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RESSMAN Costantino

15 maggio 1832 - 08 luglio 1899 Nominato il 16 giugno 1898 per la categoria 07 - Gli inviati straordinari dopo tre anni di tali funzioni provenienza Friuli-Venezia Giulia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! in quattro soli mesi otto valent'uomini, che furono colleghi nostri in questo Senato, sono scesi nel sepolcro. Il vostro Ufficio di Presidenza dispose in tempo perché una rappresentanza del Senato prendesse parte alle ultime onoranze rese ai defunti colleghi e non tralasciò di farsi interprete appresso le loro famiglie del nostro più vivo rammarico per la dipartita di questi egregi, che noi ci aspettavamo di rivedere sui nostri banchi. Tocca adesso a me, sebbene non sia mancato chi abbia scritto con particolare affetto, e discorso altrove con la dovuta ampiezza delle virtù e dei meriti personali dei trapassati compagni - talché posso imporre a me stesso la maggiore brevità - compiere modestamente il pietoso ufficio di rendere a ciascuno di essi quest'ultimo tributo di considerazione e d'affetto. [...]
Indi a quattro giorni, cioè nel dì nove luglio, si spegneva una bella e nobile esistenza. Costantino Ressman nato a Trieste, naturalizzato italiano nel 1861, quando non era ancora trentenne, moriva in età di 67 anni a Parigi dove aveva fissato la sua dimora abituale, sebbene di tratto in tratto si sentisse chiamato a rivedere e salutare la terra delle sue più care affezioni.
Pronto d'ingegno, colto ed equilibrato di mente, come un buono ed eccellente diplomatico deve essere, la carriera di Costantino Ressman fu rapida e luminosa. Ammesso nel 1862 nel Ministero degli affari esteri, segretario di legazione nel 1864, poi consigliere a Londra, con credenziali d'incaricato d'affari a Parigi, tanto si distinse nella carriera della diplomazia, che nel 1890 [sic] fu innalzato al grado di ambasciatore del Re d'Italia a Costantinopoli, trasferito di poi a Parigi, dove rimase fino al 1895, che segnò la data del suo richiamo.
Collaboratore per lunghi anni del nostro Nigra, di Cialdini e di Menabrea nei giorni più memorandi del risorgimento e della vita nazionale, il nome di Costantino Ressman non brilla veramente in prima riga in mezzo agli astri maggiori che ne avvenne testé di ricordare a segno di onore, ma non è men vero, e coloro i quali lo videro tante volte alla prova gli resero sempre la dovuta giustizia, che nei trent'anni della sua carriera diplomatica il Ressman rese utilissimi servigi, e tenne alto il nome di questa Italia, che fino dal 1854 aveva preso ad amare ed a servire con affetto di figlio, talché in età poco più che ventenne si trovò implicato e condannato nel famoso processo di Mantova.
Non mancarono nemmeno al nostro Ressman le occasioni propizie, quando reggeva l'ambasceria di Parigi, di far prova in momenti difficili de' suoi talenti, e della rara perspicacia con la quale soleva trattare i grandi interessi di Stato, giovandosi in particolar modo, per benefizio d'Italia nostra, della considerazione speciale che si era meritamente acquistata presso il Governo della Repubblica francese. Ma venne giorno in cui gli si mosse rimprovero di soverchia pieghevolezza, e fu improvvisamente richiamato dall'ufficio.
Non è ancora venuto il giorno di esprimere alcun giudizio circa l'atto compiuto dal Governo italiano. Certo il Ressman si trovò colpito nel più vivo del cuore; ma non pronunciò mai una parola, non fece un atto che potesse apparire men dignitoso, per manifestare i sentimenti dell'animo profondamente ulcerato. Sapeva soffrire in silenzio, e soffrì, fino a morir di dolore.
Nel 1898 ottenne la dignità di senatore, e gli venne offerto di rientrare in carriera, ma ricusò per dignità; ed anche di ciò meritò di essere ampiamente lodato dagli uomini di cuore. (Bene).
Costantino Ressman morì, cittadino privato, in terra straniera, quando si stava maturando il frutto dell'opera sua in prò della pace e della concordia fra due nazioni sorelle. Ma se noi non vedremo più la bella e simpatica figura di quell'uomo seduto su questi banchi, serberemo sempre di lui quel grato ricordo, giustamente dovuto a chi tanto operò e patì per la santa causa d'Italia. (Vive approvazioni). [...]
VISCONTI-VENOSTA, ministro degli affari esteri. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VISCONTI-VENOSTA, ministro degli affari esteri. Il Governo si associa alle eloquenti commemorazioni pronunciate dall'illustre nostro Presidente, ed alle sue parole di compianto pei colleghi che abbiamo perduto, e di cui il Senato ha con dolore e con legittimo orgoglio udito narrare le nobili, operose e patriottiche esistenze.
Come ministro degli affari esteri sento il dovere di ringraziare l'illustre nostro Presidente per l'omaggio che egli ha reso alla memoria del senatore Costantino Ressman. Il paese ha perduto in lui un benemerito e fedele servitore; egli ha onorato la diplomazia italiana di cui ha percorso tutti i gradi fino ai più elevati, adempiendone i doveri con una illimitata devozione agli interessi della patria.
Mente colta e perspicace, animo gentile e conciliante, egli poté in più d'un'ardua e delicata occasione, mantenendo intatta la dignità del paese che rappresentava, superare le difficoltà, e giovare alla causa che gli era affidata, con la fiducia e con la simpatia che le sue relazioni sapevano ispirare.
In ogni evento della sua vita diplomatica Costantino Ressman ha potuto altamente rivendicare la testimonianza di una coscienza animata sempre da un vivo e profondo patriottismo.
La sua nomina a far parte di questa Assemblea è stata il premio di una laboriosa e onorata carriera, alla quale il nostro illustre Presidente ha reso un tributo di gratitudine e di giustizia. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 novembre 1899.