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ROSSI Luigi

18 gennaio 1852 - 06 marzo 1911 Nominato il 21 novembre 1901 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! [...]
Nuovo lutto amarissimo ci è sopraggiunto nel pomeriggio di ieri: la morte di Luigi Rossi. Quantunque si sapessero dalla malattia minacciati i suoi giorni, quale trafitta al cuore abbiami recato il ferale annunzio, non so esprimervi. L'amico mio amato, il collega nostro pregiato, al quale per l'età, nella fortuna onesta, la vita poteva ancora arridere, spirò in Milano alle ore 16. Nato egli era il 18 gennaio 1852 ne' sobborghi di quella città da padre agricoltore e de' figli buon educatore; e dote forte ebbe in sé d'ingegno e di volontà agli studi, che rapidamente compì. A ventun'anno avvocato, non tardò ad emergere oratore facondo ne' circoli e nel foro; onde crebbegli clientela molta e facoltosa. I voti della città lo portarono al Consiglio comunale; di senno e probità giovò alle amministrazioni. I suffragi del V collegio di Milano l'elessero deputato alla XVIII legislatura e conobbe il suo valore la Camera. Entrato in Senato per nomina del 21 novembre 1901, sappiamo quanta acquistò pure fra noi stima e fiducia, dandosi alacre ai lavori degli uffici e dell'Assemblea.
Fu della Commissione d'istruzione dell'Alta Corte di giustizia e della Commissione di finanze; relatore più volte nella discussione del bilancio di grazia e giustizia e dei culti. Commissario, relatore, interpellante od interveniente, proponente ordini del giorno, prestò studio accurato, zelante; parola opportuna, misurata, saggia ed efficace.
Fra i notevoli s'indicano i suoi discorsi del 18 gennaio e 7 giugno 1902, l'uno sul disegno di legge per gli sgravi dei consumi ed altri provvedimenti; l'altro sulla creazione del nuovo consolidato tre e mezzo per cento. Merita menzione l'interpellanza sua al ministro di grazia e giustizia, svolta il 28 marzo 1903 circa i provvedimenti per disciplinare i nostri rapporti di ragione privata all'estero.
Membro della Commissione per lo studio circa la riforma del Senato, vedemmo la relazione del suo dissenso dalle risoluzioni di quella, prese nella sua assenza; e ricordiamo come per amore del soggetto e devozione alle istituzioni, si cimentasse infermo al viaggio da Milano a Roma, per assistere alla discussione, ma ne fosse impedito dall'aggravamento, che lo costrinse al ritorno. Deposta ogni cura, fuorché di conservarsi in vita, nelle domestiche pareti l'infelice collega lusingavasi di trar farmaco dal riposo e dalla quiete; quando la repentina crisi lo ha spento. Grande e lagrimevole perdita nostra, e della metropoli lombarda, e del foro milanese! Addio, cara anima di Luigi Rossi; dal Senato a te salga l'estremo amplesso. (Vive approvazioni). [...]
RATTAZZI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RATTAZZI. All'eloquente commemorazione che di Luigi Rossi ha fatto il nostro illustre Presidente, sia me consentito aggiungere il modesto, ma sincero omaggio di una calda amicizia.
Luigi Rossi seppe ispirare, a chiunque ebbe la fortuna di conoscerlo intimamente, costante e profondo affetto, poiché l'animo suo era lo specchio terso della lealtà e del carattere, lealtà e carattere, che furono guida di tutti gli atti della sua vita privata, e che mantenne sempre anche nella sua vita pubblica.
Egli fu un vero liberale, di quei liberali dell'epoca sana del risorgimento italiano, i quali veramente amarono il popolo, adoperandosi per il suo miglioramento economico e morale, ma senza cercare mai il plauso, né istigandolo mai a non giuste aspirazioni.
Venuto fra noi, Luigi Rossi seppe conquistare subito col lavoro, colla eloquente parola, la stima e la fiducia dei suoi colleghi, e tutti noi concorremmo a designarlo ai più delicati uffici, fra i quali quello di commissario per la verifica dei titoli dei nuovi senatori. Egli consacrò alla nostra Assemblea grande amore, e divenne uno dei sostenitori più caldi delle prerogative sue, volendo che queste fossero tenute alte ovunque e sempre, ovunque e sempre rispettate.
La sua di sparizione lascia fra noi un grandissimo vuoto. Rimpiangiamone la perdita, teniamone sempre viva ed onorata la memoria con sincero e devoto affetto! (Vivissime approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 7 marzo 1911.