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PUNTONI Vittorio

24 giugno 1859 - 21 marzo 1926 Nominato il 16 ottobre 1922 per la categoria 19 - I membri ordinari del Consiglio superiore di istruzione pubblica dopo sette anni di esercizio provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. La sosta dei nostri lavori ha veduto scomparire altri amati colleghi, cui va reverente il nostro pensiero.
Il 21 marzo 1926 morì in Roma il professore Vittorio Puntoni. Nato in Pisa il 24 giugno 1859, conseguiva a 22 anni in quell'Ateneo il dottorato in lettere, quando aveva già vinto, ancora studente, il concorso nazionale in lingue orientali; a 25 anni otteneva la libera docenza in lettere greche e, dopo aver insegnato per incarico letteratura greca e storia comparata delle lingue classiche e neo latine, vinceva nel 1890 il concorso per la Cattedra di letteratura greca nell'Università di Palermo. Due anni dopo passava ordinario alla stessa cattedra in Bologna, e da quell'Università più non si mosse. I suoi studi già gli avean procacciato fama di insigne ellenista e orientalista, di mirabile emendatore di testi, di sagace indagatore del pensiero greco e della lingua e della letteratura ellenica, e insieme di profondissimo conoscitore del mondo antico. Ma ben presto doveva egli imporsi all'ammirazione e alla stima generale anche per il fervore delle opere, per l'eloquenza mirabile, per la geniale fertilità di iniziative. Il glorioso Studio bolognese era allora in una profonda crisi di trasformazione edilizia e tecnica ed occorreva che ad esso fosse preposto un uomo di grande alacrità e autorità, di abilità organizzatrice e amministrativa eccezionale. E ben seppe scegliere il corpo accademico quando nel 1896 lo elesse la prima volta rettore Magnifico: poiché fu precipuamente merito suo se lo Studio bolognese, mantenendo l'altezza delle sue tradizioni secolari, poté avere un assetto pienamente degno dei tempi nuovi e delle moderne esigenze. Già l'anno appresso Giosuè Carducci poteva dire di lui che aveva saputo "tutto preparare, disporre, unire, conciliare". All'alta carica fu confermato successivamente per quindici anni, finché non vide cioè, nel 1911, compiuta l'opera intrapresa e allora, con raro esempio di modestia, dichiarando esaurito il compito suo, volle lasciare il rettorato. In quella memoranda circostanza il Consiglio comunale di Bologna volle conferirgli per acclamazione la cittadinanza onoraria per le sue benemerenze verso la città e il corpo accademico gli decretò una medaglia d'oro ed una lapide, con la sua effige e un'epigrafe del Pascoli, da apporsi nell'atrio dell'Università a ricordarne per sempre l'opera fausta e felice. Del resto la cittadinanza bolognese già gli aveva dimostrato il suo affetto e la sua riconoscenza per quanto aveva fatto a pro' degli istituti Universitari, eleggendolo con votazione plebiscitaria capolista nelle elezioni comunali del 1899. Per alcuni anni si dedicò completamente ai suoi studi prediletti e all'insegnamento, in cui innumeri scolari lo ebbero maestro insuperato e insieme guida paterna e affettuosa: ma nel 1917 non gli fu possibile sottrarsi una seconda volta agli onori e agli oneri del rettorato, in cui fu confermato annualmente fino al 1923. E luminoso di fede italiana fu questo secondo periodo del suo governo universitario; egli promosse invero i Comitati d'azione fra professori e fra studenti, contribuendo così potentemente alla resistenza nel periodo più critico della nostra guerra. E con nobilissimo gesto pieno di bontà e di poesia volle che le aule severe del secolare antichissimo Studio bolognese fossero aperte agli umili gloriosi fanti. Poiché Vittorio Puntoni fu un altissimo spirito di patriota, non meno che un insigne maestro di sapere. Per più di otto anni fu anche membro autorevole del Consiglio Superiore della pubblica istruzione: fu pure accademico dei Lincei e socio di altri illustri istituti italiani e stranieri.
Dal 16 ottobre 1922 egli era tra noi, assiduissimo ai nostri lavori, e da tutti amato per la sua sorridente bontà e cortesia. Molto ancora ei poteva operare per il bene della scienza e della nazione: il destino inesorabile ha anzitempo troncato la sua vita. Per tale perdita vivo è il nostro cordoglio: alla desolata famiglia ed alle città di Pisa e di Bologna vadano le nostre commosse condoglianze. (Bene).
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Mi associo, a nome del Governo, al rimpianto del Senato per la perdita [...] di Vittorio Puntoni, dell'insigne ellenista, che, per lunghi anni fu geniale maestro nello studio glorioso di Bologna ed educò numerose schiere di giovani al sentimento del dovere verso la patria e al culto delle istituzioni (Benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 18 maggio 1926.