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QUIGINI PULIGA Carlo Alberto

09 maggio 1840 - 11 aprile 1913 Nominato il 04 marzo 1905 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Pietro Blaserna, Vicepresidente

L'onorevole nostro Presidente, essendo leggermente indisposto, mi ha incaricato di sostituirlo nel presiedere l'adunanza di oggi, e ha messo a mia disposizione le commemorazioni già da lui preparate.
Ne do lettura, aggiungendone due, che si riferiscono a nostri colleghi morti recentemente, per i quali il nostro illustre Presidente non ha avuto il tempo di preparare le commemorazioni.
Sono mancati ai vivi, nell'intervallo delle sedute, i senatori [...] Quigini-Puliga [...]
[...]
In Camogli l'11 dello spirante aprile è mancato ai vivi un collega, onore della Marina, il viceammiraglio Carlo Alberto Quigini-Puliga, ch'era nato in Casal Monferrato il 9 maggio 1840, ed era senatore dal 4 marzo 1905. Allievo della Regia scuola di marina, guardia marina dal 1857 al 1859, salì pe' gradi sino a quell'alto degnamente raggiunto nell'aprile 1896; navigò in tempo di pace quasi diciotto anni, in tempo di guerra oltre cinque mesi; comandante esperto di squadre e del Corpo reale equipaggi, e della Maddalena, e di dipartimenti marittimi. Fu alle campagne di guerra del 1860-61 e del 1866; il suo valore meritò medaglia ne' fatti d'armi del Garigliano e Mola di Gaeta; portava, con gli altri segni onorifici, la Croce d'oro per anzianità di servizio; era in posizione ausiliaria dal giugno 1905. Servizi notabili ei rese non solo all'Armata ma anche al Governo dello Stato, cui partecipò dal 1898 al 1900 quale sottosegretario per la marina. Anche la morte del viceammiraglio Quigini-Puliga ha posto fine ad una vita bene spesa per la patria. (Benissimo). [...]
REYNAUDI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
REYNAUDI. Consenta il Senato che alle egregie parole pronunciate dal nostro illustre Presidente in memoria dell'ammiraglio Puliga, io, e che ebbi con lui lunga comunanza di lavoro sul mare, e per lui devota amicizia, aggiunga, a nome anche dei miei compagni navali, che hanno l'onore di far parte di questa Assemblea, l'espressione del nostro particolare rimpianto e dolore.
L'ammiraglio Puliga fu, nell'essenza, uomo di mare e di azione. Dotato di spiccate attitudini navali, esperto navigatore, sul ponte di comando era maestro; nell'azione pronto, deciso, rapido.
Alla sua energia e perizia marinara è dovuto, in gran parte, se l'antica nave Duilio, nel suo primo viaggio di prova, sorpresa da una fortunale libecciata, poté affrontarla, e brillantemente superarla. Risultato di gran valore nel campo marittimo perché valse ad infondere piena fiducia nelle ottime qualità nautiche di quelle nuovissime costruzioni che venivano a trasformare la tecnica navale, e dare nuovo indirizzo all'arte del navigare.
Mi sia concesso ancora di accennare ad un altro episodio della vita marinara del Puliga, episodio che, per quanto lontano, vive nel ricordo dei navali del tempo, e che a me è caro rievocare in quest'Aula. Quando gl'inglesi occuparono l'Egitto ed iniziarono il bombardamento di Alessandria, trovavasi su quella rada il nostro avviso Marco Antonio Colonna, al comando del capitano di fregata Puliga. Accortosi egli, ai primi colpi di cannone, che era rimasta nel porto, ed in posizione pericolosa, una nave mercantile italiana, con a bordo centinaia di connazionali che si erano colà rifugiati, egli, intuendo l'orgasmo di quella povera gente, mosse arditamente in suo aiuto; traversò la doppia linea di fuoco degli inglesi e dei porti egiziani, prese la nave a rimorchio e la portò in acque sicure. All'anima del marinaro ben rispondeva l'animo del soldato.
L'ammiraglio Puliga era di carattere franco e leale, di animo nobile; curava con particolare interessamento il benessere degli ufficiali e degli equipaggi alla sua dipendenza. Era un capo amato ed apprezzato.
Alla cara memoria di lui vada il nostro mesto affettuoso saluto, alla vedova desolata prego il Senato di mandare le condoglianze. (Vivissime approvazioni).
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Purtroppo, durante la breve sospensione dei suoi lavori, il Senato è stato colpito da gravi lutti.
Il Presidente del Senato e gli onorevoli senatori che hanno parlato hanno ricordato le grandi virtù degli estinti colleghi di quanti seggono in quest'Aula. [...]
Gli egregi senatori [...] e Quigini-Puliga hanno reso alla patria eminenti servizî: [...] come ardito navigatore e come uno dei marinai più distinti del nostro paese il Quigini-Puliga.
A nome del Governo, mi associo al rimpianto di quest'alta Assemblea e mi associo del pari a tutte le condoglianze che il Senato crederà d'inviare alle famiglie ed ai comuni nativi di questi egregi senatori da tutti compianti. (Approvazioni vivissime).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 aprile 1913.