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RIOLO Vincenzo

18 gennaio 1847 - 17 gennaio 1927 Nominato il 21 novembre 1901 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Molti e gravi lutti ci hanno colpito nel lungo intervallo dei nostri lavori. [...]
Il 17 gennaio spegnevasi in Naro il collega Vincenzo Riolo, conte del Piano, colà nato il 18 gennaio 1847. Fautore dell'unità nazionale fin da giovinetto, fu in corrispondenza col Mazzini e divenne intimo amico di Francesco Crispi. Amantissimo della sua regione, sempre ne curò con vigile amore gli interessi agricoli ed industriali, ai cui problemi, specialmente a quello zolfifero, dedicò studi incessanti. Procacciatasi la stima dei suoi conterranei, fu da essi inviato alla Camera dei deputati, ove sedette per 14 anni, dal 1889 al 1894, rappresentando per la 14ª legislatura il collegio di Serradifalco. Fu attivissimo deputato e partecipò ad importanti discussioni.
Il 21 novembre 1901 fu nominato senatore e fu per molti anni assiduo ed operoso quanto mai, acquistandosi la stima dei colleghi per la sua bontà e la sua capacità, sì da venir chiamato a far parte delle più importanti commissioni. Fu membro della Commissione di finanze e relatore per diversi anni del bilancio di agricoltura e di quello dei lavori pubblici: fu altresì membro della Commissione di vigilanza sulle ferrovie e di quella di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, ch'ebbe anche a presiedere. Fu relatore di numerosi importanti disegni di legge, su molti altri ancora portò il contributo della sua parola assennata e convincente.
Con quanto scrupoloso senso del dovere ei riguardasse al mandato parlamentare, lo dimostra il fatto che mai volle accettare cariche locali appunto per poter dedicare tutto se stesso al lavoro legislativo. Ei fu sempre convinto che la felicità della nazione richiedesse l'elevamento del prestigio dello Stato e dell'autorità da un lato e dall'altro una feconda collaborazione delle classi per l'elevamento dei lavoratori e per la soluzione dei problemi del lavoro e della produzione.
Un male atroce che da molto tempo lo aveva colpito, lo costrinse a ritirarsi dalla vita politica attiva e da più che cinque anni giaceva ora infermo in letto, seguendo però sempre con appassionato amore le vicende della patria amata, delle cui rinnovate fortune profondamente gioiva.
Vada a Vincenzo Riolo il nostro commosso pensiero, alla sua desolata famiglia la manifestazione del nostro sincero dolore. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 marzo 1927.