PONZA DI SAN MARTINO Cesare
10 dicembre 1844 - 14 marzo 1915 Nominato il 03 giugno 1911 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza PiemonteCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli senatori!
Abbiamo perduto un collega, che fu un valoroso dell'esercito; il tenente generale Cesare dei conti Ponza di San Martino, che in Busca, Provincia di Cuneo, ove era nato il 10 dicembre 1844, è morto ieri di mal cardiaco. Allievo della Regia Accademia militare, sottotenente dell'8° granatieri nel 1862, passato pei gradi in altre armi, più volte agli stati maggiori e presso i comandi, salì sino al comando di corpo d'Armata, meritando di essere designato al comando di un'Armata in guerra. Il suo valore principalmente splendette, essendo ancora sottotenente, nel fatto d'armi di Villafranca del 24 giugno 1866, nel quale mostrò singolare coraggio durante il combattimento, nel portare gli ordini del comandante la divisione, che era S.A.R. il principe Umberto; onde fu decorato di medaglia d'argento. Egli è finito in posizione ausiliaria, con la croce d'oro al petto d'anzianità di servizio, e la medaglia mauriziana del merito militare di dieci lustri. Quando suonò l'ora, in cui per l'età il generale Cesare Ponza Di San Martino dové passare a detta posizione, la Maestà del Re gli rivolse questa preziosa lettera: "Caro generale, arruolatosi cinquantuno anni or sono, ella, per forza di legge, lascia oggi l'esercito attivo, al quale aveva dedicato i migliori anni della vita, le migliori energie.
La ringrazio per i buoni e zelanti servigi prestati, sia nella guerra del 1866, ottenendo l'ambita ricompensa dei valorosi, sia in pace, negli svariati incarichi avuti, meritando, per schiettezza e per integrità di carattere, la stima e l'affetto di inferiori, di colleghi e di superiori. I quattro figli di lei, tutti soldati, tre dei quali già ufficiali, avranno in lei un nobile esempio, una sicura guida. Aggradisca, caro generale, il mio cordiale saluto.
Niun maggiore onore avrebbe potuto il nostro defunto conseguire, niun maggior premio a' suoi meriti; ed il ricordo di questa degnazione sovrana forma oggi il migliore suo funebre elogio, il massimo onore anche alla sua tomba. (Approvazioni).
LEVI ULDERICO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LEVI ULDERICO. Sia permesso a me, antico collega, alla Scuola militare, del compianto tenente generale Cesare Ponza Di San Martino, (col quale mi onorai di appartenere ad un numeroso corso di allievi, cui parmi, egli fosse il penultimo, mentr'io rimarrei l'ultimo) di pagare un tributo alla sua venerata memoria. Non parlerò del suo brillante stato di servizio, lettoci or ora; mi limiterò ad associarmi alle nobili parole, che, in onore della sua memoria, ha testé pronunziato il nostro illustre Presidente e propongo inoltre che alla famiglia desolata s'inviino le condoglianze del Senato. (Approvazioni).
PEDOTTI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PEDOTTI. Coll'animo non solo commosso ma addirittura turbato, apprendo in questo momento la morte del generale Cesare Ponza Di San Martino. Ancora due giorni fa, ignorando la di lui malattia, chiedevo sue notizie al fratello, senatore Coriolano, e da questo seppi che era gravemente infermo.
Fin qui il guardavo al generale Cesare Ponza Di San Martino come ad uno dei colleghi che per robustezza e per belle e forti qualità militari avrebbe potuto, in certe evenienze, rendere ancora utili ed apprezzabili servizi all'esercito ed alla patria.
Io ho trascorso molti lustri con lui nell'esercito; non ebbi frequenti occasioni di immediati contatti, ma poiché egli fu pure per lunghi e anni apprezzato ufficiale nel corpo di Stato maggiore, ed io udii sempre di lui i più belli encomi, e da colleghi e da amici, io stesso molto l'apprezzavo.
In nome dei colleghi dell'esercito, mando alla di lui memoria il tributo di un ultimo mesto saluto. Mi associo di gran cuore alla bella commemorazione che ne ha fatto il nostro illustre Presidente ed alla proposta del collega senatore Levi. (Vive approvazioni).
ZUPELLI, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZUPELLI, ministro della guerra. Consentite, onorevoli colleghi, che io mi associo alle nobili parole pronunciate del nostro venerando Presidente, dall'onorevole Levi e dall'onorevole Pedotti per onorare la memoria del senatore generale Cesare Ponza Di San Martino, e che, a nome del Governo e dell'esercito, rechi anch'io il mio modesto tributo d'omaggio alle sue virtù di soldato.
Con lui sparisce un altro di quegli uomini che dedicarono tutto il loro entusiasmo, tutte le loro energie, tutta la loro vita alla patria e all'esercito.
Entrato nell'agosto del 1859 allievo nella Reggia militare accademia, ne usciva nel dicembre del 1862 sottotenente dell'8° granatiere e, come tale, partecipava alla campagna del 1866, meritandosi la medaglia d'argento al valor militare per il coraggio dimostrato durante il combattimento di Villafranca. Luogotenente nel 1868 nel corpo di Stato maggiore, vi proseguì tutta la carriera fino al grado di colonnello. Nominato maggior generale nel 1897, tenente generale nel 1902, conseguì nel 1911 la carica suprema di generale di generale designato per l'eventuale comando di un'Armata in guerra, carica dalla quale cessò l'anno successivo per aver raggiunto i limiti di età.
Anche nella posizione di servizio ausiliario continuò a dedicare la sua attività all'esercito, quale presidente della Commissione dei ricorsi al Ministero della guerra, rendendo nel delicato ufficio, per autorità e sicurezza di consiglio, pregevoli servizi.
Nei comandi, nelle cariche, negli uffici coperti, egli portò sempre eminenti virtù di carattere, sentimento altissimo del dovere, vivo entusiasmo e affetto immenso per l'esercito, che amò come la patria; ed all'esercito e alla patria egli diede tutti i suoi figli.
A queste virtù, a questi sentimenti, a questi affetti andarono congiunte la bontà inesauribile dell'animo forte e generoso e la grande serenità della mente.
Tale fu la nobile figura di Cesare Ponza di San Martino, che lascia nell'esercito e nel Senato saldo ricordo e sincero rimpianto, ed io mando commosso alla sua memoria l'estremo reverente saluto. (Approvazioni vivissime).
PRESIDENTE. Terrò nel debito conto la proposta fatta dall'onorevole senatore Levi, alla quale si è associato l'onorevole Pedotti.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 18 dicembre 1914.