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RUSCHI Rinaldo

07 febbraio 1817 - 03 febbraio 1891 Nominato il 12 marzo 1868 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Anche oggi, purtroppo, debbo annunziarvi un lutto; la morte del senatore Rinaldo Ruschi.
Alle agitazioni, alle cospirazioni che, fino dal 1845, precedettero le riforme della Toscana, Rinaldo Ruschi partecipò con civile coraggio.
Nelle cronache del tempo il suo nome leggesi a capo di ogni rimostranza, d'ogni protesta: certo segno del pregio in che per lo ingegno, la integrità della vita, la domestica riputazione era tenuto fra i liberali pisani.
Militò nell'agognata guerra d'indipendenza, combattendo, assieme al fior di Toscana, a Curtatone; dove un pugno di valorosi, con olocausto di sé, fecondò l'avvenire.
Nei rovesci non disperò delle sorti d'Italia; i disperanti incuorò con patriottismo perseverante.
Il 27 aprile 1859, fugati dall'offeso sentimento nazionale, per impero di pubblico risentimento, i Lorenesi, fu consigliere di prefettura ed uno dei quarantadue maggiori che il Governo provvisorio chiamò a consulta.
Eletto all'Assemblea Toscana, appartenne alla deputazione che, nel settembre, ne recò il voto d'unione al Re Vittorio Emanuele.
Deputato, per Pisa, al Parlamento durante tre legislature (7ª, 8ª, 9ª), senatore dal marzo 1868, il Ruschi, devoto a libertà, propugnò sempre nei due rami del Parlamento ogni alto interesse: nelle amministrazioni della sua Pisa, ove era nato l'anno 1817 e morì il 3 febbraio, con saviezza di consiglio, con fervente zelo cittadino si adoperò incessantemente.
Morendo non volle funebri onoranze. Ma la bara del modesto accompagnò, assai più prezioso d'ogni pompa, il vivissimo rimpianto d'ogni ordine; ma la morte del buon patriota tornò acerbissima a noi cui la sua scomparsa ha tolto un altro collega di quella generazione che apparecchiò l'alba della patria, ne difese il meriggio; un altro degli eletti che fortemente l'amavano, devotamente la servirono. (Benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 14 febbraio 1891.