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RASPONI Achille

03 maggio 1835 - 22 maggio 1896 Nominato il 15 maggio 1876 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Il giorno 22 di maggio ebbe fine la vita del senatore Achille Rasponi. Discendeva egli da una delle maggiori famiglie di Romagna, alla antica nobiltà della quale, nei tempi nostri, appose lustro un cospicuo parentado e diede supremazia l'avere sentito i lutti e la vergogna della patria, e valorosamente operato a liberarla dal governo dei preti.
Per la madre, che era figliuola di Re Gioacchino Murat, imparentato coi napoleonidi, il conte Achille, ultimo di tre fratelli, con esso loro a beneficio d'Italia presso il potente cugino usò parola, preghiere: fu una di quelle influenze per i vincoli del sangue efficacissime di cui la cronaca tenne nota e la storia renderà merito.
Patriotti anzitutto nessuna tentazione di dominio o d'interesse famigliare li trasse, li sviò a favorire, dopo Villafranca, i tentativi di trapiantare nell'Italia centrale esotiche dinastie.
Persuasi che la Romagna non poserebbe se non quando fosse parte di un nazionale e libero governo, a preparare i fatti del 1859 avevano largheggiato di consiglio, di danaro, di aiuti, che l'aureola dell'imperiale affinità proteggeva ed avvalorava: l'annessione al Piemonte caldeggiarono: nel meraviglioso rinnovamento, tutti d'un cuore, tutti d'un pensiero, gareggiarono di devozione e di abnegazione.
Vissuto, per ragione di studî, lungamente a Torino vi aveva il nostro contratta o ristretta dimestichezza con parecchi degli uomini che ispiravano o dirigevano il moto: ne riceveva, ne diffondeva i suggerimenti; li ragguagliava sulle legazioni.
A cose fatte, entrato nella Camera dei deputati, vi rappresentò il collegio di Sant'Arcangelo di Romagna durante quattro legislature (IX, X, XI, XII): al Senato appartenne dal 15 maggio 1876. Diede al Parlamento trent'anni della sua più utile età, coi sentimenti e coi propositi stessi che ne avevano scorta la giovinezza: la libertà fondata sulla rigida osservanza della legge; un Governo forte.
Indole mite, maniere urbane, temperavano la fermezza d'un carattere che il calmo gentiluomo, il placido signore, all'occasione irremovibile e ferreo, addimostrava. Finché gli bastò la vita cercò, colse, afferrò ogni opportunità per porre in atto l'animo benefico e buono, che al sol guardarlo appariva e gli faceva augurare felicità.
Più che l'età di anni sessantuno, la salute cagionosa lo aveva da tempo affaticato; strazianti lutti domestici, due dei quali lo scorso autunno in un solo mese, lo percossero, lo consumarono: morì a Ravenna, dove era nato il 3 di maggio, l'anno 1835.
Chiamato io dall'ufficio a dire il cuore gentile e la virtù cittadina di Achille Rasponi, l'animo mio è turbato dal tumulto di affetti dolorosi e soavi. Amici noi di un'amicizia sorta nella fanciullezza, che la virilità serbò inviolata e l'età matura rinsaldò e sacrò, le rimembranze di tanti casi or lieti, or tristi e dei comuni sentimenti, in questo mesto istante, ammutoliscono il mio labbro.
Un silenzioso fiore onori la lacrimata tomba col più eloquente dei profumi. (Benissimo - Vive approvazioni). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole senatore Pasolini.
PASOLINI. Collega in quest'Aula, concittadino, amico antico e devoto, compio oggi un mesto ufficio, pagando un tenue tributo di reverenza e di affetto alla cara memoria di Achille Rasponi.
Nato a Ravenna da una delle famiglie più storicamente note e importanti della Romagna, da una famiglia, la cui nobiltà antichissima s'era notevolmente accresciuta nel principio di questo secolo per l'alleanza con una stirpe, che, italiana di origine, era riuscita a farsi arbitra dei destini di Europa, e che esplicò poi l'efficacia più grande e più benefica nella storia del risorgimento d'Italia; Achille Rasponi si mostrò sempre degno di queste memorie, si mostrò sempre degno di queste glorie; degno per le forme elette e squisite, degno per la rettitudine costante e per la non mai smentita dignità del carattere. Per quattro legislature deputato al Parlamento del collegio di Sant'Arcangelo di Romagna; per vent'anni senatore del Regno, ebbe sempre, puro e disinteressato il desiderio del bene. Nel suo paese costantemente, coraggiosamente si adoperò per la causa della giustizia e dell'ordine, e per il verace interesse di tutti. E da quest'Aula io non potrei mandare oggi un augurio migliore alla mia città nativa che quello di avere molti cittadini i quali lungamente ricordino e schiettamente continuino gli esempi di rettitudine lasciati a noi da Achille Rasponi. (Bene).
Proporrei al Senato di inviare le nostre condoglianze alla famiglia del senatore Rasponi ed alla vedova del senatore Menabrea. [...]
PRESIDENTE. Come il Senato ha udito il signor senatore Pasolini ha proposto che sieno inviate le condoglianze del Senato alla famiglia del senatore Rasponi ed alla vedova del senatore Menabrea. [...]
Chi approva queste proposte è pregato di alzarsi.
(Sono approvate).
La Presidenza si farà un dovere di dare sollecita esecuzione alle deliberazioni del Senato.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 maggio 1896.