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RAVA Luigi

29 novembre 1860 - 12 maggio 1938 Nominato il 03 ottobre 1920 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio e per la categoria 05 - I ministri segretari di Stato provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Luigi Federzoni, Presidente

Due dolorose perdite ha subìto il Senato durante l'interruzione delle sue sedute: [...] e Luigi Rava. [...]
Geniale versatilità, passione costante dei buoni studi, sereno e vigile amore del bene della nazione caratterizzarono la notevole personalità di Luigi Rava. Proseguiva in lui quella bella tradizione di cultura nobilmente eclettica che fu vanto della sua Romagna.
Intrapresa la carriera dell'insegnamento superiore, a soli ventisei anni aveva avuto l'incarico per la filosofia del diritto a Siena, donde era passato a Pavia per assumere poi, come titolare, la Cattedra di scienza dell'amministrazione presso l'Università di Bologna, cattedra ch'egli aveva tenuta ininterrottamente fino al 1914, quando era stato chiamato a far parte del Consiglio di Stato. Contemporaneamente all'insegnamento universitario e alla produzione scientifica, Luigi Rava aveva cominciato presto ad esplicare un'intensa attività politica, giungendo ai posti di più alta responsabilità, ai quali era designato dalla complessa e solida preparazione, dalla pronta capacità assimilatrice, dalla facile e piana eloquenza, dall'equilibrio degli atteggiamenti e dei giudizi non mai fuorviati dal preconcetto partigiano. Eletto appena trentenne a rappresentare la nativa Ravenna, aveva seduto nella Camera dei deputati per sette legislature. Aveva fatto parte, giovanissimo, dell'ultimo Gabinetto Crispi, del quale era l'unico superstite. Era ritornato più volte al Governo, come ministro dell'agricoltura, dell'istruzione pubblica e delle finanze: e svariatissimi furono gli altri elevati uffici, oltre i già ricordati, ai quali Luigi Rava dedicò la sua straordinaria infaticabile operosità: presidente del Consiglio provinciale di Ravenna, della "Dante Alighieri", del Comitato nazionale per la storia del risorgimento, della Deputazione di storia patria per la Romagna, dell'Istituto per gli studi sull'Alto Adige, commissario generale dell'"Enit", sindaco di Roma nei duri anni 1920-1921, quale esponente della coalizione dei partiti nazionali. Al Senato egli apparteneva dal 1920 e partecipò assiduo alla vita dell'Assemblea, relatore acuto e competente dei più importanti bilanci e disegni di legge, intervenendo sempre all'improvviso in ogni notevole discussione, ascoltato per la sua autorità, che si era fatta di saggia temperanza e di rara esperienza politica e amministrativa.
Le cure diligenti e fruttuose date ai quasi innumerevoli uffici, spesso esercitati cumulativamente, non distolsero mai Luigi Rava dallo studio, non solo delle discipline giuridiche, ma anche delle dottrine politiche e finanziarie, né dal suo maggiore diletto, che era l'esplorazione degli archivi dalla quale egli trasse sovente materiali preziosi e nuovi per affermarsi brillantemente anche nel campo delle ricerche storiche, come ricostruttore felice di momenti ed episodi della nostra formazione unitaria.
Era stato fautore caldissimo ed efficace della partecipazione dell'Italia alla grande guerra. Antico crispino e romagnolo di buona razza, fu fascista con inestinguibile entusiasmo.
Un'esistenza così preclara e feconda, tutta inspirata al più puro patriottismo, fu contrassegnata da una cristallina probità, da una modestia profondamente sentita, da una bontà delicata e accogliente, virtù umane che noi conoscemmo e amammo in Luigi Rava. Veraci parole furono da lui candidamente scritte, a conclusione del suo testamento: "Non ho rancori, non ebbi inimicizie, lavorai e feci il bene quanto potevo. Lodo l'opera del duce, che dà gloria all'Italia rinnovata". Con cotesta consolatrice certezza di una vita ben spesa, con cotesta suprema visione di una patria ascendente al suo destino di gloria, quell'esemplare italiano ha chiuso la sua giornata mortale, lasciandoci un retaggio di memorie e di affetti che il tempo non potrà in noi affievolire.
THAON DI REVEL, ministro delle finanze. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
THAON DI REVEL, ministro delle finanze. Il Governo si associa alle commosse espressioni di cordoglio pronunciate dal Presidente di questa Assemblea, per commemorare i compianti senatori [...] e Luigi Rava.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 maggio 1938.