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SALADINI Saladino

27 giugno 1846 - 29 agosto 1923 Nominato il 26 gennaio 1889 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Durante la pausa dei nostri lavori abbiamo dovuto deplorare la perdita di ben quindici nostri carissimi colleghi. Io vi chiamo a commemorarli in un raccoglimento severo e solenne che è al tempo stesso omaggio alla memoria loro ed indice della maestà di questa eccelsa Assemblea. [...]
Il 29 agosto dopo lunga malattia, spegnevasi in Cesena, dove era nato il 27 giugno 1846, il conte avvocato Saladino Saladini Pilastri. Di ingegno versatile e di animo generoso ed entusiasta, dopo aver studiato legge, lettere e filosofia negli Atenei di Pisa e di Bologna, si arruolò nei cacciatori di Garibaldi con i quali fece la campagna del 1866 nel Trentino.
Cessata l'infausta campagna, tornò nella sua Cesena e si dette con ardore e combattività alla lotta politica, militando nell'estrema ala del partito liberale. Acquistatasi fama e simpatie vivissime per l'acutezza della mente, la grande capacità amministrativa, la vasta coltura, congiunte a tatto squisito di vero gentiluomo, fu eletto dalla sua città deputato per la 13ª legislatura nel 1873 e poi rieletto nella successiva: nella 15ª fu tra i rappresentanti del Collegio unico della Provincia di Forlì. Fu deputato attivo e ascoltato, partecipò assiduamente ai lavori della Camera, interessandosi sovratutto alle questioni di politica interna, in cui pronunziò memorabili discorsi d'opposizione. Venuti al potere Governi più consoni alle sue idee, la loro fiducia lo chiamò a reggere importanti Prefetture, tra cui quelle di Livorno, Padova e Messina, in cui rese importanti servizi, in momenti assai difficili. Lasciata la carriera amministrativa il 26 gennaio 1889 fu nominato senatore e partecipò assiduamente ai nostri lavori, fino a quando le malferme condizioni di sua salute lo costrinsero, con suo grande rammarico, a starne quasi sempre lontano.
Fu anche dalla fiducia illimitata dei suoi concittadini chiamato a reggere le sorti dell'Amministrazione civica, in tempi invero tristissimi a causa degli sperperi che del denaro pubblico erano stati fatti e la sua saggia e serena opera finanziaria seppe in breve tempo restaurare il bilancio comunale, fra il plauso unanime della cittadinanza. Fu anche benemerito ed attivo presidente di istituzioni e sodalizi alla cui prosperità contribuì notevolmente.
Né le molteplici cure gli fecero trascurare gli studi severi: poeta geniale e letterato coltissimo, pubblicò lavori pregevoli, novella testimonianza della grande versatilità del suo ingegno.
La sua morte è una perdita invero dolorosa per la generosa terra di Romagna.
Inchiniamoci mestamente sulla sua tomba ed inviamo alla desolata famiglia l'espressione del nostro vivo cordoglio. (Bene). [...]
CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Voi avete ascoltato, onorevoli senatori, nell'alta parola del nostro illustre Presidente, la rievocazione della vita, delle benemerenze, dell'opera tutta, che fu svolta dai compianti colleghi che abbiamo perduto.
Al rimpianto del Senato il Governo unisce l'espressione del suo omaggio riverente e si associa alla proposta di inviare vive condoglianze alle famiglie e alle città natali degli scomparsi. Tutte le forme di attività più nobili del pensiero e dell'azione sono rappresentate nell'elenco dei colleghi che oggi commemoriamo; dall'azione politica e amministrativa di [...], Saladini [...]

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 novembre 1923.