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PLANA Giovanni Antonio Amedeo

06 novembre 1781 - 20 gennaio 1864 Nominato il 03 aprile 1848 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Federigo Sclopis de Salerano, Presidente
Un gran lume d'intelletto s'è spento tra noi: dico male, o Signori, esso è salito verso quell'Essere Supremo che è fonte di verità e di vita, ed ha lasciato a noi una eredità d'affetti e di gloria.
Giovanni Plana morì ieri alle nove e mezzo del mattino dopo breve e penosa malattia.
Son pochi giorni noi lo vedevamo in questo recinto vigoroso d'aspetto come di mente; noi speravamo che quella vita così veneranda e preziosa fosse ancora per prolungarsi d'assai; ed ora per noi non resta che il doloroso compianto, e la contemplazione recente di que' tanti pregi che la storia della scienza italiana non lascierà certamente dimenticare. Ad essa e non alla debole ed inesperta mia voce è imposto di tributare il giusto encomio, che ne raccomandi ai posteri l'esempio.
Dirà la storia dei grandi lavori scientifici del Plana, cominciati nella più verde sua età, e proseguiti fino nei brevi intervalli di quiete che gli dava l'ultima malattia, lavori riputatissimi anche da coloro che hanno l'uso ed il diritto di essere de' più severi estimatori di simili produzioni.
Noi qui stringendoci più d'appresso alla persona di lui ricorderemo quel desiderio del ben pubblico ch'egli manifestava con sì schietta energia, quell'esempio così commendevole ch'egli porgeva nell'adempimento del suo ufficio senatorio, quella maravigliosa sua facilità di congiungere colle più sublimi meditazioni della scienza le più avvenenti squisitezze delle lettere.
Permettete ancora, onorevoli Colleghi, che le mie particolari impressioni s'aprano l'adito innanzi a voi, e che mosso da queste, vi dica come l'illustre Plana, col quale da più di quarant'anni io ebbi la sorte di tener relazione, vagheggiasse nel mattino della sua vita, e quando pareva strana e quasi impossibile tale speranza, il risorgimento politico della Nazione Italiana; come sul tramonto degli anni ne salutasse con gioia l'avvenimento, come colla direzione superiore degli studi matematici pe' giovani che si destinavano alla carriera dell'armi egli preparasse quella splendida generazione che trae così giusto orgoglio dai nomi di Camillo di Cavour, di Luigi Federico Menabrea, di Alfonso della Marmora, di Giovanni Cavalli e d'altri non pochi che ne seguono le orme; come infine si associasse a tutto che di grande e di nobile gli lampeggiasse davanti agli occhi.
E se oltre all'uomo pubblico noi consideriamo in lui l'uomo privato, non potremo tacere dell'affetto che egli spandeva nella degnissima sua famiglia che tanta parte era della sua vita, e tra que' che onorava della sua amicizia. Se non mi è conceduto per ora di più estendermi sull' afflizione che risente per la perdita di così preclaro amico, non esito però a pronunziare , e Voi, Signori, farete eco alle mie parole, che la morte di Giovanni Plana è un lutto pubblico nel quale prenderà parte ogni ordine di persone colte in Italia, e primo fra tutti il Senato. (Bene! Bravo!).

Il Senato, io credo, vorrà dare all'illustre nostro collega estinto una particolarissima dimostrazione di onoranza, di rispetto e di affetto, nominando una deputazione che sia incaricata di intervenire domani alle di lui esequie.
Questo esempio è nuovo in Senato, ma l'eccellenza della persona verso di cui si vuol dare questa onoranza credo giustificherà la novità della decisione che esso sta per prendere.
Interrogo il Senato se ammette questa proposta che una deputazione composta, secondo l'uso, di sette membri con due supplenti ed il Presidente, estratta a sorte, intervenga domani, alle ore 4, alla sepoltura che si farà del Senatore barone Plana.
Chi intende approvare questa proposta, voglia sorgere.
(Approvata.)

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 gennaio 1864.