
Poco appresso, pel Salvagnoli giungeva il giorno estremo, che fu il 28 di luglio. Tuttavia il suo disegno rispetto all'Agro Romano pendeva innanzi all'altra Camera. Ma il 2 dicembre, con lievi modificazioni, ottenne quasi tutti i suffragi dei deputati; e, cresimato da noi, fu bandito a legge nell'undici del mese stesso.
Di lui conserviamo: il Rapporto al Presidente del Governo della Toscana sul bonificamento di quelle maremme, edito nel 1859; un altro Rapporto al governatore generale della Toscana sulle operazioni economiche eseguite l'anno 1859 nelle dette maremme, edito nel 1860; le lettere sul bonificamento dell'Agro Romano, edite nel 1874.
I suoi conterranei ricordano devotamente la bontà del suo cuore; la prudenza dei consigli e la prontezza degli aiuti a quanti a lui ricorrevano; la sua fede veramente cristiana; la sua modestia; la semplicità dei costumi; la attività prodigiosa, massime in servizio di Empoli e della Provincia, a cui dette un ultimo segno d'affetto, legando per testamento la sua libreria alla Biblioteca di Empoli, e i pregevoli manoscritti alla Biblioteca nazionale di Firenze.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 4 febbraio 1879.