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SALDINICesare

12 ottobre 1848 - 19 aprile 1922 Nominato il 06 ottobre 1919 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Niccolò Melodia, Vicepresidente

Onorevoli colleghi, anche oggi, nel riprendere i nostri lavori, dobbiamo rammaricarci di nuovi lutti. [...]
Il 19 aprile improvvisamente scomparve in Milano l'operosa esistenza dell'ingegnere professor Cesare Saldini, mentre, nel vigore delle forze, avrebbe potuto prestare ancora assai prezioso contributo alla odierna opera di ricostruzione economica.
Nato in Milano il 12 ottobre 1848, fin dai primi anni si dedicò con passione agli studi di ingegneria e, giovanissimo, si laureò in ingegneria industriale. La sua carriera professionale fu una delle più brillanti: a ventitré anni era già assistente al Politecnico di Milano e nel 1882 vi ascendeva alla Cattedra di tecnologia meccanica, fra il consenso unanime dei più illustri maestri. Ed all'insegnamento Egli dette le sue migliori energie per oltre cinquant'anni, facendo assurgere la sua cattedra ad una delle più rinomate di Europa e divenendo l'anima del Politecnico, del quale, dopo la scomparsa di Giuseppe Colombo, tenne meritatamente la direzione per quasi un anno, fino al suo collocamento a riposo.
Le pregevoli monografie e gli acuti articoli da lui pubblicati su riviste e giornali lasciano tracce durature nel campo degli studi di ingegneria e preziosa è l'opera che egli svolse in non poche accademie e Associazioni scientifiche: era, fra l'altro, socio corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, consigliere dell'Associazione per l'alta cultura e per non breve periodo fu presidente del Consiglio degli Ingegneri.
Né solo all'istruzione superiore egli dedicò le sue cure: ma, sincero liberale, considerando l'elevazione del proletariato come il più grande dovere delle classi colte e solo possibile col promuovere una larga istruzione professionale, attese con passione a tale insegnamento; e, quale presidente della sezione dell'insegnamento nella Società Umanitaria, e quale consigliere della scuola elettrotecnica per gli operai, e come rappresentante del Ministero dell'industria nella scuola sperimentale per l'industria della carta e in numerosi altri incarichi a lui affidati, dette poderoso contributo all'incremento culturale delle classi lavoratrici.
Delle questioni del lavoro egli fu profondo conoscitore e molto a lui devono il Consiglio superiore e il Comitato permanente del lavoro; membro autorevolissimo del primo consesso e presidente del secondo, egli prestò in essi fin dalla loro costituzione, per oltre un ventennio, opera veramente preziosa, avviando ad eque risoluzioni molti conflitti fra capitale e lavoro e dando efficace impulso ad una sana legislazione sociale. E recentemente l'alta considerazione in cui era tenuto per la serena imparzialità e competenza tecnica, gli fece affidare dal Governo la delicatissima carica di presidente della Commissione d'inchiesta sulle industrie.
Cesare Saldini alla dottrina e alla genialità accoppiava uno spirito singolarmente pratico. Arbitro per la risoluzione di molte vertenze fra enti pubblici e privati, consigliere ambito di numerose società industriali, non trascurò neppure l'esercizio professionale e dette poi efficacissimo impulso al meraviglioso progresso industriale della sua Milano.
Solo con questo scopo egli, che volle sempre rimanere estraneo alle competizioni politiche, entrò nella vita amministrativa milanese e fu assessore in due periodi di grande importanza, nei quali si attuarono le prime municipalizzazioni di pubblici servizi in Italia e lo sviluppo di grandi opere pubbliche e della politica edilizia del comune.
Il 6 ottobre 1919, in considerazione dei suoi meriti eminenti, Cesare Saldini fu nominato senatore ed anche in Senato egli si acquistò le più vive simpatie, malgrado che le occupazioni professionali, che tutto lo assorbivano, non gli abbiano permesso di essere molto assiduo ai nostri lavori.
Cesare Saldini fu uomo e cittadino di elette virtù, di modestia pari all'eccezionale valore, di cuore nobilissimo.
Vada alla memoria dell'insigne scomparso il nostro mesto e reverente pensiero, ed alla famiglia, così crudelmente colpita, e alla sua amata città giunga l'espressione del nostro profondo cordoglio. (Approvazioni).
ROSSI LUIGI, ministro della giustizia e degli affari di culto.[...]
Cesare Saldini fu il più perfetto tipo dell'uomo moderno, nel miglior senso della parola. Poiché in lui era composto in perfetta armonia l'uomo di pensiero e l'uomo di azione. Maestro celebre, ancor giovanissimo, nel glorioso Policlinico di Milano, fu anche ingegnere illustre e non timoroso di alcune anovità nella tecnica e nella economia delle industrie.
E nel campo stesso sociale il suo spirito illuminato e sereno lo portò a valutare con equa visione i rapporti del lavoro.
In questi tempi di soventi torbidi e violenti, sia ciò, oltre che onore alla sua memoria, un buon esempio per il nostro paese.
Il Governo quindi si associa alle espressioni di cordoglio per l'illustre estinto. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 9 maggio 1922.