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PRINETTI Carlo

01 dicembre 1820 - 21 ottobre 1911 Nominato il 15 novembre 1874 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Non dimentichiamo quelli de' nostri, che abbiamo perduti durante l'intervallo, in cui siamo stati separati. [...]
Nato Carlo Prinetti il 1° dicembre 1820, poté partecipare al moto italico del 1848. Volto l'animo agli ideali di patria e libertà nel primo fiorire degli anni, laureato nelle leggi in Pavia, fu di que' giovani della facoltosa borghesia milanese, che, uniti a quelli dell'aristocrazia liberale, tenevano accese le speranze d'Italia. Intolleranti del giogo straniero, ardimentosi erano di collegarsi al popolo, raccogliere armi di fuori, introdurle in città. In casa Prinetti, come in casa Porro, in casa Trotti, in casa Dandolo, ed in altre, quantità erane nascosta che alla rivolta servì; e nelle memorande cinque giornate Carlo Prinetti stava con i fratelli alle barricate, e dalle barricate correva all'assalto di Porta Tosa.
Inviato dal Governo provvisorio incontro a Carlo Alberto, fu sua scorta dal ponte del Gravellone alle mura di Milano. Non sostò il valoroso cittadino, e con il suo ardore patrio si arrolò nei carabinieri volontari lombardi, capitanati dal Gagliardi e dal Simonetta; e sottufficiale partecipò ai fatti d'arme di quell'eroico battaglione, nel quale rimase, finché non fu sciolto dopo la disfatta di Novara. La sventura non lo smosse dalla sua fede nei destini d'Italia; e, rientrato in Milano, fu tra i più indefessi e coraggiosi a rannodar le fila e tener vivi i forti propositi per l'ora futura. Ancora con i fratelli e con i collegati fu fervente all'azione per l'antico programma, divenuto il voto di tutto il popolo, accettato dagli assennati d'ogni parte d'Italia, cui la politica piemontese, guidata dal conte di Cavour, aveva dato arra di vittoria. Milano libera l'ebbe fra gli ottimati; ma, benché possedesse il sapere per le cariche pubbliche, l'alto e dignitoso carattere lo ritenne dall'agognare ad esse. Non le rifiutò nelle necessità e nel pericolo. Sotto il Governo provvisorio fu uno de' governatori, e comandante generale della Guardia nazionale. Sotto il Governo del Re appartenne alle pubbliche amministrazioni cittadine; pure ad esse non attratto, che dall'amore del bene pubblico e dal sentimento del dovere, secondo coscienza delle proprie forze. Nel gennaio 1864, correndo l'8ª legislatura del Parlamento nazionale, succedette al Cairoli dimissionario nella deputazione per il collegio di Pavia; e partecipò ai lavori parlamentari nelle fila del partito liberale conservatore.
Fu Carlo Prinetti uno de' produttori dell'industria lombarda, ond'è Milano il ricco centro; prese a cuore le classi inferiori; promosse ed incoraggiò il lavoro; e fu tra i più zelanti fautori della Società edificatrice delle case per gli operai; della quale per molti anni fu il benemerito presidente. Presidente l'ebbe lungo tempo il Consiglio degli orfanotrofi e luoghi pii annessi; presiedette per ben 40 anni la" Società d'incoraggiamento d'arti e mestieri" che fu da lui rimodernata ed elevata. Fu membro del Consiglio direttivo degli istituti d'istruzione superiore; socio fondatore della Società storica lombarda.
Senatore l'avemmo dal 15 novembre 1874. Nel dicembre 1909, alla celebrazione, per iniziativa delle associazioni liberali conservatrici milanesi, del cinquantenario del periodico La Perseveranza, del quale fu uno dei fondatori illustri, intervenne e parlò, augurando grandezza economica e politica all'Italia. Nell'occasione della festa nazionale del 4 giugno e dell'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II, la Maestà del Re, decorando i superstiti della Casa civile dell'augusto suo avo, nominò grande ufficiale mauriziano Carlo Prinetti, che vi appartenne in Milano. Il giorno innanzi la sua morte, che avvenne il 22 ottobre, sentendo l'annunzio della spedizione africana, fu commosso a vivissima gioia dalla visione della gloria delle armi italiane. Gioisca ora il suo spirito della visione, che va avverandosi. (Benissimo). [...]
VIGONI GIUSEPPE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VIGONI GIUSEPPE. Preceduto dai colleghi generale Mazza e senatore Levi mi associo pienamente alle parole di compianto che essi hanno avuto pei nostri amici e colleghi [...], e mando una parola di cordoglio alla memoria di Carlo Prinetti.
Questi tre come patrioti furono tre tipi che concorsero alla redenzione morale e materiale del nostro paese seguendo tre vie diverse, furono tre gentiluomini che abbandonarono tutti gli agi della vita per dedicarsi alla redenzione del nostro paese. [...]
Carlo Prinetti fu fervente patriota e per liberare l'Italia dal giogo straniero dedicò ogni sua attività. Fu presidente di moltissimi istituti della nostra città e ultimamente per lunghi anni presidente di quella Società di incoraggiamento delle arti e mestieri, alla quale dedicò molta parte di se stesso e del proprio patrimonio, associazione che ha parte importantissima nello sviluppo economico del nostro paese che è base fondamentale del migliore sviluppo politico della nazione.
Mando un saluto riverente ed un omaggio alla loro venerata memoria. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 febbraio 1912.