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RACCUINI Domenico

04 aprile 1854 - 16 maggio 1920 Nominato il 30 dicembre 1914 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lazio

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli senatori!
Compio il doloroso dovere di ricordare i cari colleghi che sono scomparsi durante la interruzione dei nostri lavori.
Il dì 16 maggio ultimo vide morire in Firenze il senatore avvocato Domenico Raccuini. Ed è con particolare commozione che io parlo della sua dipartita, poiché egli mi fu carissimo compagno di studi e tanti cari ricordi della mia giovinezza erano a lui legati. Nato a Rieti il 4 aprile 1854, laureatosi in legge, le forze del vivace ingegno dedicò all'esercizio forense, guadagnandosi presto fama di scrupoloso e valente professionista, non meno che di giurista acuto e colto.
Giovane ancora, cominciò a prestare opera attiva e feconda nelle principali amministrazioni pubbliche della sua città natale, e specialmente nel comune. Fu anche consigliere provinciale per l'Umbria ed in tutte le cariche locali occupate rivelò competenza e vivo interesse al pubblico bene, patrocinando con equità e costanza i legittimi interessi della sua città e della sua regione, sì da conquistarsi la gratitudine e le simpatie universali dei suoi concittadini. I quali nelle elezioni del 1895 lo vollero rappresentante in Parlamento e gli confermarono il mandato nelle tre successive legislature fino alla 23ª.
Militò nel campo democratico, fu parlamentare assai apprezzato e adempì al suo mandato con sì grande scrupolosità e con tanta serena obiettività da guadagnarsi la stima anche dei suoi avversari politici.
Nominato senatore il 30 dicembre 1914, prese sempre parte attiva ai nostri lavori e le sue qualità personali lo resero a tutti noi caro ed amato collega. Ed ora desolati ne piangiamo la morte prematura ed inviamo mestamente alla sua memoria il nostro saluto. (Bene). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Sinibaldi.
SINIBALDI. Se dovessi interpretare il pensiero dell'amico scomparso, non direi parola alcuna di Domenico Raccuini. Egli, pur essendo oratore valentissimo, prendeva di rado la parola, perché temeva sempre di non poter dire cosa che fosse all'altezza della nostra Assemblea, e ciò perché alla sua valentia accoppiava una grande modestia. Però, fu sempre primo nelle opere e le medaglie d'oro ottenute nel soccorrere le sventure nei terremoti di Abruzzo e di Calabria stanno a dimostrare il suo gran cuore; come pure lo dimostra l'opera che largamente diede alla sua città nativa di Rieti, durante il suo lungo sindacato. Ed è appunto perché sento di far cosa gradita alla nobile città di Rieti ed ai colleghi dell'Umbria che mi unisco alle parole egregiamente dette dal nostro Presidente in memoria del collega scomparso, e propongo che siano inviate condoglianze alla famiglia e alla città di Rieti. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Sarà mia cura provvedere a che i sentimenti di condoglianza espressi da questa Assemblea per la perdita di così illustri colleghi, siano trasmesse alle loro famiglie. [...]
FERA, ministro della giustizia e degli affari di culto.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERA, ministro della giustizia e degli affari di culto.A nome del Governo mi unisco alle parole che l'illustre Presidente del Senato e l'onorevole Sinibaldi hanno pronunciato in memoria del senatore Raccuini. E di lui parlo con animo commosso, poiché l'onorevole Raccuini era a me legato da particolare amicizia e simpatia.
Come ha rilevato l'onorevole Sinibaldi, l'uomo fu modesto, per quanto elevate e rare fossero le sue attitudini mentali, che rifulsero negli uffici che ebbe a coprire. Ma la qualità migliore dell'uomo era nella virtù profonda del sentimento, che regolò sempre la sua condotta nei pubblici rapporti e nei privati.
Ognuno ricorda lo slancio della sua pietà la ricchezza dei soccorsi da lui prodigati in favore delle infelici popolazioni della sua Rieti, della mia Calabria, e della Marsica, quando quelle regioni furono percosse dall'impeto del terremoto negli anni 1898, 1908 e 1915.
Egli ascriveva a sua particolare soddisfazione l'avere avuto, per tale opera pietosa, la medaglia d'oro, glorioso ed ambito premio dei sacrifici compiuti.
Politicamente fu un convinto assertore degli ideali democratici, che egli attingeva spontanei nel suo temperamento semplice e buono. Dell'onorevole Raccuini resterà certo durevole ricordo nella sua città di Rieti; ma non lo dimenticheranno nemmeno quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne la squisita nobiltà dell'animo.
Mi unisco alla proposta che queste espressioni di condoglianza siano fatte pervenire all'addolorata famiglia e alla città di Rieti. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 giugno 1920.