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RIDOLFI Carlo

05 novembre 1858 - 18 febbraio 1918 Nominato il 26 gennaio 1910 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! [...]
È scomparso il discendente di Luigi e di Cosimo Ridolfi, che terzo nel chiarissimo nome succedette loro in Senato. Il marchese Carlo ci è stato tolto da crudele malattia, che gli ha dato la morte in Firenze il 18 febbraio. Aveavi avuto nel 5 novembre 1858 gli illustri natali. Nel fiore degli anni volontario vestì la divisa di cavalleria nei reggimenti Piemonte Reale e Firenze; passò di complemento nel reggimento Aosta e dal 1890 nella milizia mobile tenente. Ebbe ingenito dal padre e dall'avo l'amore alle lettere ed alle arti, come la tendenza agli studi sociali ed agrari; onde seguì le traccie loro e l'esempio del colto patriziato toscano. Tenne nel 1885 una conferenza in Firenze sulla questioni agrarie; pubblicò articoli di politica e di amministrazione. Nell'agraria le teorie pose in pratica nelle sue terre.
La fiducia dei concittadini e del Governo gli conferì nella Provincia le maggiori cariche amministrative. Fu assessore comunale di Firenze; Presidente della Società toscana d'orticoltura; sopraintendente del Regio istituto di studi superiori; e membro del Consiglio direttivo dell'istituto di scienze sociali ”Cesare Alfieri”. Rappresentò il ministro di agricoltura nell'Opera di Santa Maria del Fiore. Accademico georgofilo, era presidente di quella Regia accademia che negli andati tempi fu chiamata il Parlamento toscano. Fu direttore-proprietario della Rassegna di Scienze sociali e politiche.
Il IV collegio di Firenze lo elesse deputato nel 1890 per la 18ª legislatura; rappresentò quello di Empoli successivamente fino alla 21ª ed alla Camera appartenne pregiato sino al 1904. Fu nominato senatore il 26 gennaio 1910 e godemmo della sua frequenza. Scoppiata la guerra, con patrio ardore riprese il suo posto nell'esercito con il grado di tenente colonnello di cavalleria, che dové lasciare al principio della sua malattia.
È in grave lutto Firenze per la perdita dell'ornatissimo e nobile cittadino. Il Senato sommamente si conduole. (Benissimo). [...]
TORRIGIANI FILIPPO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TORRIGIANI FILIPPO. Il nostro illustre Presidente con nobile parola ha delineato la figura del compianto nostro collega Carlo Ridolfi in modo che a me poco resta da dire.
Carlo Ridolfi discendeva da famiglia davvero benemerita della patria e più specialmente dell'agricoltura: basti ricordare il nome di Cosimo Ridolfi al quale si devono in massima parte i progressi dell'agricoltura toscana. Carlo Ridolfi non volle essere degenere ai suoi antenati e lavorò sempre occupando importantissimi uffici.
Fu assessore per le finanze nel Comune di Firenze in un momento gravissimo per quella amministrazione e seppe riordinare le finanze del comune.
Ebbi compagno Carlo Ridolfi in molti e gravissimi uffici e lo ebbi predecessore nella sovrintendenza dell'Istituto di studi superiori di Firenze: ed alla sua tenacia, alla giustificata sua persistenza, al grido dell'allarme che gettò sulle tristi condizioni in cui versava il massimo nostro Istituto debbo di aver potuto far giungere in porto quella convenzione legge che oramai ha posto l'Istituto di studi superiori in condizioni normali e tali da renderlo davvero utile alla cultura ed alla scienza. Carlo Ridolfi lascia dietro a sé grandi ricordi d'affetto, per il carattere suo buono, per l'animo suo gentile, per la cortesia e la cordialità del tratto. Io sono certo che il Senato vorrà accogliere la mia proposta che siano inviate alla desolata famiglia le condoglianze di questo Alto consesso (Vive approvazioni). [...]
MILIANI, ministro di agricoltura. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MILIANI, ministro di agricoltura. Per il Governo mi associo alla commemorazione che hanno fatto il nostro illustre Presidente ed il senatore Torrigiani Filippo del senatore Carlo Ridolfi.
Io poco ho da aggiungere alle eloquenti parole che sono state pronunciate in omaggio alla sua memoria.
Ricorderò soltanto come egli fosse degno delle tradizioni gloriose della sua illustre famiglia e le continuasse con le opere e con l'assidua cura che dette così al miglioramento dell'agricoltura, come a tutte le istituzioni cittadine.
Egli fu modesto quanto valoroso; di quella modestia e di quel valore, di cui, per il bene del paese, dovrebbe sempre più arricchirsi la nostra Italia.
Mando, quindi, un reverente saluto alla sua memoria. [...]

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 27 febbraio 1918.