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RICCI Vincenzo

15 agosto 1851 - 11 luglio 1912 Nominato il 26 gennaio 1910 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Estero

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi. [...] Al marchese Vincenzo Ricci nobiltà antica, ricchezza di patrimonio, insigni antenati, il nome del padre chiaro fra quelli de' primi ministri del Governo costituzionale di Carlo Alberto, furono doni della nascita: aperta intelligenza, fermo carattere, fini sentimenti largiti ebbe da natura: sapere e saggezza acquistò dai libri e dai viaggi, particolarmente nel lungo soggiorno in Inghilterra ad osservare come vi ha costume e legge la libertà.
Nato nel 15 agosto 1851 in Berlino, stantevi il padre ambasciatore, fece gli studi in patria, si laureò ingegnere, e fu allievo un anno della Regia Accademia militare. Alla pubblica economia, specialmente all'agraria, prese amore, e della risicoltura in particolar modo si curò, i migliori metodi sperimentando ne' suoi vasti tenimenti del vercellese, e diffondendoli. Istituì e guidò ad incremento la Società di risicoltura di Vercelli, che fu promotrice dell'Esposizione internazionale di risicoltura inaugurata il 20 ottobre in quella città; alla quale egli stesso diede cooperazione, ricordata nella inaugurazione dal sindaco, succeduto a lui nella presidenza del Comitato generale, onorandone la memoria.
Alle cariche pubbliche fu ricercato e caro in Vercelli, in Santhià, in Novara. Di Santhià fu consigliere provinciale; del Comune di Novara consigliere ed assessore molti anni. In Novara fu ottimo amministratore dell'Ospedale maggiore e di altri pubblici istituti ed opere pie; l'Associazione de' laureati e professori di scienze agrarie, il Collegio degli ingegneri ed architetti di Novara, la Società vercellese degli agricoltori l'ebbero solerte presidente; e manifestazione della gratitudine vercellese è stata la solenne commemorazione di lui in Vercelli del 22 corrente.
I numerosi voti del collegio di Biella lo elessero deputato alla XVI legislatura; quelli del collegio di Santhià alla XIX; sedette alla Camera con molta reputazione, e vi fu autorevole, specialmente quando vi discusse delle condizioni di quella industria risicola, che tanto teneva a cuore, del novarese e del vercellese. Al Senato, scelto fra i censiti, v'ebbe nomina il 26 gennaio 1910; vi fu assiduo, e ricordiamo il suo discorso del 27 giugno sul bilancio della spesa del Ministero di agricoltura, industria e commercio. Una malattia, che lo colse in Torino a fine giugno, ivi lo estinse il giorno 11 luglio.
Esteso fu il pianto; grande il rammarico è tuttora, da noi pure sentito, della sua perdita. Novara ne ha onorata la salma; in quella città sua diletta il nostro compianto collega avendo voluto il sepolcro. (Bene). [...]
Ha facoltà di parlare l'onorevole senatore Lucca.
LUCCA. Signori senatori, alla memoria del nostro collega Vincenzo Ricci vorrei portare anch'io degno il tributo del mio inestinguibile rimpianto.
Fraternamente io ho vissuto con lui la sua vita operosa, tutta consacrata al bene della nostra regione comune; con lui io ho diviso le amarezze e le poche gioie che sono retaggio di chi se stesso consacra al bene altrui. Nelle ore liete, e più ancora nelle contestate, io ho potuto apprezzare l'altezza del suo intelletto, la nobiltà del suo carattere, l'infinità bontà del suo cuore. Dovrei quindi e saprei dire del grande lutto che la sua immatura dipartita lasciò nelle mie terre; ma dopo la parola dell'onorando nostro Presidente, che, impersonando l'augusta maestà del Senato, rese alla memoria di Vincenzo Ricci l'altissimo omaggio che ogni altro omaggio avanza, la mia dolorante parola sarebbe inopportuna.
Rinserro il mio dolore nel malinconico silenzio dei ricordi; e poiché l'onorevole Presidente ha voluto ricordare che giorni sono a Vercelli, tra l'unanime compianto, fu commemorato il senatore Vincenzo Ricci, chiedo al Senato di voler consentire che a Vercelli vada l'omaggio dell'Assemblea, che i benemeriti altamente onora col suo solenne rimpianto. (Approvazioni vivissime).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,27 novembre 1912.