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RANIERI Antonio

08 settembre 1806 - 04 gennaio 1888 Nominato il 16 novembre 1882 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Marco Tabarrini, Vicepresidente

Signori senatori, nell'intervallo dalle ultime adunanze del Senato dobbiamo deplorare la perdita di tre senatori: Antonio Ranieri, Giuseppe Pica e Francesco Carrara, dei quali leggerò brevi commemorazioni.
Nella notte tra il 3 e il 4 di questo mese moriva in Portici il senatore Antonio Ranieri.
Nato il dì 8 di settembre del 1806 in Napoli, il Ranieri iniziò la sua educazione con severi studi, e dopo gli avvenimenti del 1821 dové emigrare col Troja, col Pepe e col Colletta.
Recatosi a Bologna a perfezionarsi nelle lettere, fu discepolo del Marchetti e del Mezzofanti.
Passò quindi a Firenze ed a Parigi, dove partecipò alla rivoluzione del 1830.
Tornato dopo lungo viaggiare a Firenze, strinse amicizia cogli uomini più cospicui per ingegno e patriottismo, e intrinsichezza particolare col più grande poeta italiano del secolo, Giacomo Leopardi. È noto a tutti che il Leopardi venne circondato di amorose assidue cure più di fratello che di amico dal Ranieri, che ne raccolse l'ultimo sospiro e gli diede onorata sepoltura.
Tornò in patria per l'amnistia del 1834, ma prese poca parte ai moti del 1848, dei quali non approvava l'indirizzo.
Dal 1848 al 1860 Antonio Ranieri rimase a Napoli tra i più autorevoli di parte liberale, inteso a promuovere un migliore avvenire per la sua patria.
Adempite le sue speranze pei memorabili avvenimenti del 1860, egli si recava coi deputati di Napoli a Grottammare, dove si trovava il Re Vittorio Emanuele, per invitarlo ad occupare il Regno a nome delle popolazioni napoletane.
Dall'epoca dell'annessione di quelle provincie al Regno italiano il Ranieri venne per sette consecutive legislature chiamato a rappresentare il 6° collegio della città di Napoli alla Camera dei deputati.
Egli è autore di parecchi scritti che attestano dell'elevatezza del suo ingegno e della vastità della sua dottrina. Sono fra i più notevoli la Storia d'Italia dal V al IX secolo,scritta con intendimenti ghibellini, e l'Orfana dell'Annunziata, pietosa istoria diretta a fine nobilissimo. Il suo ingegno e la bella fama di scrittore lo portarono al seggio di presidente del reale Istituto delle scienze di Napoli; e fino dal 1862 il Governo lo riputava degno di appartenere a quest'alto consesso; onore che egli allora stimò di non poter accettare, per non abbandonare i suoi elettori e la vita politica attiva, nella quale aveva fede di servire più utilmente la patria.
L'offerta gli veniva ripetuta verso la fine dell'anno 1882; ed egli allora l'accettava; ma la sua età avanzata non gli permise di prendere molta parte ai lavori del Senato, nel quale tuttavia lascia grata memoria di cittadino sincero amatore della patria e della libertà e di scrittore elegante che professò le lettere con intendimenti civili.
PIERANTONI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
PIERANTONI. Onorevoli colleghi! L'elogiò degli uomini sommi spetta a coloro che grandi cose fecero per la patria. Quindi io non ho nessun titolo per portare la parola in lode di uomini che uscirono da questa vita terrena circondati dall'ossequio e dal rispetto, non solo della nazione, ma dei popoli civili.
Tuttavia, se è vero che ciascuno ha una patria locale, dentro la grande patria, e che qui suonano sempre caldi e vivi i sentimenti di gratitudine, e di riconoscenza, permettete a me di dire, per la carità del loco natio a nome della regione abruzzese, a nome della gioventù meridionale e della bella regione dei monti apuani, alla quale mi uniscono grate memorie di gioventù, una parola per Giuseppe Pica, Antonio Ranieri è Francesco Carrara. [...]
Antonio Ranieri fu il primo consolatore Leopardi, ma nell'amore al cittadino di Recanati egli sentiva l'amore di tutte le sventure popolari; l'ultima sua ora di vita è stata simile a quelle della prima gioventù, perché il suo testamento è un monumento di carità.
Coll'Orfana dell'Annunziataegli per primo annunciò la necessità di pensare alle classi derelitte. Egli partì da questa, vita, nel momento in cui la revisione delle Opere pie è uno dei doveri della società moderna. [...]
BERTOLÈ VIALE, ministro della guerra. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
BERTOLÈ VIALE, ministro della guerra. Ogni mia parola sarebbe superflua, dopo le nobili ed elevate commemorazioni fatte dal Presidente del Senato e dagli onorevoli colleghi che mi precedettero, sulla perdita degli illustri senatori di cui oggi rimpiangiamo la morte.
Il Governo si associa di cuore al dolore del Senato, deplorando la perdita dei senatri Pica, Ranieri e Carrara, illustri per patriottismo e per scienza, ed il cui nome rimarrà imperituro negli annali della storia patria.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 20 gennaio 1888.