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ROBECCHI Giuseppe

14 novembre 1825 - 22 febbraio 1898 Nominato il 26 novembre 1884 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Luigi Cremona, Vicepresidente

Signori senatori! Anche oggi abbiamo lutti da registrare. [...]
Giuseppe Robecchi era nato in Milano il 14 novembre 1825. Studiò giurisprudenza a Pavia, ma in pari tempo si consacrò alla preparazione rivoluzionaria che condusse alle cinque giornate, delle quali egli fu gran parte. Ebbe la direzione e la difesa di parecchie barricate, e nella quarta notte si trovò con Luciano Manara all'assalto di porta Tosa. Usciti gli Austriaci, il Robecchi entrò nella colonna di volontari organizzata e condotta dal Manara, che inseguì e molestò il nemico fuggente verso Mantova, e poi si coperse di gloria in molti fatti d'arme, specialmente nella eroica difesa di Castelnuovo.
Dovutasi sciogliere la colonna Manara in seguito alle gravi perdite subite, il Robecchi si arruolò nei Carabinieri milanesi comandati dal Simonetta, ed aggregati alla quarta divisione dell'esercito sardo.
Avvenuto il rovescio delle nostre armi, egli si ritirò per poco in Isvizzera, poi andò a Pisa a finirvi gli studi legali ed a laurearsi in diritto, indi a Firenze in aspettazione di nuovi eventi. Infatti accorse con Manara alla difesa di Roma e fu ferito nel combattimento di S. Pancrazio.
Caduta Roma sotto le armi della Repubblica francese, il Robecchi ritornò a Milano dove, durante il decennio di dominio austriaco, si dedicò a studi tecnici, specialmente per conoscere a fondo il servizio ferroviario, al quale uopo intraprese anche parecchi viaggi.
Nel 1859 passò il Ticino, andò ad arruolarsi fra i volontari e combatté come capitano nei Cacciatori delle Alpi. Dopo il trattato di Villafranca depose la divisa militare e ritornò alla città nativa. Durante la guerra del 1866 si rifece soldato e militò nell'esercito regolare come aiutante di campo del generale Medici, in Tirolo. Lungo tutte le fatte campagne, il Robecchi si distinse per valore e ardimento; meritò due medaglie al valor militare e parecchie menzioni onorevoli.
Egli fu eziandio uno dei più zelanti amministratori della cosa pubblica milanese. Per molti anni, a cominciare dal 1860, consigliere comunale; pure per molti anni, sino alla morte, presidente del Consiglio provinciale. Fu pure presidente del Comitato lombardo promotore del valico ferroviario del Sempione, e della Società dei reduci Italia e Casa Savoia, ecc.
Appartenne alla Camera elettiva dalla VII alla XV legislatura, senza interruzione, sedendo costantemente a destra con grande autorità per la non comune sua competenza giuridica e tecnica, e pel nobile suo passato militare e patriottico.
Entrò in Senato per decreto del 26 novembre 1884. Morì il 22 febbraio in Montecarlo, dove s'era recato a rinfrancarsi in salute. In lui l'Italia perde uno de' più valorosi ed ormai rari superstiti dell'eroica insurrezione lombarda, e Milano uno dei più benemeriti cittadini per altezza di mente e fermezza di carattere. In nome del Senato mando questo tributo d'onore alla memoria di Giuseppe Robecchi. (Vive approvazioni). [...]
FANO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
FANO. Il nostro Presidente ha così ben disegnato la bella figura del patriota e dello studioso che fu un compianto nostro collega, il Robecchi; ne ha così ben ricordato l'abnegazione e l'operosità, che io avrei poco da aggiungere alle sue nobili parola.
La perdita del Robecchi è grande per il nostro paese, e segnatamente per Milano, dove ha reso cospicui servizi nell'amministrazione provinciale e nella tutela degli interessi ferroviari e industriali.
La vita del Robecchi è stata tutta un tessuto di belle opere e tutta consacrata al culto della patria.
Propongo dunque che, in segno di onoranza e riconoscenza, venga mandata dal Senato una lettera di compianto alla desolata sua vedova, ed al Consiglio provinciale di Milano, di cui da tanti anni era il presidente [...] (Bene! Bravo!). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor senatore Lampertico.
LAMPERTICO. Signori senatori, io dovrei rendere speciale omaggio alla memoria del senatore Robecchi, con cui, antico collega, mi trovavo da ultimo collega nell'adempiere un alto e grave potere di imparzialità, che ci era affidato dal Governo del Re. [...]
VISCONTI-VENOSTA, ministro degli affari esteri. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
VISCONTI-VENOSTA, ministro degli affari esteri. Il Governo si associa con tutto l'animo alle commemorazioni che furono fatte dei nostri perduti colleghi.
Legato da amicizia fin dagli anni giovanili al senatore Robecchi, nulla aggiungerò a quanto fu detto di lui, perché basta narrare il suo passato per fare di esso il più alto, il più invidiabile degli elogi.
Mando una modesta parola d'affetto alla memoria di un uomo il cui nome riassume la più coraggiosa, la più operosa vita di cittadino e patriotta. (Bene). [...]
PRESIDENTE. Come il Senato ha udito, il senatore Fano ha fatta la proposta di mandare le condoglianze del Senato alle famiglie dei senatori che sono stati testé commemorati ed al Consiglio provinciale di Milano per la morte del senatore Robecchi.
Coloro che approvano questa proposta sono pregati di alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 febbraio 1898.