senato.it | archivio storico

ROSSI Alessandro

21 novembre 1819 - 28 febbraio 1898 Nominato il 06 febbraio 1870 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Luigi Cremona, Vicepresidente

Signori senatori! Anche oggi abbiamo lutti da registrare. [...] In questo momento mi giunge un altro tristissimo annunzio: il nostro collega Alessandro Rossi è morto oggi stesso a Schio, dov'era nato il 21 novembre 1819. In tanta strettezza di tempo mi è impossibile raccogliere gli elementi necessari per commemorare degnamente una nobile vita, operosissima, tutta piena d'azioni belle e generose. Fondatore di un grandioso lanificio che provvede alla onesta ed agiata esistenza di centinaia di operai: egli era amato da essi non come padrone, ma come padre. I suoi pensieri, i suoi scritti, la sua febbrile e multiforme attività sempre egli consacrò al progresso industriale del paese ed al benessere morale e materiale dei lavoratori. Nel Senato, al quale apparteneva da 28 anni, non cessò mai d'essere dei più operosi: i suoi discorsi, densi di fatti e di cifre, animavano le nostre discussioni ogniqualvolta si trattò dell'avvenire economico dell'Italia. All'amico fedele e sicuro, al cittadino devoto alla patria, al ricco industriale che de' suoi larghi mezzi fece stromento della più sapiente e feconda beneficenza, ad Alessandro Rossi dotto ed instancabile lavoratore, sia tributato onore imperituro. (Benissimo, vive approvazioni). [...]
FANO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
FANO. [...] Propongo pure che siano inviate le nostre condoglianze alle famiglie degli altri senatori, commemorati in questa tornata. (Bene! Bravo!).
BOCCARDO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
BOCCARDO. Io mi associo dal profondo dell'animo alle nobili parole pronunciate dal nostro illustrissimo Presidente in commemorazione del senatore Rossi. Nel senatore Rossi il Senato ed il paese hanno fatto una perdita irreparabile. Giammai nella lunga mia esperienza io mi avvenni in Italia con uomo di più alta tempra e di più sicuro carattere. Egli ha insegnato a noi tutti ed al paese – e spero con frutto – quanto possa la pertinace volontà, assistita da un animo veramente grande e da un alto intelletto. Ai figli che ne onorano la memoria, seguendone l'esempio, io propongo che il nostro Presidente invii una lettera di condoglianza a nome del Senato. (Benissimo).
FINALI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINALI. Mi pare di vederlo là, in faccia, sostenere quelle tesi, che erano più dilette all'animo suo. Sento ancora le parole, con cui nell'ultima seduta interruppe un mio discorso, dicendo: “Non ho detto questo”. Eravamo da molti anni profondamente amici, ma eravamo agli antipodi nelle dottrine economiche. Ciò non impediva che io professassi per lui la più grande ammirazione, poiché egli non era solo un grande industriale, ma era altresì un grande filantropo, autore o promotore di opere utili al suo paese, che egli voleva con la sua nobile iniziativa avviare verso la grandezza economica, emulo del passato. Il nome di Alessandro Rossi sarà lungamente ricordato in Senato, che ebbe troppe occasioni di conoscere quanto egli sapesse, quanto egli valesse. La gratitudine per lui sarà imperitura in quella provincia, che egli ha dotato, con munificenza principesca, delle più utili istituzioni.
Il suo nome vivrà eterno nella storia dell'industria italiana. (Approvazioni vivissime).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor senatore Lampertico.
LAMPERTICO. [...] Ben devo inoltre rendere tributo di riconoscenza alla memoria del senatore Alessandro Rossi, anche a nome di quegli interessi economici ai quali ha accennato l'egregio amico Finali, interessi che salgono alla loro più alta potenza quando si collegano col sommo interesse nazionale.
Il senatore Finali ha accennato al diverso modo di apprezzare le questioni che di giorno in giorno si presentano. Ma nulla fa il trovarsi in un labirinto in cui qualche volta non si riesce ad incontrarsi, perché quando dal labirinto si sale in alto con la mente e con il cuore fissi nel bene della patria comune, allora tutti quei meandri spariscono, e ci ritroviamo tutti quanti insieme in un unanime volere, in propositi unanimi. (Bene). Ora quanto a me in particolare, non posso che invocare la testimonianza di tutto il Senato, che il migliore ossequio, che io potessi rendere alla memoria di Alessandro Rossi, si è di avere assiduamente in questi giorni adempiuto al mio dovere qui, (vivamente commosso), di essere ancora qui quando tutto mi avrebbe chiamato a rendere più intimi uffici di rimpianto e di onore alla memoria del compianto collega. (Benissimo).
DI PRAMPERO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
DI PRAMPERO. Sia concesso anche a me, entrato contemporaneamente ad Alessandro Rossi nella vita parlamentare, sebbene nei meriti tanto da lui distanziato, non mai però distanziato nella reciproca amicizia che da 32 anni ci teneva uniti, sia concesso anche a me di dire una parola di rimpianto all'illustre collega, al caro amico.
Dei meriti del collega hanno con più competenza di me parlato e l'illustre Presidente e gli onorevoli oratori che mi precedettero. Permettete che, in nome dell'amicizia che a lui mi legava, in nome dell'affetto che nutro per la sua desolata famiglia, io mandi qui un saluto alla memoria di Alessandro Rossi.
VISCONTI-VENOSTA, ministro degli affari esteri. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
VISCONTI-VENOSTA, ministro degli affari esteri. Il Governo si associa con tutto l'animo alle commemorazioni che furono fatte dei nostri perduti colleghi. [...]
LUZZATTI, ministro del tesoro. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
LUZZATTI, ministro del tesoro. Permetta il Senato che aggiunga anch'io qualche parola per onorare l'uomo eminente del quale il Parlamento, interprete del paese, piange la morte.
Il senatore Rossi ha lasciato, come avviene a tutti i forti, divise le menti degli italiani intorno alle sue dottrine, ma congiunti i cuori nell'ammirazione della sua operosità, della sua indefettibile carità, del suo ingegno pratico. Egli era per consenso di tutti quegli industriali, che si sono contrassegnati per opere insigni nella produzione nazionale, il primo e il principe. E va segnatamente notato che, quantunque e in ciò possiamo dissentire da lui, egli non volesse con leggi sociali promuovere a forza il benessere degli operai, fu uno di quei capitani dell'industria italiana, che aveva lucida la coscienza dei doveri sociali. Ha fondato nobili e belle istituzioni di previdenza, che conciliano il capitale col lavoro. Delle sue istituzioni, delle quali Schio si abbella, rimarrà imperitura la memoria. Oggi piangono il senatore Rossi non solo coloro che ammirano la sua grande e feconda operosità, ma lo piangono anche i suoi operai che lo chiamavano il loro padre, e queste lacrime degli umili, o signori, sono il più bello elogio e il più luminoso commento della sua vita operosa e benefica. (Bene! Bravo!).
PRESIDENTE. Come il Senato ha udito, il senatore Fano ha fatta la proposta di mandare le condoglianze del Senato alle famiglie dei senatori che sono stati testé commemorati [...]
Coloro che approvano questa proposta sono pregati di alzarsi. (Approvato). Il senatore Boccardo ha poi proposto che ai figli del compianto senatore Alessandro Rossi la Presidenza invii a nome del Senato una lettera di condoglianza. Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 febbraio 1898.